XII - Segreti nascosti e risate malintese

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- Harry, sei venuto- disse la ragazza, comparendo alle spalle dei suoi amici.
- Tu che ci fai qui?- domandò Ron, fissando la ragazza scrollarsi la polvere.
- Non ti ho incontrata nel tunnel.
- Ho fatto una camminata- disse la ragazza ammiccando, guardando la strada, dove si vedeva il negozio Zonko.
- Ron, non mi conosci proprio vero?- domandò la ragazza, fissandolo con gli occhi grigi.
- Come avete fatto?- domandò Ron.
Gli raccontarono della Mappa.
- E come mai Fred e George non l'hanno mai data a me?- esclamò Ron offeso.
- Sono loro fratello!-
- Ma Harry non se la terrà!- disse Hermione, come se l'idea fosse ridicola.
- La consegnerà alla professoressa McGranitt, vero, Harry?-
- Nient'affatto!- disse Harry.
- No, Harry, non puoi darle la Mappa- disse la ragazza - Anche Lupin sa della Mappa, ma me l'ha lasciata.
- Se la consegno, dovrò dire dove l'ho presa! Gazza scoprirebbe che l'hanno rubata Fred e George!-
- E Sirius Black?- disse Hermione in un soffio.
- Potrebbe usare uno dei passaggi che ci sono su quella mappa per entrare nel castello! Gli insegnanti lo devono sapere!-
- Conosce già i passaggi Hermione non lo capisci?- domandò la ragazza, lo sguardo grigio tempesta come quello di suo padre.
Cominciarono a parlare dei passaggi.
PER ORDINE DEL MINISTERO DELLA MAGIA
Si ricorda alla clientela che fino a ulteriore comunicazione,
i Dissennatori pattuglieranno le strade di Hogsmeade tutte
le notti dopo il calar del sole. Questa misura è stata presa
per garantire la sicurezza degli abitanti di Hogsmeade
e sarà revocata solo dopo la cattura di Sirius Black.
È quindi consigliabile portare a termine le compere
ben prima del tramonto.
Buon Natale!
- Visto?- disse piano Ron.
- Vorrei proprio vederlo, Sirius Black che cerca di entrare da Mielandia con il villaggio che brulica di Dissennatori. Comunque, Hermione, i proprietari di Mielandia lo sentirebbero se ci provasse, non credi? Abitano sopra il negozio!-
Continuarono a discutere del perché Harry non dovesse essere a Hogsmead, senza badare alla ragazza, che era intanto sgattaiolata via, scivolando nel mare di persone che spuntavano qua e là.
Appena fu abbastanza lontana dal villaggio prese a correre, lasciando cadere il cappuccio che aveva tenuto con una mano.
Sorrise.
Si sentiva quasi libera.
Quasi.
Perché sapeva ciò che sarebbe potuto succedere con Harry a Hogsmead.
Sapeva ciò che avrebbe potuto sentire lì a Hogsmead.
Ma in quel momento non le importava.
Dopotutto, che cosa mai avrebbe potuto sentire?
Ma era qui che si sbagliava.
Ad Hogsmead, dove i professori credevano che Harry non andasse, parlavano liberamente, anche di lui.
Lo vide arrivare come una furia.
- Tu sapevi cos'aveva fatto Sirius Black, vero Elysia?- urlò Harry.
- Harry, tutti sanno che ha ucciso i Babbani.
- No, tu eri a conoscenza del fatto che Sirius Black è il mio padrino, che Sirius Black era il loro migliore amico?- urlò Harry, portando la mano alla bacchetta.
- Harry, non hai idea di cosa stai facendo- disse calma la ragazza, disarmandolo.
- Rispondi Elysia- disse con le lacrime agli occhi.
- Io- mormorò la ragazza, gli occhi grigi velati sala tristezza.
- Rispondi, sono tuo amico no? Allora rispondi Elysia- urlò il ragazzo, recuperando la bacchetta che la ragazza teneva in mano.
- Harry, ho provato a dirtelo, ma ogni volta non riuscivo a dirti niente, avevo paura di come avresti reagito- disse, fissando lo sguardo dell'amico.
- Ma non lo hai fatto Elysia- disse Harry, sedendosi a terra.
- Harry, sei mio amico- disse la ragazza.
- Devo andare a Hogwarts Elysia- disse Harry, alzandosi, correndo via.
Quando, dopo la cena, Fred e George non videro Harry, si voltarono verso la ragazza.
- Cos'ha Harry?- domandò fissando la ragazza.
Le lacrime minacciavano di scendere, lo sguardo era arrossato.
Non portava la parte sopra la camicia.
La cravatta storta, i capelli davanti al viso.
Tutto i lei lasciavano capire che c'era qualcosa che non andava.
- Ha scoperto tutto- mormorò la ragazza, sedendosi su una poltrona.
Non le dava fastidio nemmeno l'odore che avevano lasciato nella stanza i due gemelli.
- Cos'ha scoperto Elysia?- domandò fissandola.
La ragazza raccontò tutto ai due amici, aspettando una loro reazione.
Aspettò di vederli andare via, di vederli scappare via a gambe levate, di andare da Harry.
Ma non fecero niente di ciò che si era aspettata, anzi, le si sedettero accanto.
- Si deve solo riprendere- mormorò Fred, come a una sorellina piccola che è caduta e si è fatta male alle mani.
- Vedrai che si sistemerà tutto con Harry- proseguì George.
- E se non ti persona- disse Fred.
- Ci siamo sempre noi da coinvolgere negli scherzi- disse George.
- Anche ai Serpeverde- concluse Fred, sorridendo.
- Da quando siete così seri?- domandò la ragazza, asciugando una lacrima che stava cadendo, abbozzando un sorriso ai due amici.
Lo videro che non era un sorriso vero, ma lasciarono perdere.
- In effetti ci sorprendiamo di noi stessi- disse Fred guardando il gemello.
- Non pensavo di poter assomigliare a mamma- disse George, facendola ridere.
- Non penso che la signora Weasley abbia mai spedito a casa l'asse di un gabinetto- sussurrò la ragazza.
La voce era ancora bassa, ma era salda.
- Elysia, se Harry non capisce che tu non hai fatto niente e che non serve arrabbiarsi con te, non è così sveglio come pensiamo- disse Fred, passandole una mano fra i capelli, scherzoso, scompigliandoli.
Sapeva quanto le desse fastidio che le toccassero i capelli.
Afferrò un cuscino, tirandoglielo in faccia.
Rise, la risata raggiunge anche Harry, accucciato sulle scale a guardare quella scena.
Capì che non si era comportato affatto da amico e il dubbio che forse lei non c'entrava si insinuò nella sua mente.
Schizzò di sopra, lasciandogli a giocare e ridere.
George era infatti intervenuto in aiuto nel fratello.
Ormai avevano lasciato perdere i cuscini e erano ribaltati sul tappeto, facendosi il solletico.
Se non fosse stato per i capelli e l'aspetto si sarebbe potuto pensare che fossero fratelli.
Le risate si sentivano in tutti i dormitori, fino a far scendere anche qualche ragazzo grande.
- Hermione- sussurrò la ragazza, fra le risate.
Erano tutti e tre sdraiati sul tappeto, ridendo.
L'essere solo con la camicia, tutta in disordine, non aiutava Hermione e credere alla loro versione della storia.
- Cosa state facendo?- urlò adirata Hermione, prendendo per una mano la ragazza.
- Dunque, era triste, così l'abbiamo fatta ridere, mi ha tirato un cuscino, Geroge ne ha tirato uno a lei- disse Fred.
- Cosa ci facevate per terra a ridere?- domandò scettica Hermione.
- Solletico- disse Geroge, ridendo.
La ragazza era scomparsa dalla presa di Hermione e si avvicinava di soppiatto alle spalle di George.
- Questo e per prima- disse, tirandogli un cuscino.
- Brutta traditrice- disse scherzoso Fred, lanciandole un cuscino.
Ma aveva detto una parola che non doveva usare.
Traditrice.
Quella parola le rimbombava in testa, ricordandole come mai prima stava male, da cos'era scaturito quel divertimento.
Si alzò, fissando le scale dei ragazzi, solo per un istante, per poi correre nel dormitorio femminile, chiudendosi in bagno.





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