XXIX - Uno strano corteo e dei Patronum speciali

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A vederli probabilmente li avrebbero presi per pazzi.
Grattastinchi apriva la strada giù per le scale; seguivano Lupin, Minus e Ron, simili a concorrenti di una gara a tre gambe. Poi veniva il professor Piton, aleggiando sinistramente a mezz'aria, le punte dei piedi che urtavano ogni gradino mentre scendeva, sorretto dalla sua stessa bacchetta che Black gli puntava contro.
Elysia Black stava appena dietro, la bacchetta puntata nel caso Minus avesse provato a scappare o Piton si fosse svegliato.
A chiudere il corteo c'erano Harry e Hermione.
- Sapete cosa significa?- domandò Sirius, mentre Harry e Elysia si facevano attenti - Consegnare Minus?
- Che tu sei libero?- domandò Harry.
- Sì- disse Black - Ma io sono anche... Non so se nessuno te lo ha mai detto Harry... Ma io sono anche il tuo padrino.
- Sì, lo sapevo.
- Beh, i tuoi genitori mi hanno nominato tuo tutore- disse Black seccamente - Se fosse successo qualcosa a loro....
I due rimasero in attesa.
Intendeva davvero quello che pensavano?
- Lo capisco, naturalmente, se vuoi restare con i tuoi zii- disse Black. - Ma... be'... riflettici. Una volta che avranno riconosciuto la mia innocenza... se tu volessi una... una casa diversa...
Elysia guardò Harry, un moto di gelosia a invadere il petto, ma lo ricacciò lontano, era naturale del resto, che suo padre preferisse Harry.
Chi mai avrebbe voluto avere a che fare con un'irrascibile dall'incantesimo facile?
Semplice, nessuno.
O almeno così pensava.
E per di più, come avrebbe reagito sapendo che faceva lei stessa quello che facevano loro, che apprendeva le persone per i piedi nei corridoi e andava nella foresta di notte?
Magari avrebbe riso, magari l'avrebbe sgridata, forse si sarebbe arrabbiato.
Scosse la testa, allontanando quei pensieri.
Infondo quell'uomo era suo padre, sì, ma non aveva nessun potere su di lei, almeno legale.
Non ascoltò la conversazione alle sue spalle, superandoli velocemente, mentre cominciava a camminare a accanto a Ron e Lupin, appena dietro, le mani in tasca, la bacchetta posata e lo sguardo tetro.
Sembrava decisamente un'altra persona.
Continuarono a camminare ancora un po'.
Harry non capiva cos'avesse l'amica.
Cioè era partita mettendo via la bacchetta e si era avviata verso Ron e Lupin, le mani in tasca e lo sguardo cupo e chino, cosa che non le aveva mai visto fare.
Fece per avvicinarsi, ma venne trattenuto dal padrino.
- Lascia andare me- disse in un sussurro, mentre Harry capiva che forse non ce l'aveva con lui, ma con Sirius.
O forse con entrambi.
Lui annuì, mentre l'uomo si avvicinava, sempre tenendo Piton a volteggiare a mezz'aria, incurante delle botte che prendeva.
Anzi, sembrava quasi farlo apposta.
Camminarono qualchebostante in silenzio.
Poi la ragazza parlò, così convinta di aver ragione che quasi si stupì alla reazione del padre.
- Hai ragione, sai?- domandò guardandolo di sfuggita, mentre lui si faceva confuso.
Si sarebbe aspettato una sfuriata, ma non certo un atteggiamento così cupo e poco allegro.
L'aveva vista.
Sapeva cosa faceva, come si comportava, ma vederla così abbattuta era strano.
Ma non la interruppe, la lasciò la parlare.
- Hai ragione a non volere fra i piedi una combina guai come me- disse, sempre guardando il sentiero del tunnel - Harry e calmo, e buono, e assomiglia così tanti a sua madre, sempre gentile- disse, accelerando con la velocità delle parole, tanto che dovette concentrarsi di più, dato che aveva anche abbassato il tono di voce, come se si vergognasse - Io invece... non so quasi io che cosa pensi prima di agire- disse, lasciando andare uno sbuffo sonoro.
Ma contro ogni previsione della ragazza, suo padre la guardò e si mise a ridere.
Una risata vera, simile a un latrato, che fece spuntare un sorriso e mano a mano sfociare in una risata anche lei.
- Davvero pensi questo?- domandò l'uomo, riprendendosi.
Si massaggiò appena una guancia, quasi non fosse più abituato a ridere.
- Beh- incominciò la ragazza, ma capendo che non avrebbe avuto molto senso insistere, anche perché cominciava a pensare di aver fatto una grande cavolata.
Ma non finì, perché erano spuntati fuori dall'albero.
- Una sola mossa falsa, Peter- disse Lupin minaccioso. Aveva ancora la bacchetta puntata sul petto di Minus.
Risalirono i prati in silenzio, mentre le luci del castello si facevano sempre più grandi. Piton continuava a galleggiare in maniera bizzarra davanti a Black, con il mento che gli sobbalzava sul petto. E poi...
Una nuvola passò. All'improvviso sul suolo si allungarono tenui ombre. Il gruppo fu bagnato dalla luce della luna.
Piton urtò contro Lupin, Minus e Ron, che si erano fermati di colpo.
Black rimase immobile. Tese un braccio per bloccare Harry e Hermione.
La ragazza si fermò di colpo, sapendo cosa stava capitando al padrino.
- Oh, cielo- esclamò Hermione col fiato mozzo. - Questa sera non ha preso la pozione! Non è innocuo!
- Correte- sussurrò Black. - Correte! Ora!
Ma Harry non riuscì a correre. Ron era incatenato a Minus e a Lupin. Balzò in avanti, ma Black lo trattenne e lo risospinse indietro.
- Lasciate fare a me. CORRETE!
Si udì un terribile ringhio. La testa di Lupin si stava allungando. Anche il corpo. Le spalle gli si incurvarono. I peli spuntarono a vista d'occhio sul suo viso e sulle mani, che si trasformarono in zampe artigliate. Il pelo di Grattastinchi era di nuovo ritto e il gatto indietreggiò...
La ragazza cercò di andare a liberare Ron, ma venne trattenuta dalla mano di suo padre, che la respinse indietro, facendole cenno di allontanarsi.
Mentre il Lupo Mannaro alzava la testa e faceva scattare le lunghe zanne, Black scomparve dal fianco di Harry. Si era trasformato. L'enorme cane simile a un orso fece un balzo in avanti. Mentre il Lupo Mannaro si liberava delle manette che lo tenevano legato, il cane lo prese per la collottola e lo spinse indietro, lontano da Ron e da Minus. Erano avvinti, mascella contro mascella, gli artigli che sferravano colpi laceranti...
Erano bloccati, paralizzati dalla scena, ma l'urlo di Hermione li riscosse.
Minus si era tuffato in avanti per afferrare la bacchetta magica caduta a Lupin. Ron, in precario equilibrio sulla gamba bendata, cadde. Ci fu uno schiocco, un lampo di luce... E Ron giacque a terra immobile. Un altro schiocco... Grattastinchi volò per aria e ricadde a terra.
- Expeliarmus- gridò Harry, mentre la ragazza faceva partire un'incantesimo che assomigliava terribilmente a uno Stupeficium.
- Resta dove sei- urlò Harry, mentre correvano avanti.
La acchetta di Lupin era volata in aria e sparita.
Minus si era trasformato in topo e era scappato.
- Brutto topo schifoso- disse, rabbiosa, la ragazza, facendo per correre a inseguirlo, ma venne trattenuta da un ringhio.
Risuonarono un ululato e un ringhio tonante, mentre Lupin correva verso la foresta ,o meglio, il Lupo Mannaro correva verso la foresta.
- Sirius, è scappato, Minus si è trasformato!- urlò Harry.
Black perdeva sangue; era ferito sul muso e sulla schiena, ma alle parole di Harry si rialzò, e dopo un attimo il rumore delle sue zampe svanì nel silenzio mentre si allontanava di corsa attraverso il prato.
La ragazza non pensò nemmeno a quello che stava facendo, mentre scorreva nella sua stessa direzione, la bacchetta levata, capendo che probabilmente avrebbe avuto bisogno di aiuto.
Lo perse di vista dopo poco ma un gemito la riscosse ,un ugulato, un cane che soffriva.
Sirius.
Senz pensarci ulteriormente corse nella sua direzione, pensando che forse aveva incontrato il Lupo Mannaro che forse aveva incontrato i Dissennatori.
Un tremito la scosse, mentre cercava di correre più veloce che poteva.
L'uggiolio cessò bruscamente. Mentre raggiungeva la riva del lago capì perché: Sirius era nuovamente umano. Era in ginocchio, le mani sopra la testa.
- Nooo- gemette. - Nooo... per favore...
Sollevò lo sguardo, proprio mentre arrivavano da un'altra parte anche Harry e Hermione.
Sollevò la bacchetta puntandola contro i Dissennatori.
- Expecto Patronum- urlò, mentre uno scudo informe di colore bianco accecante si frappone fra lui e i Dissennatori, lasciando un attimo interdetti Harry e Hermione.
Ma quando spostò lo sguardo su suo padre si sentì vacillare.
Era crollato a terra.
E il suo Patronum svanì.
Si precipitò in avanti, ma venne acchiappata da un Dissennatore, proprio mentre il Patronum di Hermione lo allontanava appena.
Ma aveva ottenuto un effetto.
Cadde a terra in ginocchio, tenendosi la testa, mentre altri si avvicinavano, e altri ancora, vincendo il Patronum di Hermione e quello di Harry.
Una lampo di luce abbagliante.
Una luce soffusa, come se ci fosse sopra un panno.
Un foglio di pergamena tenuto fra le mani cancellate della Cooman.
Lo sguardo di terrore di suo padre, di disperazione, di paura di sua madre.
E un urlo.
Una risata.
Sembrava la risata di un folle.
E capì che lei l'aveva sentito, l'avevano portata quando suo padre era stato catturato.
Avevano portato una bambina di neanche un anno alla cattura di suo padre.
Era una cosa inumana, ma del resto, non si erano fatti problemi a catturare e chiudere a Azkaban un'innocente.
E proprio mentre sentiva le palpebre diventare pensanti sussurrò una parole, che avrebbe voluto dirgli tante volte da piccola - Papà- proprio mentre sbatteva la testa a terra, senz vedere il cane e cercava di saltare addosso al cervo provando a giocare, ma quello sembrava troppo concentrato per dargli corda.
Allora anche il cane smise di inseguire il cervo, balzando verso di loro a grandi falcate, come se stesse ancora giocando, scacciando assieme al cerco i Dissennatori.
Intravide qualcuno dietro i Patronum, ma non fece in tempo a formulare un pensiero perché picchiò rumorosamente la testa al suolo, mentre la vista si appannata fino a che non vide tutto buio.

Angolo autrice

Penso sappiate già.
Alcune parti le ho prese da Pptter Pedia, come alcune descrizioni.
Comunque, sapreste dirmi cosa vi da veramente fastidio di questa storia?
E cosa no?
(Se vi va)
Non so se si è capito o meno ma non sono brava a fare questi angoli autrice 😄.
Scusate eventuali errori di ortografia.

Malandrini67
🐾

🐾La figlia di un cane nero 🐾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora