XVII - Affetto frainteso e segreti pericolosi

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Madam Promfery li rilasciò solo due giorni prima della fine delle vacanze di Natale, sotto le lamentele di Ron per non averli rilasciati prima e quelle di Hermione che non capiva perché non li tenesse ancora un po' sotto osservazione.
- Non capisco proprio come faccia a fidarsi così di voi due- stava infatti dicendo quel pomeriggio, mentre i ragazzi si accoccolavano su una poltrona, quella vicina al fuoco.
Faceva parecchio freddo e le altre erano o occupate da persone o occupate da animali.
- Nemmeno io- concordò la ragazza, fissando con un sorriso la ragazza,, che sbuffò esasperata per l'ironia della ragazza.
- Dai ragazzi, sono seria- esclamò, mentre Harry si perdeva a guardare fuori dalla finestra, proprio come stava facendo anche un'altro insegnante.
Silente smise di guardare fuori dalla finestra in quell'istante, richiamato dalla voce seria di Minerva McGranitt.
- Professor Silente, ha capito?- domandò, sapendo che non era vero.
- Non ho capito una parola Minerva- disse, mentre Lupin nascondeva a stento un sorriso alla faccia paonazza della McGranitt.
La donna si ricompose e ricominciò a parlare - Vede professore, pensiamo che Elysia Black stia cominciando a ricordarsi della profezia.
- E come potrebbe?
- Attraverso i ricordi di sua zia- intervenne Lupin prima che la McGranitt potesse parlare.
- Come diceva Remus, sua zia le ha fatti vedere dei ricordi quando era piccola e fra quelli anche quello.
Silente parve pensieroso.
- Non penso comunque che dovremmo dirglielo.
- Ma lei lo verrà a scoprire lo stesso- intervenne Lupin, testardo.
Sapeva quanto fosse determinata alle volte la figlioccia e temeva che, incontrando suo padre, avrebbe scoperto la verità.
- Ma fino a che non lo scoprirà dobbiamo lasciarle vivere una vita il più possibile normale e spensierata- intervenne brusco Silente, non capendo la fretta del padrino della ragazza di dirle la verità.
Lupin annuì, capendo che la discussione era chiusa, anche se non sembrava convinto che fosse la scelta migliore.
- Come pensa sia meglio, professore- disse, mentre usciva dall'ufficio del preside.

Ginny Weasley entrò nella Sala Comune dei Grifondoro, ancora scossa per quanto successo, temendo di aver fatto una qualche magia senza accorgersene.
Non vide nessuno, così si avviò verso il dormitorio maschile, con l'intento di chiedere a Ron come stessero i due amici, ma lo trovò intento a finire i compiti.
Così decise di non disturbarlo.
Era strano che si fosse messo di buona lena a finirli prima dell'ultimo giorno di vacanze, ma non fece domande, al contrario si avviò verso il dormitorio femminile del terzo anno, cercando Hermione.
Lo trovò intenta a leggere un libro, mentre con gli occhi faceva scorrere veloci le parole.
Si schiarì la voce, attirando la sua attenzione.
Sollevò il viso, la fronte corrucciata di quando cerca una soluzione a qualcosa.
- Ginny- esclamò, vedendola, appoggiando il libro e alzandosi.
- Ciao Hermione- salutò, spostando una ciocca rossa.
- Che succede?- domandò, capendo che non aveva intenzione parlare.
- Volevo chiederti come stanno Harty e Elysia- disse - So che sono stati in infermeria e sono andata a trovarlo qualche giorno fa, ma sembrava che stessero meglio, ma non sapevo se fosse vero o no- disse tutto d'un fiato.
La ragazza sorrise.
- Sì, stanno meglio, soprattutto Harry- disse ed era la verità.
La ragazza sembrava ancora scossa per quanto successo.
E poteva capire che si fosse spaventata nella caduta, ma sapeva che non era per quello che la Black era così.
Ma quella verità sembrò gravare nello sguardo della ragazza dai capelli rossi davanti a lei.
- Cos'ha?- domandò dopo qualche minuto di silenzio.
Ma la ragazza non rispose, volendo sentire ciò che aveva da dire.
- Che succede Gin?- domandò, sedendosi sul letto.
Non erano proprio le amiche del cuore dei romanzi, ma le dispiaceva vederla così preoccupata e comunque era sua amica.
Così la rossa le raccontò tutto, da quando li aveva visti alla finestra a quando li aveva visti cadere.
La ragazza non riuscì a trattenere una risata, subito bloccata dallo sguardo della Weasley.
- Che hai da ridere? Sono seria- esclamò, confusa e leggermente irritata.
Perché stava ridendo se la sua amica stava male?
- Non penso sia colpa tua Ginny, l'ho vista in infermeria qualche giorno fa e ho sentito Madam Promfery e la McGranitt che parlavano con Lupin di qualcosa che le avrebbero dovuto dire ma che Silente aveva detto di non dirle- disse, mentre la più piccola cominciava a capire cosa la turbasse.
Non capire cosa stesse succedendo alla sua amica.
Comunque era sollevata che non fosse colpa sua.
- Grazie Hermione- disse, alzandosi, mentre si incamminava fuori.
Scese le scale, mentre faceva per andare a sedersi su una delle poltrone della Sala Comune.
Fred e George la videro, portandosi una mano alla bocca, facendole cenno di tacere, come se ci fosse qualcuno che dormiva.
Si guardò attorno confusa, notando solo in quel momento due ragazzi seduti su una sola poltrone, che dormivano, quasi non avessero capito di trovarsi nella Sala Comune.
E per un'istante Ginny Weasley provò di nuovo quella sensazione di gelosia, scambiando affetto fraterno per qualcosa di diverso.

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