Piton, poco dopo che era ritornati, aveva fatto una scenata, inveendo contro Harry e Elysia, che erano stati abbracciati fino a che non era arrivato lui, nonostante le lamentele di Madama Chips, con la scusa dell'essere sconvolti.
Elysia Black stava correndo verso l'ufficio di Lupin.
Sapeva già da sola, senza che Hagrid lo dicesse, ciò che Piton aveva fatto.
Bussò ripetutamente alla porta.
Lupin le venne a aprire, il volto stanco e provato, ma cercò comunque di abbozzare un sorriso.
- Non possono cacciarti Rem- disse, entrando precipitosamente - Parlerò con Silente, non possono farlo, non possono- disse, voltandosi finalmente a guardare il sorriso abbozzare un sorriso triste.
- Non mi hanno cacciato loro- disse calmo Lupin, mentre alla ragazza tremavano per un'istante le gambe - Sono io che mi dimetto.
- Perché?- riuscì a chiedere solo, mentre si appoggiava a un banco, vedendo il suo padrino fare lo stesso.
- Cosa pensi che succederà domattina, quando i gufi arriveranno portando la posta? Semplice. Nessun genitore vorrà più che un Lupo Mannaro insegni ai loro figli- disse, con una risatina amara - Beh, mi sono divertito quest'anno- mormorò, infilando una mano in tasca.
Ne tirò fuori la Mappa del Malandrino.
- Ci rivedremo Elysia, se avrai bisogno di me, sai come trovarmi, ma ascolta Harry e non andare a cercare tuo padre, quest'estate- disse, fissandola negli occhi grigi, sollevandosi dal banco mentre parlava, passandole la Mappa.
La ragazza scosse la testa.
- Dalla a Harry Remus, io la so a memoria- disse, scrollando le spalle noncurante - Inoltre mi basta fare un'incantesimo per prenderla "Accio"- disse con un ghigno Malandrino che non assumeva già da troppo tempo.
- Sicura?- domandò, mentre lei annuiva, guardandolo infilarle di nuovo in tasca.
Sembrò cercare un attimo, ma poi trovò quello che stava cercando.
Un libro sugli Animagus.
- So cosa stai cercando di fare e sappi che non lo approvo totalmente. E pericoloso, ma so che come ci sono riusciti James e Sirius ci riuscirai anche tu. Solo, leggi questo- disse passandole il libro.
Lo aprì, sfogliandolo.
- Grazie Remus- disse, porgendogli una mano.
Lui la strinse, mentre ragazza annuiva.
- Ci vediamo Lunastorta- disse, avviandosi verso la porta.
- Ah, Rem-Rem- disse, voltandosi - A questo punto sappi che non sei più esonerato dagli scherzi, dato che non sei più l'insegnate di Difesa.
- Perché non volevi fare scherzi all'insegnante di Difesa?- domandò, con già un'idea in mente.
- Perché non tengono la cattedra più di un anno da soli, non penso serva un incentivo.
Il professore riuscì a scoppiare in una risata.
- Ci vediamo, Elysia- disse, accennando a un sorriso.
La ragazza annuì, uscendo in fretta dalla stanza, mentre scontrava Harry nel corridoio.
- Ci vediamo in Sala Comune?- domandò la ragazza con un sorriso mogio.
- Lago?- propose il ragazzo.
- Foresta?- tentò lei.
- Parco?- la ragazza capì che non sarebbe andato oltre così accettò.Ma il vero problema arrivò quella sera, o meglio, quella notte, quando tutti andarono a dormire.
Una ragazza si dibatteva furiosamente fra le mani di una donna.
Bellatrix Lestrange la teneva salda per le spalle, impedendole di scappare.
Gli occhi della ragazza chiedevano pietà, proprio mentre cercava di allontanarsi.
Il sogno cambiò improvvisamente, come se non dovesse sapere prima ciò che sarebbe successo.
- Elysia, che cosa hai fatto?- domandò preoccupato qualcuno davanti a lei, osservando il grosso cane nero dinanzi a sé.
- Ho fatto quello che ritenevo giusto- rispose lei, riprendendo sembianze umane, tronando verso l'amico, il quale indietreggiò di un passo, bloccandole involontariamente il passo a quella vista.
- Ho dovuto farlo, capisci?- domandò quasi isterica lei, fissandola con una nota di supplica nella voce. Non poteva perdere anche lui, che le era sempre stato accanto, vicino, anche nei momenti più brutti, più bui.
- Ti sei unita a loro- gridò fuori di sé lui, indicando un'immaginaria schiera di Mangiamorte.
- Sì- ribattè lapidaria lei, fissandolo freddamente negli occhi verdi.
- Ho dovuto farlo Harry, era il mio destino e lo sapevi, lo sapevi anche tu- disse lei, fredda come il vento che soffiava furioso in quel momento, graffiando e scalfendo i volti contratti dalla rabbia dei due giovani, costretti a crescere troppo in fretta, strappati con forza alla loro infanzia, alla loro innocenza, al loro essere bambini.
Il suo tono era freddo come non lo aveva mai sentito prima quando disse quelle parole, senza nessuna traccia del calore che la contraddistingueva, che la rendeva se stessa, che la rendeva quella che era, senza il minimo amore fraterno, quello stesso amore fraterno che provava verso io ragazzi ma che aveva dovuto sopprimere a forza dentro di sé, nascondendole al mondo intero.
- Addio Harry- detto ritornò un lupo, correndo via.
Si svegliò urlando, proprio mentre anche Harry faceva lo stesso.
Scese le scale del dormitorio, aveva cercato di non svegliare nessuno.
Ma non sapeva che Hermione l'aveva sentita.
Si sedette su una poltrona, tenendosi il viso nascosto fra le mani, mentre cercava di allontanare dalla mente il ricordo di quel sogno.
Ma soprattutto, cercava di allontanare dalla mente il ricordo del tatuaggio sull'avambraccio sinistro.
- Che vuol dire?- mormorò, passandosi una mano fra i capelli neri sparati in aria.
- Non ne ho idea- rispose una voce alle sue spalle, facendola sussultare quando la riconobbe.
Era quella del suo sogno, quella del suo migliore amico.
Sentì gli occhi pizzicare, ma nascose quello che provava.
- Di cosa?- domandò la ragazza, voltandosi e sporgendosi sopra la sedia, fingendo ingenuità.
- So che lo hai sognato anche tu El- disse il ragazzo, sedendosi nello spazio libero della poltrona, mentre la ragazza si spostava appena per fargli posto.
- Da cosa l'hai capito?- domandò con voce bassa, cupa.
- Da come ti sfiori il braccio come a cercare qualcosa che non c'è- disse Harry, ma guardando negli occhi l'amica trasalì - Perchénon c'è, vero Elysia?- domandò preoccupato come lo era stato poche volte.
Ma quel suo tentennare.
- No Harry, certo che no- disse, tremando leggermente, allontanando la mano dal braccio, trasalendo.
- Solo ho paura che possa essere vero.
- Vuoi unirti a loro?- domandò confuso quando riuscì a parlare.
- No, ma ti pare Harry?- domandò, leggermente stizzita dal fatto che l'amico mettesse in dubbio la sua lealtà - Ma ho una brutta sensazione, come se quel tatuaggio.... come se sapessi che quel tatuaggio.... che avrò anche io quel tatuaggio Harry- mormorò senza riuscire a guardarlo negli occhi.
E quell'anno non sembrava nemmeno lei, tanto che si diede una scrollata, riprendendosi.
- Comunque, per ora sono ancora io, quindi- ma Harry la interruppe.
- Ma tu non vuoi unirti a loro, verso Ely?- domandò, costringendola a guardarlo, mentre il suo sguardo la obbligava a dire la verità, come faceva sempre, neanche fosse del veritaserum.
La ragazza sbuffò - Ovvio che no Harry, ma la mia famiglia- tremò quasi impercettibilmente - Loro vorrebbero... vorrebbero vedermi marchiata.
E quelle parole risuonarono per quasi tutta l'estate nella mente di Harry, che non riusciva a dimenticarle.
Si voltò, guardando la ragazza sprofondare nella poltrona, appoggiando la testa al tessuto rosso, addormentandosi, senza sognare nulla come prima.Angolo autrice
Dunque, questa volta non è per dire dove ho preso le parti perché questo è incentrato quasi tutto su Elysia.
Infatti volevo ringraziare quelli che sono arrivati fino a questo punto per avermi sopportata.
Spero che il sogno vi stia incuriosendo, scoprirete più avanti cosa significava anche la pergamena.Malandrini67
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🐾La figlia di un cane nero 🐾
FanfictionElysia Black è cresciuta con gli unici parenti che le erano rimasti, i Malfoy. Al suo terzo anno scoprirà cose che le cambieranno completamente la vita, così come ad Harry. Più malandrina di quanto il padrino si fosse immaginato, scoprirà cose che p...