Il treno sbuffava impaziente, reclamando i suoi passeggeri.
Erano le undici meno due minuti e la ragazza era come al solito già seduta sul treno, nell'unico scompartimento libero.
- Devo parlarvi in privato- sentì dire da una voce a lei familiarissima mentre il treno partiva.
- Va via Ginny- disse Ron, mentre la giovane Black scuoteva la testa per il suo poco tatto e la sua mancanza di delicatezza, esasperata.
- Sei proprio carino- la sentì ribattere irritata, per poi udire i suoi passi sparire nel corridoio illuminato dal sole del treno.
Piano piano i passi si fecero sempre più vicini alla giovane, tanto che riusciva a sentirli bene, molto bene.
Ad un tratto qualcuno aprì la porta, mentre delle dita quasi bianche ed affusolate la spostavano, rivelando tre ragazzi del terzo anno di Grifondoro.
- Un po' più di tanto no, eh Ronald?- domandò schietta Elysia, fissandolo divertita. Non le era ancora andata giù la piccola discussione avvenuta l'anno prima su quello stesso treno, al ritorno da scuola a giugno.
- Ma... Ma tu c-come hai f-fatto a sentire la conversazione? Cioè, tu sei qui e-e-e-e n-noi e-erav-vamo l-là i-n f-f-f-fon-do- blabettò confuso Ron, indicando prima lei poi la cima del treno dove si trovavano.
- Ho i sensi leggermente sviluppati- disse lei, poi, con un ghigno furbo aggiunse - E ti consiglio di smetterla di balbettare, non vorrai fare concorrenza a Rapotor, vero?- domandò ironica, vedendo la sua bocca chiudersi di scatto.
- Secondo voi chi è?- domandò Ron, sedendosi lontano dal finestrino.
- Il professor R.J. Lupin- sussurrò Hermione, sotto lo sguardo scioccato di Ronald.
- Come fai a saperlo?- domandò basito Ron.
- C'è scritto sulla valigia- disse semplicemente lei, mentre la giovane Black interveniva, capendo chi fosse l'uomo.
- È Remus John Lupin, deve essere un professore.
- E tu come lo sai?- domandò dubbioso Harry, mentre lei svicolava la domanda con una semplice parola "Intuito" mimato con le labbra.
- Chissà che cosa insegna- commentò Ron, osservando il malconcio professore.
- È ovvio- sussurrò Hermione - C'è solo una materia a cui manca un professore, no?
- Difesa contro le Arti Oscure- concluse pensierosa Elysia, osservando il profilo del padrino, che non aveva mai incontrato, ma che sapeva essere lui.
- Sapete, sembra che quel posto porti iella- disse Ron - Bhe, spero che sia all'altezza- disse dubbioso Ron - Ha l'aria di chi basta una fattura per stenderlo- completò la frase, osservandolo attento.
- Fidati Ronald, è molto più forte di quel che sembra- disse lei, studiando il padrino, ricordando i racconti che le narrava di nascosto Narcissa quando era più piccola su ciò che facevano suo padre ed i suoi amici ad Hogwarts e decisamente non era un pappamolle, affatto.
- Che cosa dovevo dirci Harry?- domandò Hermione, interrompendo i pensieri di tutti, uno più diverso dall'altro, anche se il punto centrale restava sempre quello. Il nuovo professore di Difesa.
Harry raccontò la discussione che aveva avuto con il signor Weasley e la discussione fra i genitori di Ron.
Alla fine erano tutti sconvolti, tutti tranne una persona.
Elysia sapeva che sotto la protezione di Silente Harry non correva alcun pericolo, solo che il preside non si doveva allontanare da scuola, era fondamentale.
Persa com'era nei suoi pensieri non si era accorta che la conversazione era andata avanti.
- Che cos'è questo rumore?- domandò Ron, riscuotendola dai suoi pensieri, mentre un fischio proveniva dal baule di Harry, attirando l'attenzione generale.
- Quello è uno Spioscopio?- domandò incuriosita Hermione, indicando con lo sguardo l'oggetto che continuava a vorticare sulla mano di Ron, scintillando.
Una volta visto che non era nulla di pericoloso la ragazza si riprese di nuovo nei suoi pensieri, osservando la campagna sfrecciare fuori dal finestrino, mentre glia litri continuavano a parlare, ignorandola bellamente.
- Non hai il permesso di venire- domandò Ron, cominciando a fare congetture per fare andare ad Hogsmead Harry.
- Nemmeno io posso- disse demoralizzata la giovane, facendo sobbalzare tutti quanti, che si erano totalmente dimenticati della sua presenza da tant'era silenziosa quel giorno.
- Ed ecco spiegato il motivo per qui i Serpeverde stanno ancora godendo un attimo di pace- commentò ironica Hermione, osservandola attentamente.
Imporvvisamente Grattastinchi balzò imbraccio ad Hermione, saltando poi sulla ginocchia di Ron, mentre questo spingeva via il gatto furiosamente.
La ragazza rincominciò a guardare fuori, ignorando tutto e tutti, anche la signora del carrello, rifiutando persino la cioccorana che Harry le offriva.
- Allora è grave- disse fingendosi pensieroso Ron - Tu che rifiuti una cioccorana è quasi più strano che Piton vestito colorato- esclamò stranito, subito zittito da una gomitata di Harry, che aveva capito il malumore dell'amica.
Lei scosse la testa, cercando di ignorarlo ancora, mentre i loro discorsi le scivolavano addosso, come acqua sul vetro, entrando da un orecchio ed uscendo dall'altro.
Questo fino a che non si scatenò un mezzo putiferio.
Erano intanto arrivati Ginny Weasley e Neville Paciock, ma non fu quello a riscuoterla dai suoi pensieri.
Fu un'altra cosa , di natura ben diversa e di sicuro meno piacevole, molto, ma molto meno piacevole.
"Molto molto, ma molto meno piacevole" aggiunse lei nella mente, rabbrividendo, mentre poi la stessa sensazione le sarebbe rimasta per anni, negli anni a venire.
Le luci si spensero di botto, così come la corsa del treno si arrestò, rallentando un poco prima, fino a fermarsi ferocemente e velocemente, facendo sussultare tutti.
- Ma com'è possibile, non possiamo esserci già!- esclamò Hermione, mentre Ron scrollava le spalle, segno che non lo sapeva.
"Come se fosse una novità" pensò di nuovo e nuovamente la ragazza corvina, studiando attentamente l'espressione della castana, che stava passando dallo stupito al confuso a mille altre emozioni e sensazioni e sentimenti in meno di uno o due secondi.
C'erano persone che inciampavano addosso ad altre, lievi e leggeri urli ed urletti di stupore e paura quando qualcuno metteva la mano su o il gatto od il topo Crosta.
Improvvisamente lo sportello scattò, aprendosi sotto la pressione di una mano putrida.
Il freddo cominciò ad avvolgere tutti i presenti, scacciando via la felicità e lascia do la tristezza e la disperazione a rimbombare come unica cosa negli animi dei passeggeri, gelandolo sul posto.
Quegli esseri cominciarono a succhiare la felicità a tutti i presenti.
Così, come d'improvviso ad Harry il poco colore che possedeva venne meno, lasciandolo lì più candido di un lenzuolo bianco latte.
Svenne, mentre l'oscurità avvolgeva la sua mente per qualche istante.
Elysia Black si era distratta quel tanto, poco, che aveva permesso ad un Dissennatore di agguantarla per una manica, trascinandola per il treno.
Rimase lì, ferma, immobile, non sapendo che cosa sarebbe successo.
Vide passare davanti ad i suoi occhi grigi tutti gli sportelli del treno, fino ad arrivare alla testa dell'Hogwarts Express.
Lì, uno di loro cominciò ad abbassare il cappuccio, proprio mentre un lieve Poff risuonava nell'aria fredda e gelida della sera.
- L'hanno preso- sentì esclamare da una voce.
- È impossibile, guarda meglio- ribatté un'altra, più secca e seccata. La riconobbe all'istante. Era Cornelius Caramell. Ma non lo sentiva quasi, tant'era la concentrazione che prestava a ciò che si trovava di fronte.
Urlò, di paura, di stupore e di disgusto, quando vide che cosa componeva il volto di quell'essere spregevole all'intero mondo magico.
Solo un grande vortice come bocca e null'altro. Niente, niente di niente. Ne occhi, ne naso, ne orecchie. Solo un buco nero, un vortice di oscurità e malvagità percepibile a pelle a chilometri e chilometri di distanza.
- Fermatelo!- gridò qualcuno, del quale non riconobbe subito la voce, ci impiegò qualche minuto.
- Expetto Patronus- sentì dire da qualcuno, mentre l'essere si allontanava, appena prima di eseguire il bacio del Dissennatore.
Strabuzzò gli occhi grigi, voltandosi a guardare verso il lupo che si dirigeva dalla sua parte.¹
Si voltò a guardare verso la persona che l'aveva evocato, che stava ora rimettendo via la bacchetta.
- Come potete vedere non si tratta di Sirius Black- disse, calmo e pacato come sempre, esattamente come nei ricordi che ogni tanto la zia le mostrava, facendole inumidire gli occhi pensando a tutto quello che era successo nel mentre, nel frattempo.
Tante persone erano morte, altre avevano tradito ed altre ancora erano rimaste sole. Alcune invece erano stati costretti ad una vita infelice, o almeno in parte e per un certo periodo interamente.
- Professor Lupin. Lieta di constatare che non mi ha scambiata per mio padre- disse la ragazza, scoccando un'occhiataccia furtiva e di nascosto al Ministro della Magia.
Solo il lupo mannaro se ne accorse e le sorrise, complice.
Era la prima volta che si rivedevano dopo anni e fra il padrino e la figlioccia si creò un silenzio testo ed imbarazzato.
Lei sorrise malandrina, per poi avviarsi verso lo scompartimento dove si trovavano i suoi amici.
- Sono felice di aver rincontrato il mio padrino, Rem-Rem- sussurrò lei quando gli passò accanto uscendo, facendolo sbiancare e sussultare, mentre il fumo gli usciva a mome ti dalle orecchie per il "lieve" furore al sentire quel nomignolo tanto odiato.
Lei sorrise di sbieco, ghignando, il solito ghigno dei Black stampato in volto, mentre camminava verso lo scompartimento da poco lasciato.
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🐾La figlia di un cane nero 🐾
FanfictionElysia Black è cresciuta con gli unici parenti che le erano rimasti, i Malfoy. Al suo terzo anno scoprirà cose che le cambieranno completamente la vita, così come ad Harry. Più malandrina di quanto il padrino si fosse immaginato, scoprirà cose che p...