III - Il ricordo del Dissennatore

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Arrivati davanti alla Sala Grande la McGranitt fece fermare un attimo Harry e Hermione, convincendoli a parlare con lei nel suo ufficio.
Si scambiò uno sguardo con Ron, non capendo cosa stesse succedendo, per poi alzarsi dai gradini sui quali si era seduta e avviarsi in Sala Grande.
Le porte maestose erano aperte e gli studenti sciamavano dentro la stanza come un branco di caproni affamati.
Si sedette di al tavolo dei Grifondoro senza proferire parola, scambiandosi solo ogni tanto qualche accenno di cortesia.
La discussione bruciava ancora come una ferita fresca, convincendoli a stare zitti fra di loro.
Aspettarono che lo Smistamento fu finito, fino all'arrivo dei loro amici.
ompartimento del treno.
Arrivarono dopo poco, perdendosi lo Smistamento.
- Cos'è successo?- domandò Ron, mentre Harry cominciava a raccontare.
- Benvenuti- disse Silente, con la luce delle candele che gli risplendeva nella barba.
- Benvenuti a un altro anno a Hogwarts! Devo dirvi solo poche cose, e siccome sono tutte molto serie, credo che sia meglio toglierci il pensiero prima che finiate frastornati dal nostro ottimo banchetto...-
Silente si schiarì la voce e riprese.
- Come ormai tutti saprete dopo la perquisizione dell'Espresso di Hogwarts, la nostra scuola attualmente ospita alcuni dei Dissennatori di Azkaban, che sono qui in missione per conto del Ministero della Magia.
Si interruppe, fissando gli studenti con aria seria, come se non fosse contento della cosa.
- Sono di guardia a tutti gli ingressi» riprese Silente - E finché rimarranno con noi, voglio che sia chiaro che nessuno deve allontanarsi da scuola senza permesso. I Dissennatori non devono essere presi in giro con trucchi o travestimenti, né tantomeno coi Mantelli dell'Invisibilità- aggiunse in tono neutro, e Harry e Ron si scambiarono un'occhiata. - Non fa parte della natura di un Dissennatore comprendere eventuali scuse o suppliche. Di conseguenza vi metto in guardia tutti quanti: non date loro motivo di farvi del male. Conto sui Prefetti, e sui nuovi Capiscuola, perché facciano in modo che nessuno entri in conflitto con i Dissennatori- disse.
Percy Weasley tirò in fuori il petto, mostrando la spilla luccicante appesa alla divisa, ma la ragazza aveva la mente altrove e non vi fece caso come invece fecero gli altri.
"Non date loro motivo di farvi del male" aveva detto Silente.
Lei non voleva dargli motivo di fargli del male ma loro... L'avevano già scambiata una volta con Sirius Black, con suo padre, perché non farlo di nuovo, perché non attaccare lei.
- Elysia- la chiamò Harry, scuotendola per una spalla, fissandola negli occhi grigi.
Lo sguardo era spento, vacuo come quello di chi è perso in pensieri lontanissimi.
- Elysia rispondimi- disse scrollandola.
Non aveva toccato cibo, non aveva toccato i calici e nemmeno la torta.
Era ferma, ditta e rigida come un palo, lasciandosi scuotere come una foglia dalla mano sottile e pallida del ragazzo.
- Cosa c'è Harry?- domandò come se si fosse svegliata da un sogno ma non lo volesse dare a vedere.
Si guardò attorno, si stavano alzando e allontanando tutti.
- Andiamo, Percy sta già radunando tutti all'appello.
- Andiamo- rispose la ragazza alzandosi, seguendo gli amici fino alla Sala Comune.
- Fortuna Maior- disse Percy, lasciando che il ritratto si spostasse, mostrando l'ingresso della Sala.
Entrarono, guardandosi attorno.
Solo una figura schizzò di sopra, verso i dormitori.
I capelli neri erano scossi dall'aria della corsa.
Si chiuse la porta alle spalle, schizzando indietro nel vedere un'elfo domestico finire di sistemare.
- Oh- disse solo, scomparendo con un sonoro puff.
- Elysia?- domandò Hermione, raggiungendola.
- So che non siamo migliori amiche, però sai che ti puoi fidare di me, se c'è qualcosa che- disse, ma la ragazza non la lasciò finire.
- No, non ho niente da dire Hermione, ora per favore vorrei riposarmi, è stata una giornataccia- disse, chiudendosi in bagno per cambiarsi.
Si lasciò scivolare a terra, contro il muro, stanca e provata per il viaggio.
Aveva cercato di fare finta di niente, di fare sembrare che non ci fosse nulla di strano, che andasse tutto come al solito, ma non era così, e lei lo sapeva, lo sapeva come era normale che l'acqua fosse bagnata.
Incontrare quel Dissennatori l'aveva scossa più di quanto volesse dare a vedere.
Harry era svenuto e lei no, anche se non capiva come fosse possibile sapeva che se Lupin non l'avesse fermato avrebbe fatto una fine ben peggiore di quella di Harry.
Prese un respiro profondo, alzandosi, asciugandosi le poche lacrime che erano scende, sciacquando la faccia e cambiandosi per coricarsi nel baldacchino di Hogwarts, preparandosi a partire la notte insonne al ricordo del Dissennatore.

Alcune parti, come il discorso di Silente, le ho copiate da Potterpedia

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