XIII - Scuse fraintese e travestimenti divertenti

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Harry non parlò all'amica per giorni.
Non perché fosse arrbbiato con lei.
Sapeva che era figlia di un pluriomicida.
No, si vergognava di come si era comportato, di aver scaraventato la sua rabbia su di lei, di essere arrivato a pensare di lanciare la fattura pietrificante, e di lasciarla lì, da sola, senza dire niente a nessuno.
Era stata più veloce lei e l'aveva disarmato, o se ne sarebbe pentito.
E ciò che aveva oensatod i fare lo faceva stare male.
Ma non capiva che a non parlare, a non incrociare il suo sguardo, a non riuscire a tenere alzata a la testa quando la vedeva o non riuscire a stare nella stessa stanza faceva fraintendere tutto.
- Svegliati, dai Elysia svegliati, non puoi stare coricata a letto a disperati per sempre.
- Hermione, Harry ha ragione- sussurrò la ragazza - Dovevo dirgli la verità- sussurrò, guardando l'amica.
Gli occhi di solito così freddi quando stava male erano ora come persi, in cerca di un'appiglio, perché avevano perso il loro appiglio.
- Quello sì, ma non è colpa tua ciò che ha fatto Sirius Black.
- Ma è mio padre Hermione, non capisci?- domandò, fissando l'amica.
- Fai come vuoi, ma almeno vai a parlare con qualcuno, se ti tieni tutto per te, prima o poi diventerai come tua zia- disse la ragazza.
Ottenne ciò che sperava, che l'amica scattasse in piedi.
Solo non aveva calcolato il fatto che potesse essere più feroce di prima.
- Non osare paragonarmi a lei- disse con i denti digrignati.
La mano vicina alla bacchetta fece tremare per un istante l'amica.
Quell'istante bastò per fare tornare lucida la ragazza.
- Scusa Hermione- sussurrò, allontanandosi da lei - Non so cosa mi sia preso- disse aprendo la porta.
Stava perdendo lucidità e sapeva che se avesse continuato a fare così non sarebbe andata lontano senza fare danni.
Hermione le aveva detto di andare a parlare con qualcuno, solo che non sapeva con chi parlare.
Harry non riusciva a stare nella sua stessa stanza, Ron faceva come Harry, Hermione l'aveva quasi aggredita, Fred e George avrebbero finito per farla ridere e aggirare il problema.
Pensò a che professore chiedere.
Alcuni non li conosceva così tanto.
Silente sarebbe sembrato un podblema troppo difficile solo per lei, la McGranitt non l'avrebbe ascoltata veramente, Piton l'avrebbe aiutata a darsi addosso da sola.
Sapeva da chi andare.
Prese a correre per i corridoi.
Raggiunse l'ufficio di Lupin, trovandolo chinò sulla scrivania.
- Buongiorno- sussurrò.
Lupin sollevò lo sguardo, incrociando lo sguardo della ragazza.
- Elysia- salutò Lupin - So che sei stata assente parecchi giorni, cos'è successo?- Lupin sapeva che c'era qualcosa di grave sotto.
- Harry a scoperto tutto- sussurrò la ragazza, sedendosi.
- Sa di Sirius Black?- domandò sorpreso Lupin.
- Ne ha sentito parlare ha detto Hermione- disse la ragazza.
- Devi lasciargli del tempo, se assomiglia a James come credo- disse Lupin.
- Gli ho lasciato tempo e ha peggiorato le cose.
Lupin la guardò stupita.
La ragazza raccontò tutto.
- Sai cosa ti dico Elysia?- domandò Lupin.
La ragazza lo guardò confusa, vedendo uno scintillio dietro lo sguardo triste.
- Accio Mappa del Malandrino- disse Lupin.
Dopo poco la Mappa gli arrivò in mano.
- Giuro solennemente di non avere buone intenzioni- disse, con tristezza.
Non provava nemmeno a nascondere il fatto che conoscesse la Mappa.
- Il passaggio sotto il Platano- disse Lupin - Devi solo toccare il bottone sulla corteccia del Platano e si fermerà un'istante, solo il tempo di lasciarti passare.
- Come mai me lo sta dicendo professore?
- So che avevi trovato un'incantesimo, ma non durava abbastanza vero Elysia?- domandò Lupin - Sai già dove porta questo passaggio?
- Mi ero fatta un'idea- disse la ragazza.
- Se vorrai stare sola, è un buon posto, lì non ti troverà nessuno dei tuoi amici, non credo conoscano quel passaggio- disse Lupin, fissando la ragazza con gli occhi grigi.
- Mi dispiace di non essere venuta alle lezioni Anti-Dissennatore.
- Non fa niente, vieni questo pomeriggio- disse Lupin, fissando la ragazza.
- Buonagiornata- disse la ragazza sorridendo.
Uscì dalla stanza, con un'unico pensiero in testa, correre dal Platano.
Percorse i corridoi del castello di corsa, sfrecciando fuori in giardino.
Incontrò Hermione.
- Elysia dove vai?- le urlò dietro, fermandola.
- Vado a stare da sola Hermione- disse schizzando via dalla vista dell'amica appena prima che di esse qualcosa.
Non aveva voglia di andare a cercare Harry e chiederglis causa per qualcosa di cui lei non c'entrava niente.
Vide due occhi gialli guardarla, scintillanti.
Non pensò al fatto che poteva essere lo stesso cane nero che era Sirius Black a Hogwarts.
- Ciao- sussurrò la ragazza, tenendo una mano al cane, per farsi annusare la mano.
Il cane si avvicinò titubante, quasi temesse che facesse qualcosa.
Si accovacciò accanto a lei, mettendole il muso in grembo, sulle mani.
Le dita scivolavano veloci sul pelo sporco.
- Cosa ti è successo?- domandò la ragazza, fissando il cane.
Un ululato le fece capire che non poteva parlare.
Senza accorgersene si addormentò, appoggiata sulle zampe del cane, fidandosi dell'animale.
Si svegliò, pensando di essersi immaginata tutto.
Si ritrovò piena di peli fra i capelli e sulle mani.
Si era veramente appoggiata al cane.
Lo cercò con lo sguardo.
Incrociò uno sguardo che pensò essere umano.
Il cane le si avvicinò, scodinzolando, volendo giocare.
Le si lanciò addosso, di lato.
- Ehi, aspetta- disse ridendo, mentre il cane la fissava, tenendola per le spalle, quasi la stesse abbracciando.
- Devo andare- disse la ragazza al cane, correndo via.
Arrivò al castello, correndo per i corridoi.
Fece finta di non vedere Harry seduto sulla poltrona.
Lo vide alzarsi e a dare nella sua direzione, così accelerò, sfrecciando sulle scale, sapendo che non poteva seguirla.
Aspettò che tutti dormissero per poter prendere un sospiro di sollievo e ridare a Harry la Mappa.
Corse giù dalle scale, salendo le scale del dormitorio maschile, aprendo la porta del dormitorio del terzo anno.
Aprì la porta, appoggiando la Mappa sul comodino.
- Fatto il misfatto- sussurrò, facendo sorridere nel sonno Harry, che si voltò verso di lei.
- Elysia, che ci fai tu nel nostro dormitorio?- domandò Ron, svegliandosi.
- Ho trovato questa- disse con un sorriso, mostrando la Mappa.
Uscì, tornando in dormitorio.

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