Il giorno dopo, alle sette in punto mi sveglio per poi alzarmi e andarmi a preparare.
Scendo giù e auguro una buona giornata alla signora della pensione.
-"Cara non ti fermi a fare colazione?"chiede sorridendo.
-"Oh, ehm... vado di fretta, faccia come se avessi accettato."dico sorridendo per poi uscire.Ho dormito bene questa notte, nonostante sia la prima notte che passo lontana da casa mia.
Ieri notte prima di addormentarmi ho mandato un messaggio a mia madre per dirle che stavo bene e di non stare in pensiero per me.
Mi manca, ma a me mancava molto di più quel senso di leggerezza, senza pensieri e preoccupazioni... ero alla ricerca della mia tranquillità.
Mi avvio verso il bar, e passando per Via del Corso noto dei ragazzi intenti a montare degli strumenti, saranno degli artisti di strada che vogliono emergere, li invidio tanto, stanno inseguendo il loro sogno.
Arrivo al Bar ed entro un po' in imbarazzo.
Noto una ragazza mora, sulla trentina penso, che stava pulendo un tavolo, così decido di avvicinarmi a lei e parlarle dell'annuncio sul giornale.
-"Ciao, ho letto l'annuncio sul giornale. Mi chiedevo se era ancora valido."dico sorridendo cordialmente alla ragazza.
-"Si ciao, per l'annuncio devi annà a parlà co' er proprietario."dice in modo brusco e sgarbato.Annuisco senza dire nulla e chiedo del proprietario che dopo cinque minuti arriva.
-"Salve signore, mi chiamo Greta Rìos, sono qui per l'annuncio."dico in modo cordiale e gentile.
-"Ciao, cosa sai fare?"
-"Un po' di tutto. So pulire, servire, preparare qualche cocktail e anche cucinare."
-"Ma quanti anni hai?"chiede curioso mentre mi scruta.Il suo sguardo mi mette in soggezione e mi imbarazza.
-"Diciassette."dico con voce flebile, ho paura che non mi prenda.
-"Hai lasciato la scuola?"chiede confuso.
-"No, assolutamente! Mi sono appena diplomata ad un liceo linguistico quadriennale.
Parlo perfettamente inglese, francese, spagnolo e tedesco e in più so qualche parola di giapponese e coreano."dico tutto d'un fiato e in imbarazzo.
-"Perfetto Greta, caschi a fagiolo, mi serviva una come te. -dice ridacchiando.-Ti prendo in prova come barista, starai al bancone, se sarai presa qualche volta aiuterai anche in cucina. Ovviamente la settimana di prova ti sarà retribuita."
-"Grazie grazie, non se ne pentirà. Quando posso cominciare?"chiedo con un sorriso ampio e sincero.
-"Per oggi fai mezza giornata, cominci alle diciassette, puntuale."
-"Certo! Non se ne pentirà."dico entusiasta per poi uscire dal bar e fare strada per tornare alla pensione con ancora un sorriso smagliante.Mentre cammino però un uomo di forse cinquant'anni mi fischia ed inizia a fare apprezzamenti sul mio corpo che mi mettono in imbarazzo e in soggezione, ma soprattutto mi fanno avere paura... in pieno giorno.
-"Ehi, bambolina, complimenti. Ti va di divertirti un po'?"chiede quel bifolco mentre si avvicina a me.
Continuo a camminare ma quell'uomo mi afferra per un braccio e mi strattona.
-"Devi rispondere quando qualcuno ti parla, troietta!"dice mentre mi stringe il polso.
Sto morendo di paura, puzza d'alcol e fumo e per lo più non mi piace di aspetto, che è un male intenzionato si vede lontano un miglio.
Provo a non piangere e mantenere il controllo, ma è tutto invano, sento le lacrime che mi rigano il volto.
Provo a strattonare il mio polso dalla sua stretta, ma è troppo possente... sono intrappolata.
Sento delle lacrime calde che scendono lungo tutto le mie guance, avendo il sopravvento.-"Che fai? Piangi?"dice ridendo e prendendosi gioco di me.
Con una mano mi accarezza la guancia e lì il mio respiro si blocca, ho il cuore che sta per scoppiarmi nel petto, lo stomaco mi si stringe in una morsa e sento che le gambe non reggeranno ancora a lungo il mio peso.
Cadrò, me lo sento.
Scende con la mano e sta per toccare il mio petto.
-"Ehi, lasciala stare!"sento urlare da un ragazzo da lontano.
L'uomo mi lascia ed io ancora terrorizzata e tremante raccolgo lo zaino che mi era caduto dalle spalle quando mi ha strattonata.
Il ragazzo viene da me e si inginocchia per aiutarmi e nota le mie mani che tremano e le mie lacrime che non cessano di scendere.
-"Ehi, stai bene? Ti ha fatto qualcosa?"chiede mentre mi prende le mani.
Non riesco a parlare, l'unica cosa che faccio è scuotere la testa.
-"Io sono Ethan."dice sorridendo per farmi distrarre dall'accaduto.
-"Gre-Greta."sussurro.
-"Vuoi che ti accompagni a casa?"chiede preoccupato.
-"No-non ti preo-preoccupare. Grazie mille... se non fossi stato qui, chissà cosa sarebbe successo."dico con voce tremante.Le lacrime continuano a scendere e con non so quale forza di volontà riesco a trattenere il mio quasi attacco di panico, prendo un respiro profondo e scappo, per oggi sono stata umiliata e privata del mio essere donna e poter camminare senza paure direi anche abbastanza.
•POV'S Ethan•
La ragazza scappa, ancora traumatizzata, quanto mi dispiace... una ragazza non dovrebbe avere paura di girare da sola né in pieno giorno né di notte, una donna non merita di essere trattata così.
Perché non lo capiscono?Torno dagli altri mentre il pensiero di quella ragazza mi tormenta, chissà se è arrivata a casa.
Non sembrava nemmeno di qui, era così spaesata.
-"Ehi, ma che fine hai fatto?"chiede Vic non appena mi vede.
-"Sei andato a prendere l'acqua e non sei tornato più."dice Thomas.
-"Scusate, ho difeso una ragazza da un uomo che le aveva messo le mani addosso."dico ancora stizzito dall'accaduto.
-"Oh dio, ma le ha fatto qualcosa?"chiede Vic preoccupata.
-"Per fortuna sono intervenuto in tempo..."dico mentre penso che probabilmente se non ci fossi stato io non l'avrebbe aiutata nessuno, visto che stavano tutti lì a passare e a fare finta di nulla, che odio l'indifferenza della gente davanti a scene simili!
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-vorrei vedere con i tuoi occhi- ||Ethan Torchio||
Fanfiction"vorrei vedere dai tuoi occhi, sentire dalle tue orecchie, sentire con la tua pelle, baciare con la tua bocca." -Frida Kahlo