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Il giorno dopo mi sveglio e la trovo ancora stretta a me che dorme.
Sorrido.
Il mio sorriso diventa ancora più ampio se penso a ieri sera, sapesse quanto ho aspettato quel bacio.

Mi mordo il labbro al pensiero e la stringo di più a me.
La sento muoversi e sento freddo sul petto, segno che si è alzata.

-"Ciao!"dico sorridendo.
-"Ciao."dice sorridendo a sua volta.

Si stiracchia e quando si rende conto di essere in intimo arrossisce.

-"Non dirmi che abbiamo..."inizia nel panico.
-"Oh, no no."dico mentre sento il calore dell'imbarazzo propagarsi sulle mie guance.

Non avrei mai potuto fare una cosa del genere, per quanto io possa essere attratto da lei.
Non oserei mai farlo senza il suo consenso, soprattutto se ubriaca.

-"Non sto per nulla insinuando che tu sia un approfittatore, anzi.-dice in imbarazzo.-Solo che da ubriaca ho paura di combinare danni e se fosse successo qualcosa non me lo sarei perdonata mai, mi sarebbero venuti i sensi di colpa per la tua ragazza."

La mia ragazza.
Sempre lei.

-"No, non è successo nulla."

Beh, proprio nulla non direi, ma non è nemmeno successo l'irrimediabile.

-"Menomale."dice sorridendo mentre si alza e va in bagno.

Sospiro e mi distendo sul letto con le mani sotto la testa e inizio a sognare ad occhi aperti.
Perché deve essere complicato spiegare i propri sentimenti?
Non lo capirò mai.

Esce dal bagno asciutta e vestita, con uno strano sorriso sulle labbra.
Mi giro a pancia in giù per non osservarla come un maniaco e sorrido con la faccia nascosta nel cuscino.
Sono innamorato perso.

Dopo qualche ora ci mettiamo in viaggio per tornare a Roma.
Una volta arrivati mi offro di accompagnarla a casa e accetta.

Sotto casa sua arriva l'ora di far separare le nostre strade, purtroppo.

Qualche minuto di silenzio, nessuno dei due osa interromperlo.
Solo un abbraccio.
Un abbraccio da parte sua.
La stringo e le accarezzo la testa.
Non parla ancora nessuno.
Meglio così.

-"Ti va se ci rivediamo?"chiedo in imbarazzo.
-"Certo."dice sorridendo mentre prende le chiavi dallo zaino.
-"Ti aspetto fuori dal lavoro come ai vecchi tempi?"chiedo con un sorriso timido che la fa sorridere.

Annuisce.
Le brillano gli occhi.

-"Allora ciao."dico sorridendo.
-"Ciao."dice sorridendo a sua volta.

Le bacio la guancia e dopo averle sorriso vado via.
Sorrido come uno stupido e me ne torno a casa mia.
Devo solo trovare la forza ed il coraggio di dirle ciò che provo, in un modo o nell'altro.

-vorrei vedere con i tuoi occhi- ||Ethan Torchio||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora