17.

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Siamo a febbraio, fa freddo, l'inverno è molto duro da affrontare.

Tra qualche giorno sarà il mio compleanno, compierò diciotto anni... come passa il tempo.

Sembra ieri che correvo felice e scalza nel giardino di casa mia nelle giornate estive calde e afose.
Adesso mi ritrovo ad affrontare la vita da sola, per mia scelta.
Sto costruendo qualcosa di grande intorno a me, da sola, con le mie mani.
Sono fiera di questo.
Mentre penso a tutto ciò il mio telefono inizia a squillare.

"Vic."

-"Bimba, tra poco sono diciotto!"dice euforica.
-"Già."dico ridendo anche se dentro di me inizia a nascere un senso di angoscia, come un groppo che si blocca all'altezza dello stomaco.
-"Hai già deciso cosa fare?"chiede eccitata.
-"Pensavo di andare a casa, ma, volevo anche festeggiare con voi... da quando sono arrivata siete stati accanto a me e siete come una seconda famiglia."
-"Cucciola, noi abbiamo una cosa da fare quel giorno, ti chiameremo."dice dispiaciuta.
-"Non fa nulla, tranquilla. Oh, cavolo! Vic devo andare, altrimenti faccio tardi a lavoro, ci sentiamo più tardi?"chiedo mentre prendo la giacca e le chiavi di corsa.
-"Certo, a stasera."dice per poi chiudere.

Mi incammino per andare a lavoro e nel mentre penso alle parole di Vic.

"Abbiamo una cosa da fare quel giorno."

Non gliene faccio una colpa, anzi, sono felicissima che per loro le cose vadano alla grande, però mi sarebbe piaciuto averli accanto in un giorno così.

Fa nulla. Mi ripeto.

Arrivata a lavoro la giornata passa così, con me che faccio la trottola a destra e a sinistra.

La sera appena finiamo ognuno se ne va a casa propria, però l'universo, che sembra contro di me, decide di mandarmi il diluvio universale addosso.
Ormai sono fradicia, correre non servirebbe a nulla, se non altro a prendermi un accidenti.

-"Che cosa ci fai a quest'ora sotto la pioggia?"chiede qualcuno all'improvviso alle mie spalle.

Mi giro e quando lo vedo lì, illuminato solo dalla luce dei lampioni, il cuore inizia a battermi velocemente.

-"Torno a casa."dico sorridendo.
-"Sei fradicia, ti prenderai un malanno."dice mentre viene vicino a me, coprendomi con l'ombrello.
-"Grazie, Ethan."
-"E di che!"dice sorridendo mentre mette un braccio intorno alle mie spalle e mi stringe a sé.

Ho il cuore che sta per scoppiare di felicità e per un attimo riesco a sentire le farfalle nello stomaco.

Farfalle? Penso di avere uno zoo dentro.

-"Che ci facevi qui?"dico mentre mi stringo di più a lui, approfittandone.
-"Uscivo reduce dalle prove."dice sorridendo mentre cammina e i suoi passi sono sincroni ai miei.

Lo guardo dal basso, data la sua altezza e la mia bassezza, ed è bellissimo anche da qui giù.

-"Quindi tra poco sono diciotto? Diventi vecchia."dice ridendo mentre mi prende in giro.
-"Non farmici pensare."sussurro mentre sospiro e abbasso lo sguardo.

Si blocca davanti a me e mi costringe ad alzare lo sguardo.

-"Che succede?"dice mentre mi osserva e mi mette in soggezione.
-"Non mi va di fare diciotto anni, gli anni passeranno in fretta ed io non voglio."sussurro.
-"E perché no?"dice mentre mi accarezza la guancia e posso sentire il mio corpo che si riempie di brividi e dentro di me riesco a sentire lo stomaco in subbuglio e un calore che  partendo dal basso si propaga ovunque dentro di me.

-vorrei vedere con i tuoi occhi- ||Ethan Torchio||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora