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La Chimera correva versi il Lupo e questo correva verso la Chimera facendo lo slalom tra gli alberi.

Le zampe lasciavano le impronte nella bianca neve, il fiato caldo si condensava a contatto con l'aria fredda.

I polmoni bruciavano e il cuore martellava impetuoso nel petto.

La Chimera invece lasciava scie di fiamme al suo passaggio nella terra dalla nera polvere.

La testa di drago apriva le fauci dalle quali uscivano lingue di fuoco e gli occhi del leone spendevano di puro oro incandescente.

Le zanne erano in vista, bianche come le nuvole, pericolose come una spada.

I cacciatori erano appostati al centro delle Terre di Nessuno, con le loro frecce bagnate nella Verbena e le punte fatte d'argento, le pistole cariche e i proiettili interamente d'argento al loro interno, erano pronti ad arrivare nei crani dei licantropi e vampiri.

I lupi invece seguivano il loro Alpha.

Ivar correva abilmente tra i boschi che col tempo aveva imparato a conoscere come le proprie tasche.

I Beta di Julian erano in capo alla fila che seguivano Ivar e conducevano il resto del branco nel luogo dove presto si sarebbe svolta la battaglia.

Il resto dei cacciatori attendevano l'arrivo della Chimera Primordiale.

E poco lontano da lì, proprio questa con i suoi occhi rossi, aveva tra le fauci quello che era il corpo martoriato e a pezzi di Bjørn il quale ore prima era andato in cerca di questa ma aveva trovato solo la morte.

E quando sentì che la Chimera si stava avvicinando, questa lasciò perdere il corpo e corse incontro al suo nemico.

A metà della radura la Chimera e il Vero Alpha si incontrarono.

Si osservavano.

Si studiavano.

Si guardavano.

Si avvicinarono e cominciarono ad annusarsi e presero a ringhiarsi contro.

La Luna Rossa era ormai alta nel cielo.

Signora della notte,vriferimento nelle tenebre, è protagonista di canzoni e poesie. Pallida e brillante, mutevole, ma perennemente presente e misteriosa, pazza e capricciosa, capace di fare riaffiorare gli istinti più oscuri.

Rossa e infuocata.

Simile a un cuore umano che palpita in cielo, rosso e pieno di promesse, poco prima che arrivi l'alba.

Con il suo colore comandava le bestie sulla terra.

Il cielo era nero.

Le stelle si erano nascoste temendo la reazione della bella Luna.

Ed era lei che comandava.

Era lei che fece fondere la Chimera e il Vero Alpha in un'unica Bestia.

Grande e possente.

Spaventosa.

Tutti osservavano rapiti quella scena, incantati da tale mostruosa bellezza.

I cacciatori tremarono a quella vista.

Tutti ma non Isaïe Hunter, lui no.

Era fermo ed imperturbabile.

Immobile che fissava quella scena aspettando solo il momento giusto per commettere la sua vendetta.

Il ruggito squarciò l'aria come un fulmine in piena tempesta che colorata il cielo di un abbagliante bianco.

Pericoloso, mostruoso, cupo, grave, mortale.

The Mark of the BeastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora