・ᴇᴘɪʟᴏɢᴏ・

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«Quindi mamma, gli anziani dopo la guerra hanno scritto questo libro su te e papà? E Vlad e Ivar? E Amon adesso dov'è? E dove sono gli altri?» chiese il piccolo James saltellando sul grande letto a baldacchino che dominava il centro della stanza.

«Sì, hanno scritto questo sulla nostra storia» sorrise Amonet al figlio. «Vlad è tornato nella sua immensa dimora, Ivar invece è tornato nella sua terra natia ma tornerà non appena avrà fatto chiarezza nella sua vita» gli disse. «Amon invece non so dove sia. Dopo la fine della battaglia lui ha deciso di partire verso le Terre di Nessuno».

«Ma mamma! Le Terre di Nessuno non sono di proprietà dei vampiri?» chiese il piccolo curioso.

«Lo so piccolo, lo so. Ma cosa ti ha anche detto la mamma?».

«Che i vampiri sono nostri amici ormai. E che zio Vlad è un succhia sangue gentile».

«E queste parole chi te le ha dette? Papà?» il piccolo sorrise biricchino annuendo con la testa.

E quando si dice parli del diavolo e spuntano le corna, Julian entrò nella casa branco e non appena vide i due seduti vicini al camino gli andò incontro sorridendo.

«Cosa vai ad insegnare a tuo figlio?» gli disse Amonet non prima di aver assaggiato quelle labbra che appartenevano al sul lupo. «Lo sai che alla fine sia tu che Vlad vi sopportate!» esclamò agitandosi.

Julian ruotò gli occhi sbuffando.

«Non può crescere come un pacifista!» le disse baciandole il ventre dove dentro stava crescendo il suo secondo genito. «E tu mio amore, stai diventando una piccola mongolfiera» disse schiacciando l'occhio ad Amonet prendendo in braccio James.

«Chi è il piccolo di papà?» sorrise come un ebete quando sentì la risata divertita del figlioletto.

«Stai perdendo la tua virilità J» lo prese in giro la sua piccola ametista sapendo di aver toccato un nervo scoperto per il lupo.

Lei era una mongolfiera ma lui si era del tutto rimbambito da quanto era nato James.

E questo si avvicinò a lei - dopo aver messo il bambino a terra che riprese a giocare - accostando le labbra al di lei orecchio.

«Questa notte poi ne riparliamo» le sussurrò rauco mordendo poi il lobo ad Amonet.

«Mamma, e Amon?» chiese nuovamente il piccolo facendo rinsavire i due adulti da quel momento di eccitazione.

«Piccolo te l'ho già detto, quando sarà il momento lui tornerà» gli spiegò per l'ennesima volta.

Solo che non pensava che sarebbe tornato così preso.

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