Isaïe Hunter era seduto su una poltrona in pelle nera, chiuso nel suo ufficio nella sede principale degli Hunter.
Aveva le gambe accavallate e una mano poggiata sotto il mento e il gomito poggiato alla gamba.
Guardava fuori dalla finestra il cielo in tempesta.
I fulmini che squarciavano il cielo grigio e il rombo dei tuoni che faceva vibrare i vetri delle vetrate.
«Signore» lo richiamò un suo sottoposto.
«Il prigioniero la vuole incontrare».
Isaïe sorrise consapevole.Sapeva che prima o poi il suo prigioniero avrebbe ceduto,cercando un incontro con il sottoscritto. Ma non si aspettava che questo sarebbe avvenuto così presto.
«Signore?» lo richiamò quello.
«Sì, sì. Preparate il mio ospite nelle migliori stanze e attendete il mio arrivo» disse solamente.
Si prese il suo tempo pregustando il momento in cui finalmente sarebbe giunto alla sua vendetta.
Diciassette anni fa aveva tentato la sua vendetta.
Aveva cercato di uccidere quel cane randagio di Julian e l'ibrido di sua "moglie" Amonet. Ma poi ecco lì che era arrivato il paladino dalla lucente armatura di Amon, per non parlare poi di quella sottospecie di non-morto di Vlad III di Valacchia.
Era stata una piaga.
Ma non poteva negare di essere rimasto sorpreso quando i due fratelli si erano uniti dando vita alla Chimera Originale.
E si maledisse di aver riportato in vita una creatura poco forte nella quale aveva riposto ogni fiducia: la Chimera Primordiale.
Ma adesso sapeva che non poteva sbagliare.
Adesso il giusto asso nella manica.
Adesso aveva una creatura Originale dalla sua parte: Ortro.
Aveva sentito decantare la potenza di quella creatura e sapeva che era arrabbiata.
Infuriata.
Aveva una furia ceca che scorreva al posto del sangue nelle sue vene.
Il dolce gusto della vendetta.
E Isaïe la conosceva benissimo quella sensazione.
Soddisfatto di quello che avrebbe fatto da lì a poco si alzò dalla sua comoda poltrona e si incamminò per i corridoi di quella che da tutta la vita era stata casa sua.
Dall'esterno sembrava un vecchio edificio decadente ma dentro... dentro aveva una tecnologia così avanzata che i comuni esseri umani se la sarebbero solo potuta immaginare.
Arrivò davanti la stanza e i due uomini messi a guardia su scostarono dall'ingresso facendolo passare e come segno di rispetto abbassarono il capo.
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The Mark of the Beast
LobisomemPelle bianca, capelli neri, occhi viola. Tanti segreti, vengono celati da quelle ametiste che sono la chiave per sbloccare il sigillo imposto sulla vita di Amonet, una dolce ragazza che scoprirà il "suo vero io" solo grazie al lupo dal manto nero c...