«Adesso cosa dobbiamo fare?» chiese Amon.
Erano tutti riuniti nella stanza della Musica di Vlad.
Le finestre erano state chiuse e ricoperte dalle enormi e pesanti tende rosse borgogna.
Sull'enorme pianoforte bianco con rifiniture in oro oltre al solito bicchiere di Bourbon abbandonato, c'era un candelabro con tre candele.
Le fiammelle danzavano a ritmo del pianto della cera e quel movimenti era coordinato alle candele poste - secondo un ordinato sistema - intorno ad un cerchio con tanti di segni strani al suo interno.
«Dea...» mormorò nuovamente Amon.
«Hai paura stupido lupo?» lo provocò Vlad. «Dobbiamo solo convocare nostro padre per una tenera riunione di famiglia» disse sarcastico portandosi una mano tra le lunghe ciocche di capelli che gli ricadevano sulla fronte, coprendo - quasi - i suoi occhi.
«Si, ma di solito il sangue degli sciamani non funziona per questi tipi di riti!» sbottò di colpo Ivar attirando tutti gli sguardi su di sé. «E l'ultima volta che è successo abbiamo dovuto sacrificare dieci uomini e dieci animali di ogni specie presente sul territorio dei Vichinghi» disse. «Qui cosa dovremmo sacrificare?» domandò poi.
«Non lo sappiamo» gli rispose Cerbero.
«Quando noi chiederemo il favore, in base a quanto questo sia importante, la richiesta sarà altrettanto. Ma sarà più una garanzia quindi credo che chieda qualcosa a cui noi teniamo molto» alzò le spalle mettendosi su una delle punte del Pentacolo. «E se volete mettervi sulle altre punte fareste un favore alla mia pazienza» e così Vlad, Elijah e Ivar si misero sulle altre tre punte ma ne rimase scoperta una.«Chi ci va lì? Di solito c'era anche il demone punitore di nostro padre» mise appunto Elijah. «Quindi serve qualcuno di potente che ha ucciso per amore» e mentre diceva questo guardò dritto in volto Julian.
«Assolutamente-» "no" avrebbe aggiunto se sua moglie non l'avesse guardato con quello sguardo da cucciolo smarrito.
E sapeva che a quello sguardo, proprio a quello, non poteva dirle di no.
Nemmeno nelle sue condizioni altrimenti il suo cuore sarebbe stato straziato da un peso insopportabile che gli avrebbe ricordato a vita che non aveva reso felice la sua metà.
«Maledizione!» esclamò raggiungendo gli altri mentre Amonet sorrideva con finta innocenza. «Dea! Perché mi hai dato una compagna così irresistibile?» borbottò facendo sghignazzare gli altri e fare una smorfia schifata ai figli che poi però sorrisero inteneriti alle parole del padre.
«Possiamo cominciare» disse Cerbero voltando gli occhi al cielo anche se dentro di sé era profondamente colpito dall'amore di Amonet e Julian che ogni giorno non perdevano tempo di dimostrare.
I componenti del cerchio si presero per mano e Cerbero iniziò a parlare: «Oh Grande Padre, malvagio e spregevole Signore dell'Inferno, noi chiediamo la tua presenza qui sulla terra per riportare nel Regno dei Morti, un'anima che scappata sta provocando tormento nel mondo Invisivile» disse chiudendo gli occhi.
Poi Amonet - come le era stato precedentemente suggerito - versò il sangue di Ivar - mischiato a quello di Cerbero e Elijah - al centro del cerchio.
La temperatura della stanza aumentò.
Le candele si spensero e un forte vento investì le persone all'interno della stanza.
Dal centro del cerchio si elevò una figura grottesca, cupa, totalmente circondata dall'oscurità.
E solo gli occhi vermigli potevano intravedersi, che brillavano come semafori nella notte, che ti avvertivano del pericolo che essi portavano solo guardandoli.
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The Mark of the Beast
Manusia SerigalaPelle bianca, capelli neri, occhi viola. Tanti segreti, vengono celati da quelle ametiste che sono la chiave per sbloccare il sigillo imposto sulla vita di Amonet, una dolce ragazza che scoprirà il "suo vero io" solo grazie al lupo dal manto nero c...