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Nella regale stanza, sul letto giaceva il corpo svenuto di Vlad III.

I due che lo avevano salvato e portato nella sua dimora li passarono sotto al naso delle strane erbe dall'intenso profumo proprio per far rinvenire il vampiro.

Cosa che successe poco tempo dopo.

Il vampiro nauseato dall'odore di quella pianta a lui sconosciuta, si alzò sul letto a mezzo busto facendo così allontanare i due ragazzi che vegliavano su di lui.

«E voi due cosa ci fate qui? I vostri genitori lo sanno?» domandò come prima cosa dopo essersi svegliato.

«No, non sanno niente» sbuffarono i due incrociando le mani al petto.

«James, Althea, come devo fare io con voi due?» si chiese scuotendo la testa. «Ma sono fiero di quello che avete fatto».

I due fratelli - James e Althea appunto - altri non erano che i figli di Amonet e Julian. E i due erano gli unici a sapere dei problemi di cuore dell'adorato zio vampiro e di quanto stesse soffrendo. Pertanto oltre a loro, nessuno poteva prendersi quelle vicinanze con Vlad e vederlo nella sua felice apatia.

«Fatti abbracciare vecchio cadavere» gli disse la ragazza stringendo le sue braccia intorno al collo del vampiro.

Aveva gli occhi come quelli del padre, ma che tendevano ad un grigio nebbia, la sua pelle era pallida come quella della madre così come i suoi capelli d'ebano, il suo piccolo naso alla francese era ricoperto da lentiggini e le labbra erano rosee e carnose ma non troppo.

«Peccato tu sia attratto dagli uomini» disse scherzosamente.

«Su sorella, allontanati e fammi tastare dalle mani gelide del vampiro» la cacciò malamente James per prendere il posto della sorella che strinse forte Vlad a sé donandogli delle amichevoli e confortanti pacche sulle spalle.

Lui aveva degli occhi bicolore che si alternavano del verde, blu e qualche tocco di marrone. Aveva la pelle olivastra come quella del padre così come la sua figura imponente e i capelli di un morbido boccolo e neri corvino.

«In caso avessi bisogno di sfogare i tuoi desideri con qualcuno sappi che io ci sono» gli disse melenso all'orecchio, riuscendo a strappare un debole sorriso a Vlad. «Infondo farmi un vampiro è il mio sogno fin da bambino» si staccò dall'uomo per poi sedersi sulla poltrona ai piedi del letto.

«Voi due... ahimé siete la mia unica fonte di risata in questa vita dolorosa che mi attende per l'eternità».

«Non ti buttare così, vedrai che prima o poi tutto tornerà al suo posto e tu potrai riavere il tuo compagno sperando che questa volta nessuno di voi due commetta qualche sciocchezza» gli disse Althea sedendosi vicino a lui e stringendogli una mano fredda tra le sue calde.

«Non prima di avermi fatto fare qualche porcheria con il suo corpo» smorzò il momento serio James con una delle sue solite battutacce a sfondo sessuale.
I due lo guardarono male e lo fecero sbuffare.
«D'accordo, me lo terrò nei pantaloni fino a quando non troverò il mio compagno» concluse ruotando gli occhi al cielo.

«Ma adesso zio, perché non ci spieghi perché ti trovavi in mezzo alla verbena?» gli chiese Althea.

E come un fulmine a ciel sereno i ricordi di quello che aveva visto la sera prima lo assalirono prepotentemente facendolo allarmare.

Non dando alcun tipo di spiegazione, corse al piano di sotto dove si trovava una colma libreria. Arrivò al decimo scaffale, la sezione dedicata ai libri dell'inferno, e prese il grosso manuale tra le mani.

Lo sfogliò velocemente.

I due ragazzi che erano sopraggiunti lì lo guardarono con tanto d'occhi.

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