Capitolo 5

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Capitolo 5

ANNO:1256 a.C.

Luogo: montagne del Caucaso

Mese: Febbraio

Periodo: poco prima del periodo dell'accoppiamento.

«Ma tu tieni le redini,

costringilo, domalo e in questa lotta

sarai come sempre la vincitrice:

non ti arrendere doma, donna coraggiosa,

doma la tua vita.»

(Poesia L'amazzone di Liliana Manetti. PT.1)

Passi pesanti e veloci si potevano udire dentro la casa, Marco Lusio si era svegliato tardi e stava facendo tutto di fretta in modo che la sua padrona non gli poteva dire nulla, ma appena mise piede fuori dall'abitazione un voce severa e femminile esclamò: "Sei in ritardo!!" il diretto interessato fece un breve inchino scusandosi e successivamente salì sul cavallo che gli avevano preparato i servi e subito dopo T/n partì a galoppo non aspettandolo.

Arrivati alle porte del villaggio i due vedevano le persone che passeggiavano da destra a sinistra e viceversa; quel giorno c'era il mercato e tutte le donne erano in subbuglio, il motivo?

 L'acquisto dei migliori abiti, gioielli e prodotti di bellezza i quali sarebbero serviti tra due mesi per il periodo dell'accoppiamento. T/n non sopportava quel momento, secondo lei le guerriere diventavano fin troppo dolci e buone a nulla perché non pensavo più al combattimento e a proteggersi, infatti non aveva mai partecipato anche perché all'interno della sua mente vi erano delle persone che costantemente la occupavano, sette giovani ragazzi che da tremilacinquecento anni influenzavano il suo modello ideale di uomo. Dunque non voleva concedersi a nessun altro ed inoltre non riusciva a provare dei sentimenti che andavano oltre all'amore tra amici per Marco Lusio, tuttavia quest'ultimo non sapeva dell'esistenza di tali individui, infatti ogni momento si chiedeva come avrebbe potuto conquistare la giovane. T/n desiderava e sperava in qualche modo di poter rivedere per l'ultima volta quei giovani ma sapeva che era una cosa alquanto impossibile.

Arrivati all'interno del villaggio i due legarono i cavalli dentro alla stalla di una locanda, successivamente T/n seguita dal ragazzo entrarono in un piccolo negozio che vendeva rifornimenti di armi e armature.

Mentre la donna stava guardando le nuove lame la proprietaria del posto approcciò il ragazzo e lo guardò da capo a piedi e non vedendo dei segni di lesione sul suo corpo si mise davanti a lui e gli chiese: "Perché sei ancora vivo? Perché non sei cieco?..."

Marco Lusio pose la sua attenzione su quella della donna e le rispose senza abbassare il capo, come in segno di rispetto: "La mia padrona ha deciso ciò!"

"Tu sei uomo devi inchinarti quando parli con una donna! Non puoi guardarla negli occhi!" esclamò la proprietaria del negozio assumendo un'espressione arrabbiata per poi dargli uno schiaffo così forte in volto da fargli girare la testa verso destra. T/n udendo quel suono e quelle parole raggiunse immediatamente l'amico e disse spingendo a terra la donna sulla cinquantina: "Non hai nessun diritto nel dire cosa deve fare il mio servo. Sono io la sua padrona! Osa nuovamente posare le mani su di lui e la tua testa si staccherà immediatamente dal tuo corpo!" Detto ciò T/n aiutò Marco Lusio ad alzarsi e quando gli stava per parlare si iniziarono ad udire urla e grida provenire dalla piazza posta di fronte alla piccola bottega.

I due uscirono di corsa e sfoderando le spade si affrettarono a raggiungere la piazza centrale dove notarono sette uomini in ginocchio di fronte al tempio di Athena, costoro stavano tremando di paura e di freddo siccome erano a petto nudo, infatti il vento di febbraio in quel giorno di mal tempo si faceva sentire, solo uno straccio di pantaloni stavano coprendo dalla zona lombare fino alle caviglie ed infine i piedi erano scalzi e sporchi. Le loro pallide schiene erano cosparse da diversi ematomi, da segni di frustate e i capelli di diverse colorazioni erano spettinati.

T/n si voltò verso Marco Lusio e gli ordinò: "Vai a recuperare i cavalli!" Egli senza esitare annuì e corse nella direzione opposta, mentre la donna seguita dalle altre due amazzoni madri si sedevano sui loro troni.

La maggiore tra le tre si alzò e iniziò a parlare e chiese se qualcuno volesse prendere in affidamento questi ragazzi sconosciuti, T/n in un primo momento non li aveva riconosciuti ma quando incontrò lo sguardo di uno tra di loro capì chi erano.

"Nam-namjoo-ah?" chiese sottovoce la donna mentre i suoi occhi si aprivano sempre di più, in aggiunta dentro di se stava provando un sacco di emozioni e di sensazioni che la stavano facendo impazzire. Insomma non poteva credere alle persone che le stavano di fronte, tanto che ad un tratto si chiese se stesse sognando, ma quando una delle amazzone le pose la mano sulla spalla la riportò alla realtà. "Allora cosa ne facciamo di loro? Decapitazione o tortura?"


Gli schiavi dell'Amazzone [BTS X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora