Capitolo 23

40 5 0
                                    


Capitolo 23

ANNO:1256 a.C.

Luogo: Mare Mediterraneo 

Mese: fine Febbraio

Periodo: poco prima del periodo dell'accoppiamento.

[Dal capitolo precedente]

[...]"Amico mio dovrai fare di più che pregare, se vuoi arrivare vivo nelle terre...com'è che chiamate voi il posto dove siamo famosi e ci pregate?" una voce profonda interruppe la sua preghiera, provocandogli delle scosse alquanto fastidiose lungo la spina dorsale.

"Chi...chi siete?" chiese l'uomo voltandosi verso la fonte della voce.

La fioca luce riusciva solo a mostrare il contorno scuro della sconosciuta presenza e il ghigno presente in volto.

Tutto ciò provocò una paura tale al povero marinaio che lo portò quasi ad urinarsi addosso.

**

"Non rispondi alle mie domande e pretendi anche di sapere chi io sia...huh! Voi umani non cambierete mai, pretendete e poi non date nulla in cambio" il marinaio iniziò a mandare in iperventilazione, perché credeva che la sua vita stesse per terminare. Riconosceva dal mantello che la figura posto di fronte a lui apparteneva alla comitiva che era salita qualche ora prima bordo. I discepoli di Anubi, Seth e di Ammit.

"Ch-chiedo pe-per-perdono...io-io" dall'altra parte riceveva solo sbuffi infastiditi, cosa che faceva preoccupare maggiormente il mercante.

L'uomo a passo lento si avvicinava al mal capitato ghignando, la fioca luce delle candele poste agli estremi dell'altare dedicato ad Iside, illuminava i tratti dolci del volto coperto nella parte inferiore da una lieve barba.

"Volevi sapere tanto chi io sia...prima rispondi alla mia domanda!"

Il capitano annuì e quando, con molta fatica, recuperò del coraggio; aprì la bocca per parlare, tuttavia si bloccò a mezz'aria perché non si ricordava cosa gli era stato chiesto precedentemente. "Cosa hai adesso? non respiri? devi andare in bagno?...PARLA UMANO!" urlò l'uomo iniziando ad arrabbiarsi.

"Ehm...mio signore...non mi ricordo più ciò che mi avevate chiesto" Gli occhi del predicate si assottigliavano sempre più dall'irritazione e prosando la mano sinistra sul fianco, mentre con la destra la poneva sulla fronte.

"Ti ho chiesto di dirmi come si chiama la tua patria...idiota!"

"oh...ah...ecco si chiamano le terre d'oro per la vasta presenza di grano e ricchezze dei vari faraoni. Principalmente grazie alla dinastia dei Ramses...ma mio signore voi siete un discepolo degli dei più temuti...non dovreste sapere queste cose?" il diretto interessato stava per rispondergli, ma si accorse dell'errore che aveva compiuto poco fa, così per coprirlo si schiarì la voce e mettendo entrambe le mani dietro la schiena, rizzò la schiena ed esclamò non guardando più negli occhi il capitano: "Volevo confermare chi tu dicevi di essere...grazie alla tua generosità quando morirai pregherò maggiormente per il tuo Ba e per il Ka [Inizio breve lezione di storia: per gli antichi egizi il Ka era l'anima del mortale, ovvero si intendeva la spoglia del defunto che sarebbe rimasta per sempre sulla terra. Diversamente era per il Ba, perché esso dopo la morte per il del defunto avrebbe seguito il dio solare nel suo viaggio attraverso i cieli, ma solo se costui aveva vissuto in modo virtuoso. Era insomma la personalità di qualcuno, ciò che lo rendeva unico, inoltre veniva raffigurato come un uccello dotato di testa umana. Fine breve lezione di storia] che sia benedetta insomma!"

Gli schiavi dell'Amazzone [BTS X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora