Capitolo 20

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Capitolo 20

ANNO:1256 a.C.

Luogo: Fendo di Arcadia

Mese: Febbraio

Periodo: poco prima del periodo dell'accoppiamento.

[Dal capitolo precedente]

T/n percependo che i corpi dei sette emettevano tensione, decise di andare alla coda della carovana, così da fare da scudo, ma proprio nel momento in cui stava voltando il cavallo per poter cambiare posizione, una voce rauca la fece bloccare: "Le tue decisioni porteranno dolore a coloro che ti circondano"

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Quella frase si ancorò superficialmente nella mente della giovane in pochi secondi e si ripeteva come un'eco, nella fronte le si crearono delle piccole gocce fredde di sudore e medesima cosa si stava formando nei palmi delle mani.

Fortunatamente non facendosi prendere dal panico, dopo qualche istante ella riprese possesso del proprio corpo e lentamente con un'arto afferrò l'impugnatura di un pugnale che portava alla coscia.

Quando si voltò verso la fonte della voce si trovò davanti una figura appartenente ad un anziano, ma ciò che lo distingueva dalle persone circostanti era la lunga folta e disordinata barba bianca, la pelle scura cosparsa di tatuaggi tribali bianchi e rughe che ne rovinavano la maestosità e la bellezza di quest'ultimi, le unghie delle mani giallastre e lunghe, le pupille degli occhi nere e grandi, la parte superiore del capo tuttavia era coperto, come il resto del corpo, da un mantello brunastro all'apparenza molto ruvido e non confortevole a contatto della pelle.

"Scusi...chi sareste?" si fece avanti Ermes ponendosi di fronte alla consorte con il cavallo, quasi da volerle fare da scudo. "Giovanotto...tu credi alla magia?" a quella domanda il diretto interessato stava per mettersi a ridere, ma anch'egli coperto quasi interamente da un lungo mantello nero riuscì a mascherare l'espressione divertita.

Da poco lontano dalla scena del brusio di aggiungeva a quello prodotto dai mercanti del porto.

"uno...sciamano?...Cosa ci fa vicino ad un porto? Non dovrebbero essere vicino ai boschi? O cose del genere?" domandò sottovoce ingenuamente Namjoon a Marco Lusio, il quale avvicinandosi lievemente a costui gli rispose con fare serio: "Loro possono essere ovunque, certi sono veri sciamani altri fingono di esserlo solo per fare qualche soldo. Costoro da una parte sono dei reali maghi, perché tramite delle semplici frasi riescono ad ingannare centinaia di viandanti. Tuttavia i falsi sciamani hanno una debolezza, che quando gli chiedi di mostrarti qualcosa loro usano della polvere minerale colorata mischiata alla zolfo...così lo stupido di turno, cascherà nel tranello, in seguito gli chiederà cosa avrà visto e il mago si invererà qualcosa. Se invece incontri un reale sciamano tutto ciò che userà profumerà di erbe o essenze particolari e dopo che avrà fatto "la magia" non ti girerà la testa e non ti sentirai frastornato...cosa che succede con quello finto a causa dell'uso dello zolfo." Il coreano si stupì della precisione e della conoscenza del militare, infatti sul volto di quest'ultimo era espresso tale stupore. Marco Lusio guardò il ragazzo e chiese cosa avesse vedendo depressione stupita, ma Namjoon scosse rapidamente la testa e tornò al proprio posto aspettando ordini.

 [Le informazioni riportate precedentemente sono inventate, non c'è nessuna base scientifica]

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A qualche ora da quell'avvenimento le due squadre si erano già separate e T/n tentando di restare concentrata su ciò che doveva fare camminava sul molo, la testa le girava un po' il tutto dovuto al fatto che "lo sciamano" le aveva gettato addosso dello zolfo e l'aveva colpita in pieno volto. Per fortuna Ermes essendo il Dio della medicina l'aveva curata in posti istanti, tuttavia dei rimasugli la storiavano ancora.

Gli schiavi dell'Amazzone [BTS X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora