- 16 | LOST TRACK

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"PERCHÉ L'HAI FATTO? Se fossimo rimaste un secondo di più, ci avrebbe detto tutto! Conosco Chandler, cede sotto pressione..." mi assillò Rachel.

Chiuse la porta dietro di noi.
"Ecco perché". Sospirai, proprio come Chandler per tutto il tempo.
"Anch'io lo conosco. Non hai visto quanto l'hai torturato? Non potevo guardarlo un secondo di più". Le voltai le spalle e me ne andai verso il divano. Ora era il turno di Rach di sospirare.
"Ti piace molto, vero?"
Annuii prima di lasciarmi cadere all'indietro sul divano.

"Ma non sei ansiosa di sapere cosa sia successo? Forse stava per dirci che... che è innamorato di me!" Annunciò come se fosse davvero così.
Mi venne da ridere, era troppo ridicola.

"Scusami, perché stai ridendo? Non riesci nemmeno a guardarmi mentre ridacchi in quel cuscino?" disse lei con una voce alta e drammatica, e un pessimo accento britannico.

"Smettila!" Urlai nel cuscino.
Mi voltai a guardare il suo viso sorridente.

Non so come faccia a farmi rallegrare in solo un minuto. È fantastica.

"No, ma seriamente, non è stato così divertente". Rachel si sedette accanto a me.

"È ridicolo. Chandler non oserebbe mai innamorarsi di te".
Mi guardò un po' confusa.

"JOEY LO UCCIDEREBBE".

Rach fece uscire il suo strano suono di risata alta.
"Zitta, è ovvio che gli piaci!" Scosse la testa incredula. Come poteva essere così cieca?
"Solo perché ti piace qualcuno, non puoi automaticamente presumere che ricambi, Evelyn".

Sospirai infastidita, e mi sedetti per guardarla negli occhi.
"Rach, credimi, lo so. Ma in questo caso è diverso. Gli piaci davvero. Dio, mi sento come al liceo. Non hai visto come ti ha guardato quando sei entrata nella stanza?"

Feci una pausa, l'ossigeno era tornato nei miei polmoni. Lei mi affrontò un po' preoccupata.
"Rachel, lui ti guarda come tu guardi lui".

Notai i suoi occhi diventare un po' vitrei.
"Io non lo guardo in quel modo-", mormorò lei.
"Se dovessi cercare una parola per definire voi due, sarebbe "occhi a cuoricino"".
Lei arrossì e sorrise.

DA QUANDO CHANDLER DIEDE DI MATTO davanti a Monica passò una settimana.
Da allora non parlarono più veramente. Mon lo ignorava, ogni volta che erano nella stessa stanza. Pensavo che lei fosse infastidita dall'intera situazione e che volesse solo andare avanti.

L'intero dramma delle ultime settimane aveva reso il gruppo molto silenzioso.
Non era per niente come quando ero arrivata la prima volta. Tutti erano rumorosi e allegri.

Non solo mia sorella e Chandler.
Rachel e Ross non si guardavano nemmeno. Monica era così infastidita dalla situazione di Chandler, che il suo cattivo umore contagiò tutti noi.
Avevo parlato raramente con qualcuno, tranne che con Rachel e Phoebe. Avrei voluto poter illuminare l'umore di Joe.
Sembrava in qualche modo malinconico per la maggior parte del tempo.
L'unico che lo faceva davvero ridere era Chandler, con cui avevo chiacchierato poco.

Una persona con cui avevo parlato era Rachel perché aveva bisogno di qualcuno che fosse il suo cosiddetto braccio destro del comitato delle feste.
Per l'amor di Dio, non avrei mai immaginato che una persona potesse parlare così tanto.

Era venerdì sera, il che significava: "Domani è il compleanno di Mon!".
Rachel stava impazzendo, perché voleva che fosse tutto perfetto.
Purché fosse perfetto, tutti dovevano aiutare.
Aiutare, in quel caso, significava calmare i nervi di Rachel.

Tutti dovevano portare a Rachel i loro regali per mia sorella, in modo che lei potesse nasconderli da qualche parte. Anche Ross seguì le sue istruzioni. Aveva scambiato i biglietti per un altro giorno.
In realtà solo per il giorno dopo, per fortuna quello show veniva letteralmente registrato ogni fottuto giorno.

Dopo che tutti avevano segretamente consegnato a Rachel i loro pacchetti, notai sorprendentemente che Chandler non l'aveva fatto.

"Non le hai preso qualcosa?" gli chiesi senza pensare a quello che stavo facendo. Avevo iniziato una conversazione. Chandler era sorpreso quanto me, così gli ci vollero alcuni secondi per progredire nella domanda.

"No, no, certo che sì. Le ho preso qualcosa. Solo che non sono molto sicuro di dare a Rachel il mio regalo. Qual è esattamente il suo piano?"
Scossi la testa: "Sembra ragionevole. Onestamente non ho idea di quale sia il suo piano o se ce ne sia uno".

"Ok, allora preferisco consegnarglielo di persona. È abbastanza difficile". Continuò a parlare, ma smise di guardarmi.

Pensai che avesse perso il filo della conversazione, probabilmente cercava di calmarsi.
Dopo aver realizzato di averlo fissato per l'ultimo minuto, potevo sentire il rossore sulle mie guance.
"Beh, è meglio che vada... devo trovare Rachel...", balbettai e mi girai il più velocemente possibile.

"ODIO TUTTO QUESTO, ODIO TUTTO QUESTO..."

Avevo appena pensato ad alta voce di nuovo? Dannazione, sono così stupida.
"Cosa odi?" Chandler dovette avermi sentito.
Merda. L'avevo guardato di nuovo.

Aveva camminato intorno a me, cosa che pensai fosse abbastanza piacevole.
"Cosa? Oh, niente. È solo che tutto questo litigare, ignorarsi a vicenda...Sta diventando troppo e davvero non mi piace. Vorrei che potessimo solo... fare quello che facevate prima che arrivassi io. Come uscire semplicemente insieme." borbottai, era un miracolo,

Chandler aveva persino capito quello che avevo detto. "Prima che tu arrivassi?", ripeté dopo di me. "Sì, devo ammetterlo. Una cattiva scelta...", annuii, perché comunque era vero.
Era come se avessero iniziato a litigare proprio dopo il mio arrivo.

"Non pensi che tutto questo dramma sia iniziato a causa del tuo trasferimento, vero?", Chandler fece una pausa.
Aveva appena letto i miei pensieri? Com'era possibile? E perché gli importava così tanto?

Alzai lo sguardo verso di lui (perché era ancora qualche centimetro più alto di me, lo era sempre stato), incerta su cosa fare, dire o pensare.

Alzò l'indice e, guardandomi ancora dritto negli occhi, mi disse: "Va bene, lascia che ti dia il benvenuto nel nostro gruppo una volta per tutte con alcune note utili". Alzando il dito ancora più in alto, continuò: "Uno, noi ci saremo sempre per te. Se mai ti dovessi giù, non importa il motivo, forse perché uno di noi si comporta da emerito idiota. Forse a causa di una relazione fallita o perché il tuo capo è un coglione, parla con noi, ti aiuteremo." continuò alzando anche il medio.
"Due, non abbatterti mai, né lasciarti sconfiggere. Almeno non da uno di noi, a volte è meglio lasciare che gli altri combattano la loro battaglia. Quindi non preoccuparti troppo per tuo fratello e Rachel. O di Monica e me. Nessuna di queste cose è colpa tua in alcun modo, certe idee non dovrebbero nemmeno passarti per la testa." Proseguì alzando il pollice.
"E Atre, ovvero la cosa più importante, non lasciare mai Joey vicino al tuo frigorifero!"

Non riuscii a controllarmi e, dopo aver sorriso, lo abbracciai. Dovevo farlo e basta. Era la cosa più dolce che qualcuno mi avesse detto nelle ultime due settimane. Perché doveva essere lui?
'Non avrò mai nemmeno l'ombra di una possibilità' pensai mentre ancora lo abbracciavo.
Con mia grande sorpresa, sentii le sue braccia allungarsi per ricambiare il mio gesto.
Il mio cuore perse un battito, o forse due.

"Benvenuta Eve, sono felice che tu ti sia unita al nostro gruppo di amici!", sussurrò per metà,ridacchiando dopo che lo lasciai andare.

Si girò passando davanti a me per cercare Joey, lasciandomi lì in piedi con un vero e proprio attacco di cuore. Non solo Chandler era stato il primo ragazzo per cui avevo avuto una cotta, ma anche l'unico.

Per tutti gli anni del liceo confrontavo ogni ragazzo con Chandler. Ma nessuno poteva mai raggiungere il suo livello.

Era come se un posto nel mio cervello e nel mio cuore fosse sempre stato riservato a lui.

soulmates. - Chandler Bing (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora