- 30 | LOVEBIRDS

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ERA VICINO, così vicino.
Avevo la sensazione che quando la parola "romantico" fosse uscita dalla mia bocca, lui si fosse avvicinato ancora di qualche centimetro.
Erano stati i suoi occhi questa volta a illuminarsi. Potevo vedere il riflesso di me stessa nei suoi occhi, il che era un peccato perché avrei preferito perdermi in quegli occhi blu.
Il mio cuore stava battendo all'impazzata.
Sentivo caldo e freddo allo stesso tempo.

Il sorriso che avevo sulle labbra diventava sempre più grande, e l'unica cosa che sentivo era la felicità. Anche lui mi sorrise. Non so per quanto tempo rimanemmo lì, a dieci centimetri di distanza l'uno dall'altro, a guardarci negli occhi.

Saranno stati più di cinque minuti, perché sentii il nostro treno arrivare in stazione. Sembravano passati secondi, quando la tabella di marcia diceva sette minuti. A quanto pare mi ero persa nei suoi occhi. E lui nei miei.
Non smisi di guardarlo, fino a quando una signora volle salire sul treno, le cui porte erano bloccate da noi due: "Scusatemi, piccioncini, ma devo prendere questo treno!"
Le mie guance divennero rosso fuoco.

Era una signora anziana, che poi passò davanti a Chandler e mi sorrise per un momento. I miei occhi saltarono dalla sua schiena a Chandler.
"Anche... è anche il nostro treno!" Dovetti schiarirmi la gola per parlare correttamente.
Si girò per dare un'altra occhiata alla tabella oraria. Tornando indietro, sussurrò: "sarei potuto restare così per altri quattro minuti".
Non sapevo nemmeno cosa dire.

Misi insieme tutta la mia forza e gli presi la mano solo per tirarlo dietro di me fino al vagone successivo. Quando ci sedemmo lo lasciai andare.
La mia mano formicolava, sembrava che migliaia di formiche ci stessero camminando sopra.
Nel momento in cui lasciai la sua mano, volevo stringerla di nuovo.
Mi schiarii di nuovo la gola e sussurrai: "Grazie per questa giornata".
Lui mi guardò e sorrise: "Eve, questa giornata non è ancora finita. Chi sa cosa potrebbe aspettarci ancora".
Io ridacchiai: "Questo sì che suona misterioso. Se prendo una torta a I Sodi, non voglio che nessuno ci salti fuori eh, ti avviso".

Alzò gli occhi al cielo in modo sarcastico.
"Hai rovinato tutto il mio piano".
In quel momento il nostro treno entrò di nuovo in stazione e questa volta entrammo anche noi.

SCENDEMMO dal treno B alla stazione di West 4 Street, che era Washington Square.
Ero ancora nuova a New York, quindi ero contenta che almeno lui sapesse dove andare.
Ma appena usciti dalla stazione, Chandler esclamò: "Dio, sono così stupido, avremmo potuto prendere il treno 1. Così non avremmo dovuto fare 400 metri in più".
Non potevo credere alle mie orecchie.
"Chandler, non sei stupido. Non siamo così vecchi, possiamo tranquillamente camminare per dieci minuti".

Mi sorrise e continuò la nostra conversazione su The Chew. Sapevo già che non avrebbe lasciato perdere l'argomento per un paio d'ore, ma ne valeva la pena per vedere i suoi occhi brillare in quel modo.

"Guarda! Siamo arrivati!" indicò la porta di vetro che diceva I Sodi. Fece un passo oltre me, aprì la porta e fece un piccolo inchino: "Mia signora".
Io ridacchiai e finsi di fare un piccolo inchino con un vestito in mano
"Che gentiluomo".

Entrammo e ci fermammo bruscamente.
Una cameriera si è già avvicinata rapidamente a noi: "Mi dispiace molto, non abbiamo nessun tavolo libero in questo momento".
Feci un piccolo passo indietro senza nemmeno accorgermene.
"Oh..." A differenza mia, Chandler gestì la situazione "Quando pensa che ci sarà un tavolo libero per due?" La cameriera si guardò intorno.
"Se tornate tra trenta minuti sono sicura che ce ne sarà uno". Ci sorrise: "Andrebbe bene?"
Alzai lo sguardo verso Chandler, che annuì entusiasta.
"Ho solo bisogno di un nome, così posso prenotare il prossimo tavolo libero per voi due!"
"Bing" risponde lui.
La ringraziammo e lasciammo il ristorante.

L'aria fredda e fresca mi colpì un po' inaspettatamente, così rimasi lì per un secondo, semplicemente respirando.
"Sai che non dovevi farlo?" dissi dopo qualche istante.
"Fare cosa?", chiese lui visibilmente confuso. Guardai per terra.
"Procuraci un tavolo. Se avessi voluto andare a casa l'avrei capito. Abitiamo a due minuti da qui, sarebbe comprensibile se preferiresti mangiare lì piuttosto che aspettare un tavolo adesso. Inoltre, sei addirittura più stanco di me, ed è stata una lunga giornata..."
Chandler fece un passo avanti, così dovetti guardarlo.
"Woah, woah, woah. Evelyn, per favore smettila. Ho preso un tavolo per noi perché voglio passare il resto della serata con te. Voglio cenare con te. Se avessi voluto andare a casa, sarei andato a casa. Ma Eve, finché sarò qui con te mi godrò ogni secondo. Forse sono stanco, ma sono molto, molto lontano dall'essere stanco di te. Non conosco nessun motivo per cui dovrei voler tornare a casa. Ok?"

Lo guardai negli occhi. Si capiva quanto fosse serio in quel momento. Non so perché, ma era così bello sentirlo. Era qui con me. E solo con me.
Non riuscii a fermarmi e lo abbracciai forte. "Grazie..." sussurrai nella sua giacca.
Dopo un secondo di shock ricambiò l'abbraccio.
Sentii un calore che non avrei mai più voluto lasciare.

"Il piacere è mio. Ora andiamo, abbiamo mezz'ora per esplorare il nostro quartiere" Chandler sorrise e mi tenne la mano con due dita, continuando a provocare un calore dentro di me. Era la sensazione più bella della mia vita.
Attraversammo una strada, e un'altra, e un'altra ancora, senza nemmeno parlare. Solo camminando, molto vicini l'uno all'altro, godendoci il momento.
Improvvisamente ci fermammo, facendomi uscire dal mio stato di trance.
"Siamo arrivati!", annunciò Chandler eccitato. "Arrivati dove?", chiesi guardandomi intorno confusa.
"Passo davanti a questo negozio ogni giorno da più di cinque anni ormai. Mi sento attratto da esso senza alcuna ragione. E credo che oggi sia arrivato il momento di entrarci".

Gettò la mano sinistra, quella che non tenevo, in aria e indicò una piccola insegna che non avevo ancora notato.
"Consulenza psichica, specializzata nella lettura delle mani!" lessi ad alta voce. "Questo è il negozio dove volevi andare negli ultimi cinque anni?".
Chandler annuì eccitato e sorrise come un bambino. Alzai le sopracciglia, sorridendogli di rimando e dissi: "Facciamolo!".

soulmates. - Chandler Bing (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora