CHANDLER'S POV
Era stato così figo. Io ero così figo. Non per vantarmi, ma non avevo mai fatto un discorso di incoraggiamento a qualcuno. E sembravano stare meglio dopo. Quindi funzionò davvero.
Ma che stavo dicendo, mi aveva abbracciato. Ero abbastanza sicuro che dopo stesse meglio.
Era stato bello abbracciarla. Non sapevo nemmeno il perché.Era come se avessimo avuto una specie di connessione. Strano, era davvero, davvero strano. Ma strano non era male, strano era interessante, strano era nuovo e qualcosa a cui pensare.
Chandler, fermati, continua a cercare Joey. Un problema alla volta."Joe?" bussai alla sua stanza. Nessuna risposta. Bussai di nuovo con una mano sulla maniglia della porta pronto ad entrare.
Per mia fortuna le porte delle nostre camere da letto si aprivano all'interno. Se non l'avessero fatto, Joey probabilmente mi avrebbe steso.
Quel maniaco improvvisamente aprì la porta buttandosi fuori dalla stanza (sopra di me? contro di me? Non so come abbia fatto a superarmi)."Chandler, eccoti qua! Pensavo che fossi già scappato-", fece una pausa per abbassare la voce.
"Sei pronto per domani?" Lo guardai senza sapere bene cosa rispondere. "Chandler?"
Odiavo avere quella conversazione con lui. La facevamo troppo spesso. Il mio sguardo si spostò sul pavimento. Cercai di pensare a un modo per evitare la sua domanda.
"Eh?"
Il mio migliore amico sghignazzò in modo stuzzicante, "Vuoi continuare a fissare il pavimento o hai intenzione di rispondere alla mia domanda?"Mossi le braccia come fa sempre Joey e mi guardò con aria di attesa.
Avrei voluto poterlo fare, Joe. Non sapeva quanto avrei voluto poter rispondere a tutte le sue domande.
Su di me, su di lei, su tutti gli altri.
Doveva credermi, ma non conoscevo me stesso.Balbettai qualche parola finché alla fine diventò una frase intera,
"...Pronto? Non proprio. Joey, ho un brutto presentimento-"
Mi interruppe con il sussulto più forte che avessi mai sentito... ed io ero amico di Rachel Green."No! Chandler, ascoltami!" mi fece guardare nei suoi occhi tenendomi una spalla.
"Devi superare questa cosa una volta per tutte, seriamente. Te l'ho già detto prima..."
Questa volta fui io a interromperlo: "Joe! Tu non capisci. Glielo dirò, forse non glielo dirò. Ma dopo la festa di compleanno, lo saprà sicuramente in qualche modo. Accidenti, Joey! Ho semplicemente un brutto presentimento per domani, va bene? Ho la sensazione che l'intera giornata sarà un disastro".Gli ci volle un secondo, ma poi annuì per farmi sapere che aveva capito. "Ok, è davvero tardi. Probabilmente dovremmo davvero prendere qualcosa..."
Prima che potessi finire la mia frase, Joey mi aveva già tirato in un abbraccio con la sua mano destra, che era quella sulla mia spalla.
"Qualunque cosa lei dica, io ci sarò per te!"
Sorrisi nella sua spalla. "Grazie, Joe!", feci una pausa e pensai a come finire la mia frase.
"Lasciami riformulare la frase. Io dovrei riposare un po', tu potresti controllare se Rachel sta bene. Sembra stressata per tutta l'organizzazione della festa. Magari questa volta bussa".
Continuai a parlare, anche se lui non c'era più mentre chiamava Rachel.✥
"VOGLIO SEMPLICEMENTE NON ALZARMI. E' il modo più semplice per risolvere i miei problemi. Non devo affrontare niente e nessuno. Se me ne sto buono e tranquillo, forse gli altri si dimenticheranno di me. Forse..."
Il bussare alla porta interruppe i miei soliloqui. "Chandler, posso letteralmente sentirti. Ora vieni fuori! Che diavolo è un soliloquio?" continuò a bussare Joe.
Quando aprii la porta il mio migliore amico fece un salto indietro di qualche metro, come se non fosse stato lì da almeno cinque minuti.Joey si appoggiò alla sedia: "Allora, sei pronto?".
Doveva continuare a farmi quella domanda? L'aveva chiesto come se non fosse un grosso problema.
Per la cronaca, era un problema enorme. L'unica risposta che ottenne furono le mie sopracciglia sollevate e un gemito molto seccato.
"Va bene, d'accordo! Allora non parlarmi di lei!" scattò. Sussultai: "Nemmeno stavo parlando di lei. Anzi, a dire il vero non ho nemmeno mai iniziato una conversazione su di lei".Mi guardò divertito. "Come diavolo stai definendo la parola mai, perché sono abbastanza sicuro che la volta che mi hai descritto i suoi occhi era un vero e proprio inizio di conversazione".
Joey aveva ragione. Certo che aveva ragione. Era Joey. Se c'era un argomento che conosceva bene, erano i suoi amici.
"Bene, forse ho iniziato a parlare di lei una o due volte..."
Qualcuno che si schiarì la gola interruppe il mio tentativo di parlare da solo."Parlare di chi?", Rachel si presentò alla nostra porta con un'enorme torta in mano.
Lanciai un'occhiata a Joe perché mi aiutasse a trovare una scusa. Ma i suoi occhi erano già fissi sulla torta. O sul seno di Rach, chi può dirlo.
"Nessuno!" urlai prima di girarmi e correre in bagno."I miei occhi sono quassù, Joe!".
Ero dannatamente fortunato, quei due avevano occhi solo per l'una per l'altro.
Potevo ancora sentire Rachel bisbigliare dopo aver chiuso la porta.
Oh no, per favore, non cominciare a spremerlo. Questo potrebbe davvero non finire bene..."Non farl-" i miei pensieri furono interrotti.
La cosa successiva che sentii fu Rachel che colpiva il mio migliore amico. Joey probabilmente aveva cercato di leccare la glassa della torta.
Cos'altro ci si poteva aspettare.
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soulmates. - Chandler Bing (traduzione italiana)
Fanfiction𝗤𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝘂𝗶 la più giovane dei Geller si innamora del suo vicino di casa 𝗼 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝘂𝗶 Evelyn si rende conto che lui era già innamorato di sua sorella La storia non è mia ma di @liquidumos, io mi sono solo presa la briga d...