- 01 | THE NEW ONE

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APRIL, 1996 • GRAND CENTRAL STATION

LA PORTA DEL TRENO SI APRÌ e la prima cosa che vidi fu il viso sorridente di Monica e le sue lacrime di gioia. "Hey Mon!" gridai. "Mi sei mancata così tanto! Mi sembra di non vederti da mesi!".
Mi abbracciò forte.
"Sono venuta a trovare te, mamma e papà solo poche settimane fa! Oh, vieni qui!"
Mi abbracciò di nuovo. Camminammo attraverso una massa di persone fino all'uscita.
"Mi dispiace, Ross non è potuto venire a prenderti, ha dovuto fare un turno al museo. Ci raggiungerà più tardi!"
Annuii distrattamente fin quando non arrivammo al taxi.

"Al Central Perk, per favore" Monica informò il tassista.
"Central Perk? Che cos'è?" chiesi confusa.
"Oh, è la nostra caffettiera preferita. È vicina al nostro appartamento. È meglio che ti ci abitui, praticamente ci passiamo metà della nostra vita".

"La nostra? Chi sono tutte queste persone a cui devo abituarmi?" ridacchiai.
Lei si sistemò i capelli guardando nello specchietto di guida.
"Lascia che te li presenti quando arriviamo".
Annuii e basta perché sentivo che l'avrei infastidita se avessi fatto un'altra domanda.
Superammo migliaia di taxi gialli, milioni di persone, Central Park e ci fermammo al Central Perk.
"Le persone a cui dovrai abituarti sono sedute laggiù." sussurrò mia sorella indicando un grande divano arancione al centro della caffetteria. Uno di loro dovette averla sentita, perché un ragazzo dai capelli castani smise di parlare e si voltò. "Ehi Mon!"

"Ehi, ragazzi!"
Le altre tre persone che erano sedute sparse sul divano e su alcune comode sedie accanto ad esso di voltarono. "Ehi Monica!" gridò una ragazza bionda. "Oh ciao, Mon! Oh, quella è...Evelyn, non ti avrei riconosciuta!". Mi voltai, in quanto quella frase proveniva da una voce familiare. "Ehi, Rach! Non ti vedo da secoli!".
Corsi oltre il divano ed abbracciai Rachel.
"Allora Evelyn, questi sono tutti. Tutti, questa è mia sorella Evelyn".
Mi sembra strano che mi presenti così. I riflettori non dovrebbero brillare su di me.

"Per favore, chiamatemi Eve!" dissi arrossendo guardando per terra. Monica indicò la ragazza bionda con una chitarra in mano. "Quella è Phoebe!" disse. Si girò e puntò il dito verso due ragazzi seduti uno accanto all'altro sul divano. "Quello a sinistra è Joey e quello a destra è-" i miei occhi si ingrandirono.
Era il ragazzo che ci aveva accolto entrando nella caffetteria. Non l'avevo riconosciuto. Ma era lì, seduto proprio di fronte a me. "Chandler!" dissi con gioia.
"-Chandler. Si, così ti ricordi di lui!" Finì la frase Mon.
"Certo che mi ricordo! Hai passato praticamente ogni Ringraziamento a casa nostra quando Ross era al college" risi. Joey mi salutò e Chandler si limitò ad un semplice "Ciao!"

Monica ed io ci avvicinammo al bancone per prendere qualcosa da bere. Stavo già studiando il menù quando mia sorella iniziò a parlare: "Non avrei mai pensato che avresti riconosciuto Chandler!" rise un po'.
"Francamente me lo ricordo. Ha passato davvero molto tempo a casa nostra un paio di anni fa. Come mai non hai mai accennato al fatto che eravate rimasti in contatto?" risposi continuando a non staccare gli occhi dal menù. Speravo che non notasse il leggero rossore sulle mie guance.
"Non credevo che ti interessasse. Ora però è molto accettabile. Ho sempre pensato che fosse piuttosto fastidioso allora. E i capelli...non parliamo dei capelli." Fece una pausa per un momento.
"Però perchè? Ti sarebbe piaciuto saperlo?"
Scrollai le spalle.
"Oh andiamo. Non me lo avresti chiesto se fosse stato altrimenti. C'è qualcosa dietro, vero?" Mi diede un pizzicotto sul braccio, che mi fece guardare lei invece del menù.

"Ahi, va bene! Potrei o non potrei aver avuto una cotta per lui quando avevo quattordici anni". Prima che mia sorella potesse rispondere, un ragazzo ci chiese cosa volevamo.
"Prendo un tè nero con latte e zucchero, per favore"
Dopo averlo scritto, guardò Monica. Lei invece era ancora rivolta verso di me. "Avevi una cotta per Chandler?" sussurrò lei. Il ragazzo biondo alzò le sopracciglia e si schiarì la gola, mentre io diventai ancora più rossa.
"Non essere così insistente Gunther. Prendo un Caffè nero".
Il ragazzo, Gunther, sospirò e si allontanò offeso.
"Così ti eri davvero presa una cotta per..." iniziò di nuovo Monica.
"Non parliamo mai più di questo. Specialmente non davanti ad altre persone!" dissi sorridendo, camminando verso il divano, lasciando mia sorella indietro.

soulmates. - Chandler Bing (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora