Capitolo 11

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Quando furono tutti sulla pista da pattinaggio Kenma, Hanamaki e Akaashi si resero presto conto di essere gli unici tre a non saper pattinare, quindi rimasero vicino ad uno dei bordi laterali ad osservare gli altri. La loro quiete non durò a lungo poiché Bokuto e Kuroo si avvicinarono a loro.

«Hey, Akaashi, se vuoi posso insegnarti,» propose Kōtarō a Keiji e senza aspettare la risposta dell'altro gli prese le mani e incominciò lentamente a pattinare col corvino aggrappato a lui.

«Hey, Mattsun! Vieni qui!» chiamò, invece, a gran voce Tetsurō e Matsukawa si avvicinò al quartetto per poi dire: «Che succede?»
«Kozume e Hanamaki non sanno pattinare» rispose Kuroo.

«Oh, beh, sarebbe un peccato se loro non si divertissero,» disse Issei per poi prendere per mano Takahiro e fargli vedere come mettere i piedi senza cadere miseramente a terra, cosa che fecero entrambi dopo una dozzina di passi.

«Quando cadi ricordati di chiudere le mani a pugno e di tenerle il più vicino possibile al corpo,» gli consigliò Matsukawa, mentre quasi contemporaneamente Hanamaki diceva: «Scusa, sono un caso disperato.»
«Naah, hai solo bisogno di imparare le basi.»
Quando si rialzarono, dopo molti tentativi, Takahiro non lasciò mai la mano di Issei e questo a Matsukawa non dava fastidio, anzi era felice di aiutare il ragazzo dai capelli rosa e di passare quell'ora insieme a lui.

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«Kozume, puoi lasciare andare il bordo, sai?» disse Kuroo al più piccolo che stava ancora aggrappato al bordo della pista.
«No, cadrò sicuramente e mi farò male. E non puoi costringermi a staccarmi da qui. E ti ho già detto di chiamarmi Kenma,» rispose Kenma alla provocazione del corvino.
«Dai, puoi aggrapparti a me. Non ti lascerò cadere,» promise Tetsurō e Kozume accettò l'aiuto che gli veniva offerto.
«Era così tanto difficile?» chiese Kuroo una volta che si furono allontanati dal bordo della pista.
«Invece di provocare perché non ti concentri su ciò che stai facendo e non lasciarmi finire con il culo a terra?» domandò invece Kenma atterrito all'idea di cadere.

«Sei riuscito a fargli fare qualcosa? Dimmi come, ti prego,» s'intromise Tendō che stava passando accanto ai due insieme a Shirabu e Semi.
«Tendō, no. Sono libero di decidere da solo se voglio o meno fare qualcosa. Non mi ha convinto nessuno,» rispose Kozume alzando gli occhi al cielo.
«Attento a dove metti i piedi,» disse invece Kuroo aiutando il più piccolo a rimanere stabile sui suoi piedi.

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«Akaaaaaashiiii, hai visto?! Hai visto la mia piroetta perfetta?!» le urla di Bokuto riecheggiarono nell'edificio mentre Akaashi annuiva ridacchiando.
«Bro! Sei troppo rumoroso!» gli urlò di rimando Matsukawa che ancora teneva Hanamaki per le mani.
«Non è vero! Akaashi, sono rumoroso?» chiese Kōtarō mettendo, a detta di Keiji, un adorabile broncio.
«No, non lo sei, Bokuto-san,» rispose Akaashi sorridendo.
«Non incoraggiarlo! Può essere difficile averci a che fare se viene incoraggiato!» gli urlò invece Iwaizumi al quale Bokuto rispose con una linguaccia.

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Scaduta l'ora di noleggio dei pattini, i ragazzi uscirono dal palazzetto e si spostarono nel parco che si trovava lì affianco.

«Ammetti che è stato divertente, Kenma!» esclamò Kuroo circondando le spalle del più piccolo con un braccio.
«Mmm,» fu l'unico suono che uscì dalle labbra di Kenma che si ostinava a tenere il suo sguardo fisso sul cellulare.
«Se credi ti risponderà, aspetta e spera,» gli disse Suna.

Dopo poco Osamu disse: «Fra poco è ora di pranzo, cosa facciamo?»
«Casa mia è qui vicino, se volete possiamo andare lì per pranzo,» rispose sottovoce Sakusa
«Non vorremmo disturbare,»  disse Akaashi giocando con le maniche della felpa.
«Nessun disturbo. I miei genitori stanno lavorando, quindi non è un problema,» rispose Kiyoomi sorridendo.

I ragazzi sparlottarono un po' tra loro per poi accettare l'offerta di Sakusa.

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Una volta raggiunta l'abitazione di Sakusa ed essere entrati in casa, i ragazzi si sparpagliarono per il salone mentre Osamu, Semi, Iwaizumi e Sakusa andavano in cucina per preparare il pranzo.

Intanto gli altri ragazzi chiesero a Kiyoomi dove potessero trovare gli oggetti utili all'apparecchiamento della tavola; seguendo le istruzioni del proprietario di casa la tavola fu pronta in meno di 5 minuti mentre i novelli cuochi finivano di preparare il pranzo.

Una volta finito di preparare il pasto, si sedettero tutti a tavola e dopo aver augurato un buon pasto mangiarono di gusto parlando del più e del meno: Atsumu provò soprattutto a ricavare informazioni su Sakusa, cosa che quest'ultimo trovò molto strana.
"Perché si sta interessando a me? Che cosa ci trova in me da fargli fare tutte queste domande? Ma soprattutto perché vorrebbe interessarsi a diventare mio amico quando lui è così popolare ed estroverso ed è già circondato da tante persone...?" questo pensava Sakusa mentre lanciava sguardi confusi ad Atsumu e al suo continuo parlare e spettegolare.

Kuroo notò gli sguardi di Kiyoomi ma non conoscendo bene il ragazzo rimase zitto non volendo rovinare quel momento quindi si voltò verso Bokuto per trovarlo a parlare con Akaashi mentre il più piccolo continuava ad annuire e a mangiare. Ad un certo punto si sentì la porta di casa aprirsi e richiudersi velocemente, il rumore fece incuriosire tutti i ragazzi seduti al tavolo e proprio quando Sakusa stava per alzarsi Komori fece il suo ingresso nella stanza dicendo: «Kyo, sei già a casa? Credevo ti sarest- Oh, non sei solo.»
«Beh.. Non hai notato le scarpe all'ingresso?» chiese Kiyoomi
«Non ci ho fatto caso, no.»
«Comunque, perché sei qui?»
«Beh, avevo il sospetto te ne saresti andato presto e non volevo farti pranzare da solo.»

«Komori, conosci Sakusa?» s'intromise Shirabu.
«Ciao Shirabu, sì lo conosco. Siamo cugini.»
«Vuoi unirti a noi? Comunque, è avanzata un po' di pasta,» propose Akaashi, Motoya non se lo fece ripetere due volte e dopo aver preso le stoviglie si sedette al tavolo e mangiò di gusto.

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Dopo pranzo Akaashi e Bokuto si offrirono di lavare i piatti e così fecero, stupendo chiunque li guardasse per come sincronizzati fossero; finirono di lavare tutte le stoviglie in una quindicina di minuti.  

In quei minuti il cervello di Keiji aveva deciso di focalizzarsi su quanto confortante potesse essere un abbraccio da parte di Bokuto, di quanto avrebbe potuto sentirsi al sicuro tra quelle braccia. Bokuto invece osservava con quanta naturalezza e eleganza le mani di Akaashi lavassero i piatti per poi passarglieli per farglieli asciugare, a Kōtarō non passò inosservato lo sguardo imbronciato di Akaashi, ma decise di non fare domande.

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Intanto nel salone Tendō stava parlando del più e del meno con Shirabu ed Oikawa quando Semi s'intromise nella conversazione: «Tendō, se mi dai il tuo numero poi ci mettiamo d'accordo per vedere quella serie TV di cui mi parlavi stamani.»
«Certo, mi farebbe piacere,» rispose Satori per poi scambiarsi il numero di telefono con Eita, al quale non passarono inosservati gli sguardi imbronciati di Tooru e Kenjirō, i quali fecero crescere ancora di più il sospetto di Semi che a Tendō fosse successo qualcosa.

Nel frattempo Atsumu si avvicinò a Komori e chiese: «Come mai tuo cugino sta sempre da solo e non si avvicina a nessuno?»
«Uh? Beh... Non dovrei dirtelo io.»
«A me ha detto che soffre d'ansia, è vero?»
«Sì, ed ha anche dei seri problemi di fiducia, non lascia avvicinare nessuno. La sua personalissima opinione è che tanto tutti ti feriranno quindi non ha senso avvicinarsi alle persone se dovrai starci male.»
«Se posso dire la mia, e la dirò anche se a te non piace, è una cosa stupida. Può capitare di venire feriti dalle persone a cui si vuole bene, ma questo non significa che si avvicinano a te solo con l'intento di farti del male.»
«Vuoi spiegarglielo tu?»
«Se sarà necessario. Comunque mi piacerebbe sapere di più su di lui.»
«Tipo?»
«Qualsiasi cosa.»

«Così sembri un disperato, Tsumu,» s'intromise Osamu.
Komori rimase stupito da quanto velocemente i due si misero a discutere su chi fosse il più disperato tra i due e da quanto velocemente Atsumu dimenticò la sua presenza per litigare con il fratello.

Note dell'autrice:
Ehm... Scusate per essere sparita. Sono stati mesi d'inferno, scusatemi🙏🏼💕

Will love blossom or is it not destined to?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora