Capitolo 20

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«Makki, daiii, dicci cosa è successo ieri sera con Matsukawa,» disse Oikawa per la cinquecentesima volta quel pomeriggio mentre si stavano tutti dirigendo ad un bar per prendere qualcosa di caldo da bere.
«Non è successo nulla. Ha insistito per accompagnarmi a casa, fine della storia,» rispose Hanamaki stringendosi nelle spalle.
«I dettagli, Makki. Vogliamo i dettagli,» si aggiunse Tendō.
«Quando tu ci parlerai di te e Ushijima,» gli rispose Takahiro sorridendo maliziosamente mentre cercava di spostare il discorso su altro.
«Makki, per favore. I dettagli e poi interroghiamo Tendō,» disse Atsumu facendo sospirare Hanamaki che replicò: «L'ho fatto entrare in casa per mangiare qualcosa, e Yuki ha cominciato a dire che non ho fatto altro che parlare di lui.»
«Lui come l'ha presa?» domandò Suna.
«Beh, non ha più tirato fuori l'argomento. Ed è meglio così.»
«Adoro tua sorella, te l'avevo già detto, vero?» disse Oikawa scoppiando poi a ridere per l'occhiataccia con la quale Takahiro lo fulminò.

«Bene, ora che Makki vi ha dato i dettagli, Tendō. Tu ed Ushijima state passando molto tempo insieme,» disse Atsumu sorridendo.
«Sì e non sono affari vostri. Wakatoshi-kun è una persona gentile e dopo ciò che è successo giovedì sera si preoccupa se sto bene. Non c'è molto altro da dire,» spiegò Tendō.
«Tra l'essere gentili e il darti il suo giacchetto c'è differenza, Tendō-san,» disse Akaashi nascondendo il viso nella sciarpa di Osamu, non notando lo sguardo truce lanciatogli da Suna.
«Me l'ha prestato perché avevo freddo,» rispose Satori.
«Come mai allora non glielo hai restituito oggi?» domandò Atsumu.
«Me ne sono scordato. Comunque, Akaashi, come è andata oggi a pranzo con Bokuto?» cambiò discorso il rosso.
«Già, ha ragione. Non ci hai detto nulla,» disse Oikawa.
«Non è successo nulla. Ha parlato un po' di sé e mi ha fatto molte domande e... Credo mi abbia fatto ridere... E mi abbia fatto non pensare,» rispose Keiji abbassando gradualmente il tono della voce.
«Aspettate tutti un momento. Bokuto Kōtarō è riuscito a fare smettere di pensare all'overthinker per natura, Akaashi Keiji? Dobbiamo chiedergli quali sono i suoi segreti,» esclamò Hanamaki.
«Certo, fate pure ed io vado a chiedere a Matsukawa-san se sa già quanto sia facile farti arrossire,» rispose tranquillamente Akaashi guardando Takahiro con sguardo impassibile.
«Okay, non serve arrivare a minacciare. Comunque, Iwa-chan oggi era strano. Era molto più scontroso del normale e non mi ha rivolto la parola nemmeno un momento,» disse Oikawa non guardando nessuno dei suoi amici.
«L'ho notato anch'io, come se fosse stressato ma non riuscisse a, o non vuole, parlarne,» replicò Hanamaki.
«Non sappiamo cosa dirti, Oikawa. Prova a parlarne con lui,» disse Shirabu alzando le spalle al che la voce di Kenma si fece sentire: «Io non capisco Kuroo... Sembra un idiota, eppure... Non lo so, c'è così tanto che quel ragazzo non mostra...»
«Kenma? Hai la febbre?» domandò Atsumu al quale l'altro biondo rispose guardandolo male.
«Da quel poco che ho scoperto di Kuroo, so che abita con il padre ed i nonni paterni, ha una sorella maggiore che però abitava con la madre, da alcune foto sul profilo di Bokuto ho capito quella pettinatura ce l'ha per il modo in cui dorme, la sua situazione a casa è delicata e non ne parla. Sembra un completo idiota ma nel suo gruppo è tra quelli con cui le persone di confidano di più e che cerca di aiutare quando gli altri hanno dei problemi,» disse Takahiro spiegando poi che sapeva queste cose per via delle ricerche che aveva fatto su Matsukawa.
«Possibile che in quel gruppo non ce ne sia uno che non abbia problemi?» borbottò Suna.
«Che intendi?» chiese Oikawa.
«Beh, Osamu ha seri problemi col fratello e no, non ne parlerò qui Atsumu. Semi ha problemi in casa, Kuroo ha genitori separati, Bokuto ha problemi con l'autostima, Iwaizumi non so che problemi abbia ma ne ha e Matsukawa è l'unico che sembra normale,» spiegò Rintarō alzando le spalle, al che Atsumu lo afferrò per la manica del maglione e disse: «No, SunaRin, non scappare e spiegami che cazzo di problemi avrebbe Samu.»
«Parlane con lui.»
«Ma non mi ha mai detto nulla!»
«Lo so.»
«A te ne ha parlato? Perché? Cioè, siamo gemelli. Gli ho sempre raccontato tutto, perché lui no?»
«Parlane con lui.»
«Stronzo.»
«Grazie.»

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«Osamu... Perché Akaashi ha la tua sciarpa?» chiese Bokuto con gli occhi ancora fissi sul cellulare.
«Cosa?» domandò confuso Kuroo.
«Oikawa ha pubblicato alcune storie oggi pomeriggio e in una foto c'è Akaashi con la sciarpa di Osamu,» spiegò imbronciandosi Kōtarō.
«Gliel'ho prestata stamani dato che si è mezzo congelato per aspettarci,» spiegò Osamu alzando gli occhi al cielo.
«Quindi nel suo gruppo sono tutti ritardatari?» chiese Kuroo.
«Beh, non proprio tutti. Ma stamattina Kenma si è alzato tardi dopo che stanotte è stato sveglio fino a tardi con Suna. Atsumu, Tendō, Makki e Oikawa sono ritardatari cronici,»
«Makki non è arrivato in ritardo ieri, però,» borbottò Matsukawa scarabocchiando qualcosa sul quaderno di Semi.
«Quello perché probabilmente non voleva fare una figuraccia la prima volta che uscivate insieme, ma di solito è un ritardatario solo perché è un procrastinatore cronico,»
«Tornando ad Akaashi, perché non ti sei ripreso la sciarpa una volta a scuola?» domandò Bokuto.
«Perché avevano in programma di andare al parco oggi pomeriggio e sapevo che avrebbe avuto freddo senza.»
«Smettila di fare così, Bro. Qualcuno potrebbe dire che sei geloso,» disse Kuroo meritandosi il cuscino che gli arrivò dritto in faccia.
«Comunque, ho bisogno di un consiglio,» esclamò Semi dopo che il momento di ilarità cessò del tutto.
«Parla pure liberamente,» gli rispose Iwaizumi.
«Non riesco a capire perché Shirabu mi odia.»
«Non ti odia. Makki mi ha detto che è così scontroso con tutti,» disse Matsukawa.
«Mm...»
«A cosa pensa quella tua bella testolina?» chiese Tetsurō picchiettando con un dito la fronte di Eita che rispose: «È che... Non capisco cosa io abbia fatto. Cioè, va bene che è sempre scontroso, ma con me lo è molto di più e non capisco il perché...»
«Non ti odia. In nessun modo, non ti odia. Non posso parlare, ma so che non ti odia,» disse Osamu mentre risistemava i suoi libri.
«E come lo sai?»
«Atsumu parla sempre troppo e basta conoscere un pochino Shirabu per capirlo.»
«Se lo dici tu...»
«Comunque, Semi mi dai una mano a mettere lo smalto?» cambiò discorso Iwaizumi, un po' per motivi personali ed un po' per distrarre Semi dai suoi pensieri autocommiserativi, «Va bene» gli rispose grato Eita.

Bokuto andò a sgraffignare tutti gli strumenti da manicure che le sue sorelle avevano lasciato a casa e Semi si mise all'opera, intanto Osamu andò a preparare qualcosa per merenda in compagnia di Bokuto e Sakusa; Osamu aveva deciso di preparare dei biscotti quindi Kōtarō e Kiyoomi si dissero capaci di poter dare una mano.

Dopo svariati minuti, dove Bokuto trovò anche il tempo di cominciare una lotta col cibo (a detta di Sakusa, una disgustosa lotta col cibo) a cui Osamu aveva risposto a tono, per fortuna i due lasciarono Kiyoomi fuori la loro piccola battaglia, i biscotti erano finalmente pronti. I tre ragazzi misero i biscotti su un vassoio e tornarono nella camera di Kōtarō dove nel frattempo Eita aveva finito di fare l'estetista quindi tutti e sette i ragazzi si accanirono contro il vassoio: nel giro di mezz'ora tutti i biscotti erano finiti, lasciando solo briciole della loro breve ed effimera esistenza.

«Osamu, insegnaci i tuoi segreti. Non capisco come tu possa essere così bravo in cucina,» esclamò Kuroo per poi lanciarsi ad avvolgere un braccio attorno le spalle del più piccolo.
«Ehm... Non ho segreti,» rispose Osamu per poi scrollarsi di dosso il braccio di Tetsurō.
«Qualcosa non va, Samu?» domandò Iwaizumi, l'unico ad aver notato lo sguardo del ragazzo rabbuiarsi un po'.
«Sto bene, non preoccuparti.»
«Okay.»

Note dell'autrice:
Et voilà💁🏻‍♀️
Capitolo 20 pronto e pubblicato. Grazie davvero a chiunque legge e dà una possibilità a questa storia. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti 💕

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