Capitolo 30

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Kiyoomi lasciò immediatamente il confortevole abbraccio del fratello e si voltò di scatto verso la voce che lo chiamava. Iwaizumi e il gruppo si avvicinarono ai tre fratelli; a Kiyoomi e Fuyumi non passò inosservato come Atsumu si tenesse indietro rispetto al gruppo, isolato e nonostante la facciata, notarono come nei suoi occhi ci fosse un fastidio e un'irritazione malcelate.

«Sakusa, abbiamo interrotto qualcosa? So che avevi detto di avere degli impegni ma... Ecco, ti abbiamo visto qui e volevamo sapere se avessi una risposta,» disse Kuroo una volta che si furono tutti avvicinati.
«Kiyo sarà lieto di venire con voi in vacanza,» rispose Fuyumi prima che il fratello potesse farlo.
«Fantastico, ora manca solo Ushijima e poi potremo fare i biglietti,» esclamò Oikawa.
«Miya, che c'è che non va?» chiese Kiyoomi, spiazzando tutti con una semplice domanda.
«Non c'è niente che non va, Sakusa,» rispose Atsumu incrociando le braccia al petto.
«Non più "Omi Omi", quindi? Che cosa c'è che ti turba, Miya?»
«Hai sempre detto che ti infastidisce quel soprannome.»
«Sì, ma te ne sei sempre fregato o sbaglio?»
«Beh, sbagli. So riconoscere una causa persa quando ne vedo una.»
«In che modo io sarei una causa persa? Che cosa ti ho fatto?»
«Senti, lascia perdere. Ti lasciamo con i tuoi amici.»
«Ah no, io e 'Yumi siamo i suoi fratelli,» s'intromise Katsumi con un ghigno stampato in volto, nato al vedere la discussione che i due stavano avendo poco prima.
«Cosa?!» esclamò Atsumu, seguito da Iwaizumi: «Ha dei fratelli?!».
Katsumi e Fuyumi si presentarono al gruppo ed Atsumu si morse morse la lingua e represse il fastidio.

Nonostante la notizia che gli era stata data, Atsumu non si sentiva sollevato come si sarebbe aspettato. C'erano ancora troppe cose che non gli quadravano e la sensazione di essere stato preso per i fondelli rimase nel suo petto ad accrescere il suo astio e il suo risentimento. Di questo suo silenzio prolungato non si accorsero soltanto gli amici più vicini ad Atsumu ma anche Kiyoomi, che non appena riuscì a sfuggire alle domande degli altri afferrò il polso del biondo e si allontanarono dal gruppo.

Suna fu l'unico ad accorgersi di ciò che stava accadendo, ma decise di fare finta di nulla, lasciando ai due la privacy di cui avevano bisogno; si concentrò su Osamu e su come il vento gli sferzasse i capelli e di come la debole luce del sole, coperto da nubi, accendesse i suoi occhi e di come il suo sguardo fosse focalizzato su di... Lui?

"Cosa sta succedendo? Perché... Perché sta guardando me...? Perché nei suoi occhi c'è... È... Cos'è...?" mentre pensava ciò Rintarō sentì fiorire nel suo petto quel sentimento che aveva così a lungo tenuto alla larga, nascosto, ignorato ed evitato persino. Il suo corpo fremeva, le mani cominciarono a sudare, quasi sentì il suo cuore aumentare il ritmo dei battiti e la bocca asciutta.

Si avvicinò a Osamu, non interrompendo nemmeno per un momento il contatto visivo, dall'alto dei suoi due centimetri in più di altezza inclinò la testa e si avvicinò di più. Entrambi chiusero gli occhi, mentre le mani di Rintarō si allungavano per afferrare il viso di Osamu, un colpo di tosse li distolse dall'incanto.

Suna si allontanò di scatto, mettendo le mani nelle tasche del giacchetto per nasconderne il tremore, Osamu d'altro canto voltò lo sguardo verso Kuroo ed incrociò le braccia al petto, mordendosi il labbro inferiore. Non parlarono di ciò che stava per accadere, non sapevano come aprire il discorso e tutti i loro shippers più accaniti avrebbero volentieri strozzato Matsukawa per quel colpo di tosse improvviso che li aveva fatti separare.

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Intanto una volta lontani da occhi e orecchie indiscrete, Kiyoomi lasciò il polso di Atsumu e si voltò per affrontarlo: «Mi spieghi cosa c'è che non va, Miya? E non fare come tuo fratello, non ne sei capace.»
«In che senso come 'Samu? E non ho niente, Sakusa.»
«Nel senso che sei più espansivo di tuo fratello e te lo si legge in faccia che c'è qualcosa che non va. Quindi parla.» Incrociò le braccia al petto e lo guardò con un sopracciglio alzato.

Atsumu rimase spiazzato, credeva di essere sempre stato più bravo di Osamu a nascondere come si sentisse. Osamu era molto più un libro aperto, sì la sua espressione di solito era pacata e quasi annoiata, ma era il più espressivo dei due. Se c'era qualcosa che non andava, in Osamu era più facile leggerlo che in Atsumu; eppure, Sakusa trovava più facile leggere proprio lui. Il gemello stronzo, il gemello che allontanava le persone con il suo carattere, il gemello che credeva (fingeva) di essere superiore. Perché? Com'era possibile una cosa del genere?

Atsumu rimase in silenzio, shockato da quanto successo e incapace di poter articolare una risposta tagliente, sul volto aveva una maschera indecifrabile ma i suoi occhi tradivano il suo tumulto interiore.

Kiyoomi sospirò poi, rilassando i muscoli che teneva tesi, disse: «So che ti stai chiedendo come sia possibile e la risposta è semplice. Osamu sarà anche il più "espressivo", ma tu sei molto più facile da leggere. Basta sapere dove cercare, dove guardare. La tua faccia potrà anche mostrare la stessa espressione da sarcastica testa di cazzo, ma i tuoi occhi tradiscono i tuoi veri sentimenti. Come nessuno l'abbia mai capito è un mistero.»
«I miei... Occhi? Che cosa stai dicendo? Io non ho problemi e non c'è niente che non va, Omi-kun.»
«Se sei tornato al soprannome fastidioso vuol dire che ti ho shockato sul serio. E non raccontare balle, ho visto il fastidio e l'irritazione che ti accendevano lo sguardo prima. Cosa è successo?»
«Sai, per uno così intuitivo come te mi sorprende che tu ancora non ci sia arrivato. Sai, mi sono sempre descritto come schietto e onesto. Odio le falsità e le menzogne, ma odio anche le mezze verità e le bugie bianche. Odio gli ipocriti e i falsi. Credevo che anche tu la pensassi come me, soprattutto dopo la tua filippica di quel sabato matti-»
«Stai cercando di darmi dell'ipocrita, Miya? Non provarci, non ti ho mai detto di odiare il contatto fisico. Certo, non lo adoro e non ne vado matto, ma non ti ho mai detto di essere incapace di usare quel tipo di linguaggio d'affetto con chi credo possa averne bisogno. Il linguaggio supremo d'affetto di Katsumi è il contatto fisico, questo io lo so meglio di chiunque altro, e sapevo anche di avergli negato qualsiasi tipo di affetto negli ultimi due anni. Un abbraccio, Miya, non significa che sono un ipocrita e che da oggi comincerò a mostrare il mio affetto attraverso il contatto fisico. Se è questo ciò che pensi di me, mi dispiace ma non è un mio problema, Miya.»
Detto questo Kiyoomi rimise la mascherina e si allontanò per tornare dal gruppo.

Note dell'autrice💜=
A chi aveva richiesto la pubblicazione del capitolo 30, eccolo qui. La nostra bellissima Osasuna ha fatto un passo avanti... E dieci indietro. E sì, Atsumu è bravo a nascondere ciò che prova ma non con Omi Omi. Comunque, grazie a chiunque legge, vota e commenta, non sapete quanto felice voi mi rendiate❤️

Will love blossom or is it not destined to?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora