Will love blossom or is it not destined to?

Capitolo 44

La mattina del 25 dicembre, Hajime Iwaizumi ebbe una crisi.
Era cominciata la sera prima, da quando Tōru gli si era accoccolato addosso guardando il film.
Hajime lo aveva abbracciato e lo aveva tenuto stretto. Tenerlo in quel modo, sentirlo così vicino, non era qualcosa a cui Hajime era estraneo; dopotutto era da quasi una settimana che si svegliava abbracciato a Tōru. Eppure, di solito Hajime non ne era consapevole fino alla mattina dopo, quello che aveva fatto la sera prima era voluto e ricambiato.
Era sembrato giusto stringere Tōru tra le sue braccia, come se fosse sempre appartenuto lì.

Anche ora Tōru era accoccolato tra le sue braccia, la testa poggiata sul suo petto e le loro gambe intrecciate in strane posizioni. Hajime aveva timore di svegliarlo; quando Tōru dormiva, Hajime non doveva pensare troppo a come comportarsi o a come parlare.
Hajime era perfettamente consapevole di non saper rapportarsi con gli altri normalmente. Era sempre molto veloce nell'infastidirsi e nel rispondere male. E lo aveva fatto innumerevoli volte anche con Tōru, il ragazzo che gli piaceva.

"Cosa dovrei fare? Tōru non merita di essere trattato come faccio io..."
"Aspetta, è senso di colpa quello Hajime? Da quando sei così veloce nel dire che qualcuno ti interessa?" La sua cara vecchia coscienza era tornata a tormentarlo. Hajime se lo aspettava. Eppure, si fece sfuggire comunque un verso frustrato quando la realizzazione lo colpì.
"Stai per caso insultando la tua coscienza? Sono settimane che cerco di farti capire che sei perso nella tua cotta per Tōru Oikawa!"

Hajime sbuffò e provò a spostare delicatamente Tōru per potersi alzare, ma Tōru si aggrappò più forte al petto di Hajime. Cosicché lui rimase intrappolato nell'abbraccio di Tōru.

~~~~

Eita era il primo tra gli abitanti della casa ad essersi alzato e ad occupare la cucina. Si era svegliato da un bel sogno e non era più riuscito ad addormentarsi.

Eita stava preparando la colazione, indossava le cuffiette e ascoltava la sua playlist rock.
Le crepes erano più difficili di quanto si aspettasse, ma continuò a farle soprattutto per non dover pensare. Avere qualcosa che lo distraesse era rilassante per lui, non dover pensare a come avrebbe voluto che Kenjirō gli avesse chiesto nuovamente di dormire insieme. Scosse la testa e si concentrò sulle crepes.

Eita venne raggiunto in cucina dal ragazzo che infestava i suoi pensieri. Ed Eita si prese il suo tempo per ammirarlo: i capelli arruffati e il cipiglio assonnato sul viso donavano a Kenjirō un'adorabile aspetto. Quando Eita s'accorse che Kenjirō stava parlando e che lui non lo sentiva, si tolse velocemente le cuffiette.

«Scusa, cos'hai detto?» domandò Eita, procedendo ad insultarsi mentalmente.
«Buongiorno...» biascicò Kenjirō per poi avvicinarsi alla macchinetta del caffè ed accenderla.
«Buongiorno.» Eita riprese a fare le crepes.

I pensieri che Eita aveva provato ad ignorare, tornarono più prepotentemente nella sua mente. Kenjirō era sembrato giù di corda. Okay, era appena sveglio e non aveva ancora preso il suo caffè, ma Eita sentiva che c'era dell'altro nel suo "buongiorno" a mezza bocca.
Eita voleva fare sorridere Kenjirō e voleva vederlo risplendere, come avevano brillato i suoi occhi quando gli aveva parlato dei suoi sogni futuri.

Eita si risvegliò dai suoi pensieri quando proprio Kenjirō gli diede una pacca sulla spalla per dirgli che le crepes si stavano bruciando. Eita le tolse dal fuoco velocemente ma ormai erano bruciate. Sospirò sconfitto.

«Credo che non riuscirò a fare la colazione questa mattina...» annunciò Eita sconfitto.
«Non saranno tutte bruciate, qualcuna potrebbe salvarsi. E poi possiamo sempre farne altre.» Kenjirō finì il suo caffè e si avvicinò ad Eita. «Quante ne hai già pronte?»