Capitolo 13

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Il giorno dopo, ad essere precisi prima dell'ora di pranzo, Oikawa si presentò in camera di Hanamaki mentre quest'ultimo finiva di asciugarsi i capelli.

«Tu cosa ci fai qui?» domandò Takahiro guardando Tōru con un misto di preoccupazione e irritazione nello sguardo.
«Sono qui per darti una mano, ovviamente. Se ti lasciassi fare da solo, che amico sarei?»
«Non ho bisogno del tuo aiuto.»
«Sì, invece. Guarda come cazzo avevi intenzione di vestirti.»
«Che male ci sarebbe nella mia scelta d''abito?»
«Ce ne sono tanti. Vuoi che ti li dica in ordine alfabetico o numerico?»

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Dopo pranzo Hanamaki si trovò in una spiacevole situazione: era bloccato con Oikawa che gli stava scegliendo l'outfit e dando consigli su come comportarsi.
«Oikawa, grazie dell'aiuto, ma credo di sapere come dovermi comportare<» disse Takahiro e Tōru, che continuava a ficcanasare nel suo armadio, rispose: «Se pensi di esserne sicuro... Comunque, ti scelgo io l'outfit almeno non farai brutta figura.»
«Non devi, so vestirmi da solo.»
«Senti, ti fai aiutare. Fine della discussione. E poi devo farti alcune domande.»
«Su cosa?»
«Lo sai benissimo.»
«Cosa vuoi sapere?»
«Tutto quello che sai su di lui.»
«Beh, non so tanto. Non sono riuscito a trovare niente su di lui.»
«Che palleeee. Sei inutile, Makki.»
«Grazie.»

Alla fine Oikawa optò per un paio di pantaloni neri con la catena appesa al fianco, un maglioncino nero da mettere sopra ad una camicia bianca e un paio di converse nere, quando preparò le cose poggiandole sul letto di Hanamaki quest'ultimo provò a dire qualcosa, Tōru disse: «Non ti azzardare a dire niente e mettiti questi altrimenti te li metto con la forza.»

Takahiro si arrese e si cambiò mettendosi ciò che gli aveva scelto Oikawa, dopo aver cacciato quest'ultimo dalla stanza. Una volta finito di cambiarsi, Hanamaki afferrò il telefono e il portafoglio infilandoseli in tasca e uscì da casa, seguito da Oikawa, salutando la madre e le sorelle.

Oikawa e Hanamaki si divisero e Takahiro proseguì da solo verso il parco in cui si erano dati appuntamento.

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Quando arrivò all'entrata ovest del parco, Hanamaki trovò Matsukawa già lì ad aspettarlo, dato che era preso dal parlare con qualcuno al cellulare Takahiro si prese tutto il tempo per osservarlo bene: Issei portava una camicia bordeaux, con strisce bianche verticali, infilata dentro un paio di jeans neri ma lasciandola molto lenta, anche sul lato destro dei suoi pantaloni pendeva una catena.

Una volta che Matsukawa mise fine alla chiamata, Hanamaki rese nota la sua presenza, Issei sorrise e riponendo il cellulare nella tasca posteriore dei jeans disse: «Hanamaki. Da quanto sei arrivato?»
«Tranquillo, non ho aspettato molto. Oikawa mi avrebbe comunque fatto arrivare in ritardo. E chiamami Makki.»
«Va bene, Makki. Tu chiamami Mattsun, però.»

I loro discorsi vennero interrotti da una pioggerellina leggera che cominciava a cadere, Issei prese Takahiro dal polso e cominciò a correre verso un locale poco conosciuto nascosto alla fine di una strada.

Il locale dava una sensazione di intimità e calore, la quiete di quel posto non venne per nulla scalfita quando i due ragazzi fecero il loro ingresso trafelati e si appoggiarono al bancone ridendo. Dopo aver ordinato da bere, Matsukawa e Hanamaki si andarono a sedere ad un tavolo all'angolo della stanza, dopo essersi seduto Takahiro parlò: «Sei sempre così sfacciato, Mattsun?»
«In che modo lo sarei stato, Makki?»
«Poteva benissimo sembrare un rapimento quello.»
«Beh, non mi sembrava carino rovinare l'outfit che Oikawa ha scelto per te.»
«Si nota così tanto che l'ha scelto Oikawa?»
«Dopo come ti sei presentato ieri? Sì, si nota.»
«Beh, il tuo invece chi l'ha scelto? Perché quello non può essere una tua idea.»
«Infatti sono stati Kuroo e Bokuto ieri pomeriggio a dirmi che avrei dovuto mettere questa camicia.»
«Beh, ti sta bene.»
«Grazie.»
«Comunque, ieri a colazione hai detto che il weekend fai la colazione dolce con i tuoi fratelli, quanti ne hai?»
«Due, un maschio e una femmina. Entrambi più piccoli di me. Hiro ha 9 anni e Yuma ne ha 7. Tu? Hai fratelli o sorelle?»
«Sì, purtroppo. Due sorelle. Yuki ha 23 anni e Mitsue ne ha 9.»
«Sei il figlio mezzano? Ecco da dove viene quella nota ribelle nel tuo sguardo. Siete sempre quelli più pericolosi.»
«Prego? Voi fratelli maggiori siete sempre i peggiori. Non fate altro che dare ordini e guastare il divertimento altrui.»
«Mi era sembrato di vederti ridere prima, Makki.»
«Sarà stata un'allucinazione.»
«Ceerto-»

La frase di Matsukawa venne bruscamente interrotta dall'arrivo del barista che posò i cocktail ordinati poco prima sul tavolo: Issei aveva preso un San Francisco mentre Hanamaki aveva ripiegato su un Red Sunset (aka l'unico cocktail analcolico che conosceva).
I due rimasero a parlare gran parte del pomeriggio; il cuore di Hanamaki non riusciva a contenere la gioia mentre il cuore di Matsukawa si scioglieva sempre più mentre Takahiro parlava.

Will love blossom or is it not destined to?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora