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⚝

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La squadra venne inclinata di qualche grado e la matita tracciò il suo confine più lungo. La carta venne rischiarata dalla fioca luce della candela, ora che si era raddrizzato con la schiena. Sospirò pesantemente, non capiva. I calcoli erano giusti, non poteva aver sbagliato, li aveva rifatti chissà quante volte. Eppure i pianeti si allineavano sempre nello stesso modo. Si lasciò andare contro lo schienale della sedia, incontrando così il fascio luminoso della luna. Portò le lunghe unghie nere al mento, grattandoselo leggermente, cercava di riflettere per capire il perché fosse arrivato a quella conclusione.

Sentì una presenza morbida e familiare vicino ai piedi, la coda gli si attorcigliò per un secondo sul polpaccio e poi con uno slancio gli salì sulle gambe, così da avere un piano d'appoggio ed andare più facilmente sulla scrivania. Si sedette e prese a leccarsi una zampa, fino a quando gli occhi non gli caddero su quella mappa astronomica rimanendone più che sorpreso. Prese all'improvviso sembianze umane e guardò esterrefatto il suo padrone «Taehyung...Le tue congiunzioni astrali»

E quest'ultimo annuì «Venere e Nettuno, non mi capitava da settant'anni»  era veramente un momento particolare, rappresentava il transito romantico per eccellenza. Possiamo innamorarci follemente di una persona che ai nostri occhi appare la realizzazione di un nostro ideale, qualcosa di perfetto e di meraviglioso «Grandi novità in arrivo quindi» Eppure anche le delusioni amorose sono molto frequenti. Un intenso rapporto d'amore, ma anche un amore difficile da controllare, che ci si può ritorcere contro. E Taehyung aveva già sperimentato tutto quello, uscendone distrutto.

«È ancora presto per dirlo, Jimin» si massaggiò gli occhi per poi passarsi una mano tra i capelli, tra lo sconsolato e l'ansioso. Gli occhi del famiglio brillarono percependo un velo di paura nell'animo di Taehyung «Ma i pianeti non sbagliano mai»

«Già...Non sbagliano mai» Se quello fosse stato veramente il volere dell'universo, allora niente e nessuno avrebbe potuto cambiare il futuro.

Aveva sempre preferito restare in disparte, vivere isolato, lontano dalle persone. Pensò che fosse opportuno per celare al meglio la sua vera identità. Il mondo lo aveva già girato tutto nei suoi più di cento anni di vita e adesso voleva solo vivere in pace e tranquillità. A tutti gli effetti Taehyung possedeva il corpo di un ventiseienne ma la sua anima era assai più vecchia. Si ricordava alla perfezione delle sue vite passate, portando con sé ancora tutti quei ricordi. Semplicemente continuava a rincarnarsi con una spiritualità sempre più elevata della precedente. 

La sua era una casetta che vista esternamente sapeva di sobrietà al massimo, sembrava quasi una piccola capanna, molto umile e povera. Ma all'interno vi era un altro mondo. Non una regia, non un castello. Quello che desiderava Taehyung era semplice: possedere una casa piena di spezie, erbe officinali, libri di magie, amuleti e talismani di tutti i tipi fatti di oro, argento, diamanti, pietre preziose. Effettivamente poteva ritenersi il più ricco del regno, eppure quella ricchezza era raro usarla, preferiva vivere modestamente, senza troppi sfarzi e presentarsi come il ragazzino di ventisei anni, orfano, che viveva nel bosco e che sapeva cavarsela come meglio poteva. Perché attenzione, lui meglio di chiunque altro sapeva che con la magia non si scherzasse. 

𝘿𝙍𝘼𝙒𝙄𝙉𝙂 𝘿𝙊𝙒𝙉 𝙏𝙃𝙀 𝙈𝙊𝙊𝙉 // ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora