33 - Il peso delle scelte.

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"Ci ho provato a liberarmi da quel senso di indesiderato

Ed ho fallito mille volte però ci ho provato

Ho messo pesi sulla schiena e poi sono caduto

Ho perso sangue dal naso e mi sono rialzato

Però a vent'anni già mi chiedo se son troppo stanco

Se quello che mi serve è quello che ho desiderato

Se un giorno riuscirò davvero ad esser realizzato

E sono spaventato"

[...]

"Di cos'è fare l'artista te ne hanno mai parlato?

Di tutto quello che ho perso, che ho sacrificato

Di non avere voce, restare senza fiato

Di avere mille persone che aspettano un tuo sbaglio

Sapere che ogni passo falso verrà condannato

Mi chiedo spesso se son stato solo fortunato

E non mi passa il moto della mia rabbia

Spero che il mio passato se lo porti via la carta

È matto, questo è matto, chiedi perché lo faccio

In nome del padre, del figlio, spirito santo ".


6 anni prima...

L'estate era terminata, e con essa l'illusione che il Corona Virus fosse stato debellato. In seguito ad una pausa dalle restrizioni, queste ultime erano state ripristinate. L'Italia era divisa in zone in base alla gravità del contagio.

Molte attività erano temporaneamente chiuse, o parecchio limitate nel loro operato; ragazzi e bambini soffrivano per il divieto di frequentare gli spazi a loro dedicati; gli adulti cercavano di sopravvivere al burnout.

In tutto ciò, Chiara era riuscita a mantenere il lavoro di rider, dal momento che le persone ordinavano cibo d'asporto poiché i ristoranti erano chiusi. Sfortunatamente, il Conservatorio aveva interrotto le lezioni in presenza: nel limite del possibile, si invitavano gli studenti a fruire della didattica a distanza, e del materiale che l'istituto metteva a disposizione online.

Il fuoco che animava la musicista, quindi, era venuto a mancare: la ragazza tentava di focalizzarsi sugli impegni, e nelle ore restanti si esercitava allo strumento per conto proprio.

Come di consueto, gli spostamenti in bicicletta le permettevano di sfogare la frustrazione. La sua mente era piena di interrogativi: quando avrebbe concluso gli studi? Come avrebbe potuto intrattenere rapporti un minimo sereni e civili con i genitori e le sorelle? E con Matteo? Aveva ancora senso la loro relazione?

Ferma ad un semaforo, si impose di cacciare via tutte quelle domande. Avrebbe tanto voluto vivere alla giornata, affidarsi al caso, ma non aveva nessuno dalla sua parte, per cui era un lusso che non si poteva concedere. Mossa dal sarcasmo, si abbandonò ad un sorriso amaro: una frasetta da social diceva che nessuna programmazione avrebbe mai potuto competere con una bella botta di fortuna. Sembrava un motto scritto apposta per lei.

One more Chance  - Sh*t BoulevardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora