21 - Postumi e rimedi.

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Il mattino seguente, Thomas si destò  con la bocca impastata ed un gran mal di testa.

Ci mise un attimo ad orientarsi. Gli pareva che persino i capelli ed i vestiti puzzassero d'alcool. Ricordò ciò che era successo, o meglio non successo, la sera precedente . La dimostrazione che non aveva sognato tutto dormiva accanto a lui.

Azzurra l'aveva abbracciato per l'intera nottata, con il capo appoggiato al suo petto.

Rimase un po' a godersi il momento di tenerezza, poi realizzò che gli serviva disperatamente un'aspirina. Si domandò per quale diavolo di motivo due adulti avessero deciso di ubriacarsi al pari di adolescenti in preda agli ormoni.

Ordinò la colazione in camera: dopo una sbornia colossale il minimo era rifocillarsi.

Attese che l'inserviente arrivasse, ritirò il carrello con il cibo, quindi lasciò un biglietto per informare la ragazza che era uscito per recarsi in farmacia. Non sarebbe stato il più romantico dei risvegli, ma era necessario assentarsi per procurarsi un medicinale: era tormentato da una specie di martello pneumatico nel cervello.

L'aria fresca all'esterno lo aiutò a riprendersi per pochi minuti . Dovette ammettere che la prima volta con quella meravigliosa creatura se l'era immaginata diversa.

Acquistò degli analgesici, e si affrettò per tornare in albergo.

Thomas  trovò Azzurra che riposava ancora, con un'espressione così serena da sembrare un angelo.

Si fermò a osservarla. Era incantevole. In parte fu felice di non averla intaccata con la banalità del sesso.

"Ma che me tocca sentì... Passi il fatto che non reggi un bicchiere de vino ed un paio de drink, però 'sta piega triste da dolce stilnovo  non te la posso proprio perdonà. Non meriteresti de vedella manco cor binocolo. Ringrazia che la rossa s'è presa 'na bella sbandata, ed appena aprirà gli occhi te prosciugherà peggio de n'idrovora. Al posto suo me ne sarei già andata a cercà un Cobbra degno de sto nome". A Thomas sfuggì una risatina: il Damiano immaginario non faceva mai sconti.

Il chitarrista decise di farsi una doccia, almeno per levare di dosso l'odore sgradevole che lo ammorbava.

Gli girava la testa, e si augurò che l'acqua che scrosciava lungo il corpo rappresentasse un utile rimedio. A cose ultimate, indugiò nel godersi il caldo dell'accappatoio, poi uscì dal bagno.

Azzurra era seduta sul letto, e si stava stropicciando gli occhi.

"Buongiorno tesoro", esordì lui.

"Buongiorno. Mi sto vergognando in modo indicibile. Ieri sera devo aver esagerato con il vino...", disse la ragazza.

"Non ti preoccupare. Abbiamo esagerato in due...", Thomas sperò che ricordasse ciò che era successo subito prima che si addormentassero come sassi.

"Però ammetto di essere fortunata: a mò di ricompensa per la sbornia, stamane mi ritrovo con la colazione ed un uomo seminudo in camera...", affermò maliziosa la donna.

"Ehm, sorry per lo spettacolo increscioso, ma avevo sul serio bisogno di darmi una sistemata", si scusò il musicista.

"A Tommà, ma che sei cojone? Te stà a dì che ne vole approfittà! E daje!".

Thomas confidò che, nel caso in cui l'atmosfera fosse diventata bollente, il Damiano immaginario avrebbe concesso loro un po' di privacy.

"Hai fatto bene. Ed hai un look sexy da morire...", disse Azzurra con un sorrisetto.

"Grazie...", rispose Thomas.

"Ti spiace se uso il bagno?", gli domandò lei.

"No, prego!", rispose Raggi.

Il ragazzo scelse una tenuta comoda.

Dopo qualche minuto lei lo raggiunse.

Lui rimase senza fiato.

Azzurra aveva raccolto la chioma, e si potevano notare in tutta la perfezione i tratti del volto, le linee del collo, il candore della pelle. Persino le orecchie, con la forma priva di difetti, risultavano dannatamente sensuali.

Thomas deglutì mentre la contemplava.

Sfilato l'outfit della sera precedente, la donna indossava solo un completo intimo che le strizzava seno e fianchi in modo invitante.

"Ok, calma, non svenire...", pensò lui quasi incredulo.

"Ho deciso di portarmi avanti con il lavoro, ricominciando più o meno dove ci eravamo interrotti. Ho avuto una buona idea?", esordì la giovane.

"Ottima", Thomas le si avvicinò.

Lasciò che le loro labbra si esplorassero a vicenda. Quando mancò ad entrambi il respiro, prese ad accarezzarle il viso, per scendere in seguito con lentezza lungo le spalle, l'addome, i fianchi. La sentiva piena di desiderio, ma non voleva bruciare subito una passione così intensa.

Proseguì baciando il collo con delicatezza, quindi si concentrò sullo spazio tra i seni. Azzurra gemeva piano, in quella che era una precisa richiesta.

Lui usò i denti per giocare con l'elastico degli slip, poi risalì per mordicchiarla ovunque.

Si rese conto che la stava facendo impazzire, e la cosa lo lusingava e divertiva, ma non era ancora disposto a cedere.

Lei lo aveva intuito, e iniziò a tastargli il petto, la schiena, i glutei nel tentativo di incoraggiarlo.

"Non mi arrendo ancora, signorina", le sussurrò in un orecchio.

"Vuoi che ti implori?", gli domandò lei suadente.

"Esatto!", esclamò Thomas.

Le sfilò il reggiseno, ed insistette a stimolarla sino a che le venne la pelle d'oca.

Permise infine alle mutandine di scivolare ai piedi delle bellissime gambe.

Si fermò ad assaporarla in tutto il corpo.

"Ti prego, Thom... Ho voglia di te...", Azzurra gli stava  chiedendo davvero pietà.

Allora lui la sollevò, la adagiò sul letto, e cominciò ad amarla, sempre con calma, gustando centimetro per centimetro. La ragazza fremeva ad ogni spinta, e raggiunse in fretta l'apice del piacere mentre gli mordeva con avidità il collo.

"Ti rimarrà un segno carino", ridacchiò la giovane, "così la prossima volta eviterai di farmi aspettare".

"Ci vorrà ben altro, signorina...", sussurrò Thomas.

Quando anche l'uomo non riuscì più a resistere, si perse totalmente in lei.

Restarono sdraiati a lungo, in silenzio.

Thomas appoggiava il capo sull'addome di Azzurra, che intanto giocava con il suo ciuffo.

In passato, si sarebbe sentito svuotato di energie ed emozioni. Adesso era diverso.

Non gli succedeva da tempo di concentrarsi con tale attenzione su un'amante: nei periodi in cui saltava da una partner ad un'altra, pensava in primo luogo a se stesso, e ad andare dritto al punto.

Ora aveva provato qualcosa di unico, indugiando su una donna nonostante fosse già pronta a donarsi completamente. Era stato senza dubbio un atto di vanità che aveva suscitato apprezzamento.

La guardò negli occhi.

"Vorrei trovare un modo poetico ed originale per dirti che sei bella e speciale, ma credo risulterei patetico".

"I tuoi semplici gesti degli ultimi giorni valgono quanto mille parole".

La baciò con tenerezza.

"Sono Charlie Brown: per mia fortuna ho incontrato la ragazzina dai capelli rossi".

"Non me l'aveva mai detto nessuno...", confessò con un pizzico di stupore Azzurra.

"Allora merito un premio?", le chiese con aria maliziosa.

"Sì, e questa volta comando io!", esclamò divertita mentre lo sovrastava e fingeva di volergli fermare i polsi.

"Non chiedo di meglio!", asserì il musicista.

One more Chance  - Sh*t BoulevardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora