12 - Cover Magazine

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Victoria si stava recando in agenzia per l'appuntamento di lavoro. La sua mente tornò alla prima volta che c'era stata.

Agli inizi, l'avevano contattata nel periodo di crisi dei Maneskin. In quell'occasione lei pensò subito che si trattasse di uno scherzo. Non si considerava una bellezza da copertina, e viveva la propria altezza ed il poco seno al pari di malus.

Che la volessero addirittura come testimonial la riteneva una barzelletta.

Victoria non comunicò la notizia né al padre né alla sorella, né tantomeno ai Maneskin.

Si era inventata una scusa per giustificare l'assenza di un paio di giorni, ed aveva preso il treno per Milano.

Da quando aveva cominciato a suonare con i compagni, ma soprattutto durante e dopo la partecipazione ad X Factor, era stata in parecchi posti, sia in Italia che all' estero. Eppure, di fronte alla sede della società rimase a corto di parole.

Attorno all'edificio si sviluppava un vasto parco in cui erano disseminate stravaganti installazioni. Con l'aiuto delle targhe, tentò di decifrarne i significati, ma presto si arrese. Chissà che ne avrebbe detto Ethan.

Il grattacielo della ditta pareva un gigantesco contenitore costruito in cristallo e vetro, simile, tranne che per le dimensioni, a quelli che confezioni in una sessione di decoupage. Nonostante il caos ed i rumori della città, la sede dell'agenzia sembrava un mondo a sé, in una realtà parallela.

La ragazza varcò le ampie porte d' ingresso quasi in punta di piedi.

Le insegne interne riportavano una molteplicità di nomi e qualifiche. Dinanzi alla profusione di scritte e dati Victoria si sentì in difetto.

Cercò un' annotazione in agenda: "Dottor Lorenzo Colasanti, terzo piano".

"Buongiorno signorina, posso darle una mano?", le domandò un uomo alla reception.

Vic credette per un attimo di essere priva di voce, e si limitò a porgere il biglietto all'inserviente.

"Trova l'ascensore in fondo al corridoio, a destra!", le indicò quest'ultimo.

La giovane annuì, poi decise di usare le scale: pensò che le avrebbero permesso di sciogliere la tensione.

Sale e corridoi della struttura la lasciarono attonita: i pavimenti risultavano lucidati a specchio, e gli spazi erano così grandi da potersi percorrere con tranquillità su uno skateboard.

Quando arrivò al terzo piano, una segretaria la accolse con un enorme sorriso.

"Come posso aiutarla?", le chiese la donna.

"Sono Victoria De Angelis, ho un appuntamento con il Dottor Lorenzo Colasanti".

"La sta aspettando! Mi segua, prego", rispose gentile la segretaria.

Il professionista era un signore di mezza età, con un'aria ed un modo di fare paterni. Lui e Victoria erano entrati subito in sintonia, e tra di loro si era instaurato un rapporto di fiducia e stima reciproche.

La bassista dovette riconoscere, con il tempo, che era partita prevenuta: si era  immaginata un ambiente di figuri loschi che non attendevano altro che metterti le mani addosso, invece lo staff ed i collaboratori si dimostravano corretti e protettivi. Purtroppo con le colleghe non andava parimenti bene, però rappresentavano il rovescio della medaglia.

La notte precedente il servizio fotografico degli esordi non chiuse occhio. E se si fosse rivelata impacciata, o avesse fatto fiasco?

Mentre l'esito della post produzione era in corso si scoprì attanagliata dall'ansia: che avrebbe pensato la gente di quegli scatti? Aveva ragionato a sufficienza prima di accettare, considerato che sarebbe finita sui cartelloni per strada e sulle facciate di tram ed autobus?

L'unica cosa che la trattenne dal mandare tutto a rotoli fu la cospicua penale che le sarebbe toccato corrispondere in caso di rescissione del contratto.

Ma quando la campagna pubblicitaria cominciò, uscirono ottimi feedback, e alla luce del successo le proposero persino di sfilare.

E quindi furono di nuovo notti insonni, nausee, mal di stomaco, però di fronte alle cifre che avrebbe guadagnato valutò che ne valesse la pena. Da ragazzina aveva vissuto con dieci euro al giorno, ed ora non era proprio il momento di fare la schizzinosa.

Nica ed il padre si dicevano fieri di lei, anche se soffrivano un po' la sua mancanza.

Purtroppo dal resto dei Maneskin non ottenne lo stesso apprezzamento, tuttavia date le circostanze e la crisi del gruppo un eccessivo entusiasmo non era da ritenersi una pretesa sensata.

 Il suono dell'ascensore che la avvisava che era giunta a destinazione la riportò al presente .

Si diresse con passo deciso verso l'ufficio di Colasanti. Le segretarie che la incrociavano erano sempre prodighe di sorrisi e complimenti: ogni successo di un cliente significava un avanzamento di carriera pure per loro. In fondo, in quel mondo nessuno faceva niente per niente.

Il manager dell'agenzia le venne incontro con le braccia aperte: "Victoria, ci siamo visti da poco, ma è sempre una gioia averla qui! Si accomodi, a breve arriveranno committente e fotografi! Posso offrirle qualcosa?".

"Accetto volentieri un caffè!", con il tempo la bassista aveva imparato ad essere disinvolta in tale contesto ed altre situazioni, e a non aver paura di disturbare.

Marco, il compagno,  non sapeva ancora del nuovo ingaggio: si augurò in cuor suo che ne sarebbe stato entusiasta.


La ragazza prese visione del catalogo di intimo e costumi da bagno.

Non si trattava di capi a basso prezzo, bensì di tessuti pregiati e confezioni curate.

Un motivo in più di orgoglio e soddisfazione per il lavoro.

"Abbiamo già un paio di idee in merito alle fotografie, ma è ovvio che ci serve l' approvazione della testimonial!", esordì il creativo incaricato della campagna.

"La ascolto!", esclamò convinta Victoria.

"Contempliamo semplicità ed eleganza, vogliamo andare dritti al punto senza eccessivi fronzoli. Sarà la sua immagine a parlare, oltre quella degli articoli che ritrarremo. Pensavamo a qualche scatto "vedo non vedo", sempre all'insegna dell'essenzialità, privo di cose volgari. Signorina, che ne dice?", le domandò il creativo.

"Per me va bene. L'unica cosa che chiedo è di non esagerare troppo con le luci, e con il ritocco digitale: non desidero alimentare modelli non realistici", replicò Vic.

"Lo abbiamo valutato, quindi può stare tranquilla. La bellezza risiede anche nella spontaneità".

Si sentì lusingata dal complimento.

"Vuole consultare qualcuno prima di procedere?", le domandò il manager.

"Non è necessario. Sono convinta!".

"Ottimo, allora non ci resta che definire il lato economico, e stilare una tabella di marcia".


Altro giro, altra corsa.

One more Chance  - Sh*t BoulevardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora