3 - A little bit of Paradise

160 7 2
                                    


Victoria affrettò il passo. Marco la aspettava al locale, e dopo avrebbe trascorso la notte a casa sua. Lui era diventato una sorta di dipendenza. Non le bastava mai.

Pur di passare del tempo assieme, era disposta a sopportare gli sguardi irosi di Luisa.


Arrivò davanti al Lounge Bar, il tizio della security la riconobbe e la lasciò entrare.

Il fidanzato le venne incontro.


"Santo cielo, quanto sei bella! La migliore delle visioni!", le disse.

"Ti sono mancata?", domandò lei.

"Eccome, ma è il prezzo che si paga a stare con una modella famosa. Com'è andato il servizio fotografico?", chiese Marco.

"Noioso da morire, ma il cachet era ottimo, quindi...", replicò Victoria.


Marco la prese per mano: "Vieni dolcezza, mi devi un ballo!".

Incrociarono Luisa.

"Ah, ciao...", la salutò lei con insofferenza. Non si sforzava nemmeno di fingere.

"Ciao!", la bassista cercò di salutare con un minimo di entusiasmo.


"Non mi digerisce proprio", affermò la giovane.

"Te l'ho già detto: lei tollera solo se stessa. Dai, balliamo!", la incitò Marco.

Il Deejay li vide, e ne approfittò per mettere una delle canzoni preferite di Victoria.


"Non ti sfugge davvero nulla", sussurrò la donna nell'orecchio del compagno.

"No, ma soprattutto non mi è sfuggita la cosa più importante: averti nella mia vita!", rispose lui.


Se fosse stato un sogno, Victoria avrebbe deciso di non svegliarsi.


Il mattino successivo salutò Marco, che rimase ancora a letto ad oziare, e tornò a casa. Si era ripromessa di contattare Ethan per studiare la proposta di matrimonio a Carlotta.


"BarbieVic chiama Jacob, BarbieVic chiama Jacob... Torchio, sei operativo?", gli scrisse sulla messaggistica istantanea.

"Buongiorno De Angelis! Operativo e pieno di energia! Videocall su Skype? Carlotta è uscita...".

"Un attimo che mi sistemo con portatile e webcam!", esclamò la bassista.

"Ehi, cara, allora, che si dice?", esordì lui.

"Sono reduce da un tour de force, ma mi serviva per mettere qualche soldino da parte. Tu come stai? Prima o poi dovrai confidarmi i tuoi segreti di bellezza: mai visto nessuno con una pelle come la tua!", affermò Vic.

"Genetica, tesoro, genetica!", rise Ethan, i complimenti gli provocavano un certo imbarazzo.

"Sempre convinto di volerti sposare?", incalzò lei.

"Convintissimo!", replicò il batterista.

"Bene, perché durante i viaggi di questi giorni ho avuto tempo a sufficienza per scervellarmi in merito alla festa, ma devo chiederti un po' di cose!", aggiunse Victoria.

"Sono tutto orecchi!", affermò Ethan.

"Rimaniamo sul romantico, o optiamo per il coatto?", chiese la De Angelis.

"Sono indeciso tra il coattamente romantico, ed il romanticamente coatto!", scherzò l'amico.

"Suona meglio romanticamente coatto, senza dubbio! Allora, la tua fidanzata mi sembra una tipa da bianco, ma dato che ci vorrà il mio tocco personale , ci metterò anche viola, rosa, e del leopardato", disse la giovane.

"Gli anni passano, ma vedo che certe fisime proprio non cambiano!", la canzonò Ethan.

"Hai voluto la mia organizzazione? E mò pedala! Comunque, non mi interrompere: aggiungerò palloncini su palloncini, decorazioni a forma di nuvola, ed un Cupido gigantesco con frecce luminose! Ah, ed il Cupido sarà vestito da Tarzan!", concluse Victoria.

"Tutto sobrissimo, insomma!", scherzò Ethan.

"Ovvio, e poi deve piacere a me, mica a te! Chiacchiere a parte, ce l'hai già l'anello?", domandò la bassista.

"E no, ho bisogno dei tuoi consigli per quello!", esclamò l'uomo.

"Bene, urge che faccia un salto a Roma. Domani sei libero?", gli chiese l'amica.

"Che velocità! Sì, e considerato che Carlotta è fuori per lavoro, non dovrò inventarmi scuse improponibili per coprire l'acquisto dell'anello!", affermò il batterista.

"Ottimo! Sarò da te nel primo pomeriggio. E prepara il portafoglio, spilorcio!", lo prese in giro Vic.

"Non sono spilorcio, bensì parsimonioso!", fu la replica di Ethan.

"Se, se, come no. Daje allora, a domani!".



Thomas era in radio, nella saletta degli speaker, mentre fissava il vuoto. Il turno era finito, ma si era fermato nel suo rifugio per eccellenza.

Tirò un sospirone, cercò una penna, e si concentrò su un lungo modulo che aveva davanti.

"Iscrizione al corso per volontari". Seguivano gli spazi per i dati anagrafici, esperienze di studio e lavorative, informativa sulla privacy.

Era pronto? E soprattutto, in cosa poteva essere utile alla Onlus? L'avrebbe scoperto strada facendo.

Le lezioni era solo il primo step. Del resto, anche la direttrice l'aveva detto: i candidati andavano testati per vedere se fossero davvero idonei a quell'attività.

Thomas mordicchiò ancora un po' la penna, poi cominciò a compilare gli stampati.




One more Chance  - Sh*t BoulevardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora