SEI ANNI PRIMA...
"Il nostro Paese si sta riprendendo lentamente dal lockdown. Molte attività hanno riaperto a pieno regime. I consumatori hanno di nuovo voglia di divertirsi e spendere, con evidenti benefici per l'economia".
"Sì, sì, come no", pensò Chiara mentre ascoltava la radio.
Si appoggiò al muro sconsolata. Si era concessa cinque minuti di pausa, in attesa che il pizzaiolo sfornasse l'ordine che lei avrebbe dovuto recapitare. Nel locale faceva un caldo asfissiante.
Lei era esausta, avrebbe tanto avuto bisogno di una vacanza, ma le serviva anche disperatamente quel lavoro, e se lo sarebbe dovuto tenere stretto.
I suoi genitori erano stati chiari: ormai si era diplomata alle scuole superiori, ed era tempo di pensare alle cose serie. Non le avrebbero di certo negato un tetto, ma al resto avrebbe dovuto provvedere da sola.
Quando aveva comunicato loro di voler diventare una musicista di professione, aveva temuto in una crisi isterica da parte di entrambi.
Sua madre aveva cominciato a piangere.
"Dove, dove abbiamo sbagliato?", ripeteva la donna.
Chiara non era veramente nello spirito di sopportare tragedie greche, così era uscita, ed era andata a passeggiare nervosamente per Firenze.
Aveva preso nota di tutti gli annunci affissi alle vetrine.
Avrebbe dovuto far combaciare gli orari del Conservatorio con quelli di lavoro, oltre al fatto che un solo impiego part time non sarebbe bastato.
Maledetti soldi.
Passò di fianco ad un'edicola. Sulle copertine delle riviste, immagini di influencer, attori, cantanti.
"Chissà come ve la passate voi, eh?", pensò con un pizzico di sarcasmo.
Si fermò davanti ad un negozio di dischi. Lesse un paio di nomi.
I confini erano diventati molto labili: non si diventava celebri perché si cantava bene, si cantava perché si era diventati famosi.
Non sarebbe stato comunque un suo problema, non aveva ambizioni così alte.
Capitò poi di fronte ad una pizzeria d'asporto: "Cercasi rider. Astenersi perditempo".
Entrò a candidarsi senza pensarci due volte.
"Sei veloce in bicicletta, ragazza? Perché qui solo quella abbiamo", le chiese con pochi preamboli il gestore.
"Sì, sono allenata", rispose la giovane.
"Ottimo. Cominci domani".
Da quel breve colloquio erano trascorsi due mesi. Chiara passava da una consegna a quella successiva sfrecciando per le strade di Firenze, aggredendo con furia i pedali. Era l'unico sfogo possibile, poiché la sua vita privata era un disastro.
Le pareva di non avere alleati, e che nessuno facesse il tifo per lei.
Da quando aveva deciso di continuare con la musica, anche Matteo, il fidanzato, le remava contro.
"Non capisco cosa ci sarebbe di male a frequentare l'Università, o cercare un lavoro full time", le aveva obiettato.
"Non mi interessa né l'una, né l'altra cosa", aveva replicato la ragazza.
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One more Chance - Sh*t Boulevard
FanficSecondo capitolo del racconto "One more Chance". I Maneskin, nati come gruppo Rock, sono ormai dei professionisti affermati anche in altri campi. Conoscono i valori del sacrificio e della dedizione, ma soprattutto l'importanza dell'amicizia e degli...