16 - Nirvana: Ethan e Carlotta.

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Carlotta osservava Ethan mentre erano a letto. Avevano fatto l'amore, e dopo qualche coccola lui si era addormentato. La fidanzata non finiva mai di stupirsi di fronte alla sua bellezza. Il colorito della pelle, i lineamenti armoniosi, il fisico scolpito, i capelli talmente  lisci e lucidi che  avrebbero potuto rendere invidiosa una fotomodella.

Anni prima il batterista li portava lunghissimi, in seguito aveva deciso di tagliarli ad altezza delle scapole.

Accarezzarli era uno degli anti stress preferiti della fidanzata. Ethan la lasciava fare: quelle coccole lo facevano sentire speciale.

Successivamente al ferimento, la ragazza provava una sorta di pudore nel sesso: temeva di stancare il compagno, o di rischiare di fargli male. Ma la dedizione che Ethan le riservava non era mutata di una virgola.

C'è chi paragona l'orgasmo al Nirvana. L'amore con lui era quanto di più simile ad un'esperienza mistica un essere umano potesse sperimentare, o perlomeno Carlotta lo viveva così. Era un amante attento e paziente, prodigo di baci e affettuosità. Dava l'impressione di riuscire a scovare zone erogene anche dove non ce n'erano. La donna spesso si ritrovava a pensare che avesse il dono della telepatia, che con lo sguardo scrutasse i suoi desideri. Il sesso per Ethan era un rito, una dolce tortura da condividere con la partner, sino a che lei non resisteva oltre ed allora lui si trasformava, possedendola con vigore ed energia quasi famelici. Il parallelismo con Jacob, il licantropo di "Twilight", in quel caso era calzante.

Carlotta aveva frequentato diversi uomini, ma nessuno che facesse l'amore con un tale trasporto. Ed il batterista inoltre era quel genere di persona che non smetteva di corteggiarti pur consapevole di averti già conquistata, che fosse con un'uscita a cena, o un giro per negozi, o tante piccole premure nel corso della giornata.

Quando la donna tornava dalle trasferte, Ethan la viziava senza risparmiarsi.

"Mi stai osservando, vero?", nel frattempo lui si era svegliato, ma continuava a tenere gli occhi chiusi.

"Lo so, sono imperdonabile, ci vorrà ancora un po' per riprendermi", aggiunse il batterista.

"E' stato bellissimo. Non c'è nulla per cui dovresti scusarti", lo rassicurò la compagna.

Il ragazzo temeva che la proposta di matrimonio, o accenni alla festa ed all'anello, gli sfuggissero durante il sonno. Si tranquillizzava appena capiva che la donna non aveva cambiato atteggiamento, quindi ciò significava che era all'oscuro dei suoi progetti.

"Te l'ho detto che sei attraente come un dio greco?", esordì Carlotta.

Il batterista scoppiò a ridere, poi le accarezzò il volto.

"Non ti sembra di esagerare? Però mi vedrei di più come un guerriero apache", rispose Ethan.

"No, non esagero. Non sarò mai alla tua altezza", affermò la donna.

Lui la baciò. "Non essere sciocca. La mattina in cui ci siamo conosciuti, la dea eri tu".

Lei lo guardò con stupore. "Intendi, inzaccherata di fango dalla testa ai piedi, con un cesto di rovi al posto della piega, il trucco sbavato? Il mio tailleur preferito era lercio, il lavoro del parrucchiere si era rivelato inutile, e l'eyeliner era colato dappertutto", Carli fece una lista impietosa.

"Data la situazione, eri troppo alterata per percepire che persino così eri un incanto. Sprigionavi un erotismo incredibile", disse Ethan.

"Pensavo la stessa cosa di te", aggiunse Carlotta arrossendo.

"Questo mi lusinga...", replicò il batterista.

Il giovane si prese una pausa, poi ricominciò a parlare.

"La sera del nostro primo appuntamento è stata un'autentica epifania. Mai vista tanta classe in una sola creatura. La fierezza nei modi, il carattere, la grinta, la determinazione andavano oltre la tua pur notevole avvenenza. E mi sono detto che ti volevo assolutamente nella mia vita", disse tutto d'un fiato Ethan.

Carlotta restò senza parole. Le frasi del compagno erano una continua dichiarazione d'amore.

Prese a massaggiargli il petto. Lui le passò un dito sulle labbra, mentre lo sguardo si accendeva. Ora sarebbe cominciata la loro danza, di nuovo: Ethan che avrebbe indugiato su ogni centimetro della sua pelle, lei che si sarebbe abbandonata per lasciarsi travolgere dal desiderio.

Adorava tutto della fidanzata : il seno piccolo e sodo, il corpo esile, le gambe toniche.

La ragazza si mise a cavalcioni: poteva sentire l'eccitazione di entrambi, il che la infiammava maggiormente. L'uomo temporeggiava, gli piaceva vederla impazzire.

Si amarono a lungo e caddero stremati.


Il batterista si alzò per primo. Ne approfittò per dare un'occhiata agli allegati che gli aveva inviato Vic.

Erano divisi in due gruppi: ristoranti romantici e chic con vista su Roma, qualora avesse rinunciato alle idee coatte ed avesse voluto un'atmosfera speciale ed intima, e locali alla buona in cui fare caciara.

Decise che avrebbe riservato i luoghi da elite per altre occasioni. Optò per un agriturismo con centro benessere. L'amica li aveva già contattati per sapere se accettassero decorazioni.

Il batterista le scrisse per comunicarle i piani.


Carlotta sarebbe dovuta partire per lavoro. Le preparò la colazione.

Ethan udì suonare un promemoria dello smartphone. Dopo un paio di minuti la fidanzata si palesò in cucina.

"Una notte di passione ed un dolce risveglio. Potrei chiedere di meglio?", lo baciò dietro ad un orecchio.

"Mi mancherai, tesoro. Al tuo ritorno vuoi qualcosa di particolare da mangiare, o scelgo io?", le chiese il compagno.

"Sorprendimi come fai sempre!", replicò lei.


Quando la donna uscì per recarsi in trasferta, Ethan si diresse a ritirare l'anello.

Entrò nel negozio di Tiffany. La commessa più giovane lo accolse con eccessivo entusiasmo.

Il gioiello era strepitoso. L'effetto sulle mani eleganti della compagna sarebbe stato portentoso.

"Scusi se mi permetto, i Maneskin si esibiranno ancora assieme?", domandò la commessa  per attaccare bottone e trattenerlo.

"Non escludiamo nulla. Non ci esponiamo troppo con i media perché sono soliti travisare. Non è nostra intenzione creare hype né false aspettative", rispose pacato il batterista.

Lo sguardo languido della ragazza cominciava ad infastidirlo. Prese in consegna il monile e la documentazione, quindi uscì. Rientrò in fretta a casa per nascondere in cassaforte quel tesoro.


Trascorse il resto della giornata davanti agli spartiti; fece qualche piccola riparazione per non perdere l' allenamento; si occupò delle faccende di casa; scrisse agli amici.


Dedicò un po' di tempo agli esercizi per la riabilitazione, pur considerandoli di una noia mortale.

Le sorelle gli telefonarono per sapere come stesse, e si persero in chiacchiere. Si augurò di non ricevere chiamate dall'intera famiglia.




One more Chance  - Sh*t BoulevardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora