Capitolo 21. Stelle.

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SPAZIO AUTRICE: Ecco un super capitolo per  voi. Non capisco perchè i like e i commenti stiano andando a scemare sempre più, proprio ora che la storia diventa più intrigante.
Vabbe spero vi piaccia il nuovo capitolo. Fatemelo sapere. un bacione 🖤


[...] <<Bene... ti lascio mangiare>> dice per poi rivolgersi a passo lento verso la porta
<<No aspetta! Se vuoi...puoi, farmi compagnia.>> lo guardo mentre si era parato a qualche centimetro dall'uscita <<Ovviamente se ti va e se non ti fa schifo il cibo da umana>>
Sorride ed inizia a camminare di nuovo verso di me. Mentre si avvicina al tavolo noto il suo completo elegante nero laccato, la camicia bordeaux e la cravatta dello stesso colore dell'abito che lo rendono così serio ed affascinante. Si siede difronte a me ed aspetta mentre io mangio lentamente il mio squisito pasto
Nella stanza echeggia il silenzio, un silenzio imbarazzante ma allo stesso tempo così ricco di qualcosa che non riesco a decifrare
<<Allora, cosa farai oggi?>> mi domanda rompendo il silenzio
<<Bevo un sorso d'acqua e lo fisso per poi richiudere la bottiglia e riporla sul tavolo, deglutisco e respiro per cercare di non reagire male e non rovinare quello splendido momento insieme a lui.
<<Beh, quello che faccio tutti i giorni da 5 mesi ormai>> sorrido <<Studierò qualcosina e poi andrò a cambiarmi per "allenarmi" con il bell'imbusto che Aro ha fatto venire per massacrarmi>>
Caius ride di gusto alla mia affermazione e fa sorridere anche me
<<Hai ragione perdonami. È buona quell'insalata?>> dice continuando a ridere e togliendomi la forchetta dalle mani
<<Direi di si, perché me lo chiedi? Vuoi assaggiare del cibo da mondani??>> rido a mia volta
<<No ma ti sei divorata il piatto precedente come se non mangiassi da settimane, sei un ingorda!>> esclama ghignando
<<Okey sei cattivo, ridammi la mia forchetta>> sogghigno alzandomi e sporgendomi in avanti sul tavolo cercando di raggiungerlo, lui si alza in piedi ma non ci pensa per niente a ridarmela
<<Caius dai, ridammi la mia forchetta ho ancora tanto da fare e vorrei finire il mio pasto>>
<<Ma sentila! parli già come un vero vampiro>> sogghigna a sua volta, scuoto il capo a destra e sinistra sbuffando sorridente in disapprovazione alla sua affermazione, faccio il giro del tavolo avvicinandomi a lui che si alza subito in piedi, cerco di prenderla ma con tutti i tacchi non arrivo per niente alla sua mostruosa altezza
<<Dai Caius smettila>> rido ancora mentre lui cerca di non farmi prendere la forchetta sorridente e soddisfatto
<<Che c'è non ci arrivi? Non ce la fai?>>
Mi sporgo troppo in avanti inciampando nei miei stessi piedi e cadendo mi scontro contro il suo petto duro, Caius mi prende al volo, non cadiamo ma i nostri sguardi si incrociano di nuovo ed ecco partire quella sensazione così bella e strana.
<<Scusa>> dico seria ed imbarazzata
<<Ti ho salvata per la seconda volta nel giro di pochi minuti>> schernisce mostrando quei meravigliosi denti bianchi.
Li rubo la forchetta e torno al mio posto addentando quell'insalata verde.
Caius continua a farmi scherzi tutto il tempo, a togliermi il piatto, il vassoio, l'acqua; è un continuo ridere e tutto ciò mi piace, mi piace vedere questo suo lato così...così....felice.
Appena finisco il mio pranzo lui si alza e prendendo il vassoio si avvicina verso l'uscita
<<Oh...>> dice bloccandosi e bloccando anche me che mi avviavo tra gli scaffali
<<Si?>>
<<Questa sera, dopo gli allenamenti ti aspetto in cima alle scale>> proferisce prima di sparire attraverso la porta. Cosa vorrà mai?
Torno a mettere a posto gli innumerevoli libri ancora sul carrellino e non mi accorgo delle ore che continuavano a scorrere speditamente.
Quando scendo e torno all'entrata noto l'orologio, sono in un ritardo stratosferico. Chiudo la biblioteca e corro verso la mia stanza, caccio dall'armadio un leggins nero e un top del medesimo colore con delle snickers bianche trovate li a caso. Senza aggiustare i miei capelli o struccarmi corro giù per le scale fino ad arrivare nella sala dove tutti mi stavano aspettando. Spalanco la porta e mi piego sulle ginocchia respirando a pieni polmoni dato il fiatone
<<Oh, sei arrivata! Temevo ti fossi persa!!>> Proclama Aro
<<Ho avuto molto da fare, scusatemi tanto>>
<<La cosa importante è che tu sei qui>> pronuncia Aro, una mano rosea mi porge una bottiglietta trasparente contenente ovviamente dell'acqua, alzo lo sguardo e vedo Dominic accanto a me, sorridente ed accogliente. <<Wow!>> penso tra me e me, mi ergo nuovamente diritta e prendo la bottiglietta dalle sue mani
<<Grazie>> sorrido per poi aprirla e berla quasi del tutto
<<Quando sei pronta iniziamo>>
Dominic cammina e si posiziona al centro della stanza con in mano 4 bastoni medi ma spessi, lascio la bottiglia in un angolo e lo raggiungo, mi porge due dei bastoni e mi insegna come usarli soprattutto per difendermi.
<<Ora metti in atto tutto ciò che sai, cosa ti hanno insegnato sino ad ora e difenditi ma cerca anche di attaccarmi>> proferisce
<<E questo cosa dovrebbe comprendere?>> domando innocente
<<Dovrebbe attivare il tuo marchio e ci sono due possibilità, o mi scaraventerai per terra con una specie di scudo o ti darà la forza per combattere>>
Ci mettiamo in posizione ed inizio ad attaccarlo stando attenta ad ogni mio minimo passo, Dominic si difende molto bene e cerca di non farmi male ma nel momento in cui si scatena su di me, cado molteplici volte per terra ma non come quando gli altri vampiri si scagliano su di me, con molta più leggiadria.
Il pomeriggio va avanti così, nessun cambiamento nel Marchio, con Dominic mi fa anche meno male, forse perché il mio subconscio capisce che a differenza degli altri non mi farebbe mai del male o, perché mi sono talmente abituata al dolore che ormai non sento più nulla.

A fine "lezione" sono in camera mia, che bello mi ci voleva una bella doccia calda e rilassante. Mentre tutto il sudore scivola via dal mio corpo, ogni parte di esso si rilassa facendo sì che ogni minima contrattura si sciogliesse.
Richiudo il getto di acqua calda e avvolgo il solito asciugamano e mi dirigo in camera dove ad attendermi a mia sorpresa trovo Caius seduto sul mio letto.
<<Caius!>> esclamo stringendo il mio asciugamano
<<Ciao, scusami non volevo invadere la tua privacy>> si alza in piedi e siamo a pochi cm di distanza <<ho visto che non arrivavi e sono venuto a vedere se ti servisse qualcosa>> continua sorridendomi
<<Sono già le otto?>> sobbalzo <<O Dio, scusa. Ho perso la cognizione del tempo. Mi cambio immediatamente>> farfuglio velocemente imbarazzata
Lui mi sorride ancora ed esce dalla stanza lasciandomi sola, prendo ed indosso in tutta fretta un intimo pulito e senza neanche guardare nell'armadio e impugno un leggins nero ed una felpa corta lilla, le indosso ed indosso anche delle snickers nere. Mi guardo allo specchio e non mi piace per niente ciò che vedo, non solo per l'outfit ma per la mia faccia più pallida e stanca del solito, sono davvero sfatta e cotta.
Sistemo la mia coda alta e faccio un bel respiro prima di aprire la porta, chissà dove mi vuole portare e cosa vuole da me.
Apro finalmente la porta e me lo ritrovo li sempre con quel sorriso smagliante e bellissimo, devo assolutamente ammettere che questo Caius mi piace molto.
<<Andiamo?>> Ecco che il mio cuore torna ad accelerare e a pompare sangue più del normale, mi limito ad annuire e lo seguo sino alle scale, ovviamente per tenere il suo passo sono costretta a correre leggermente, lui non si è neanche accorto del mio passo all'apparenza lento.
Sale le scale infinite in marmo fino in cima, innumerevoli piani che a fatica riesco a contare, arrivati in cima il fiatone è incontrollabile.
<<Siamo arrivati>> si gira verso di me accorgendosi di me mentre cercavo di riprendere fiato
<<Oh, scusa Mad non ho controllato la velocità, non sono abituato ad avere a che fare con mondani>>
<<Tranquillo, allora??>> riprendo fiato <<Dove mi porti?>> domando
Arrivati in cima c'è un piccolo atrio con solo due porte, una è più lontana ed è in legno, molto vecchia e rovinata come se qualcuno non ci entrasse da chissà quanto tempo; l'altra difronte a noi è sempre in legno ma non è rovinata come l'altra, dallo spazio al di sotto entrano degli spifferi d'aria, Caius apre un chiavistello molto grande e all'apparenza arrugginito e duro da aprire, ma per lui è una passeggiata.
La porta si apre facendo apparire davanti a noi una terrazza immensa, senza neanche accorgermene ho iniziato a camminare apprezzando quello spazio enorme e vuoto, chiudo gli occhi e respiro a pieni polmoni quell'aria così fresca e pulita e, per un istante, mi sento libera.
Guardo Caius che non ha smesso per un secondo di sorridermi, si avvicina a me e mi tende la mano, non esito neanche un secondo e gli e la prendo; lui la stinge e mi porta verso il ciglio facendomi salire su un muretto. Da li si può ammirare davvero tutta Volterra, e devo dire che la città medievale illuminata dalle stelle è davvero uno spettacolo.
Non smetto un attimo di sorridere guardando come tutte le sere le persone che prendono vita ma, con una prospettiva decisamente diversa e molto più fantastica, di certo a quest'altezza non potevano vederci e di sicuro sembriamo delle piccole formiche agli occhi delle persone sorridenti per strade.
Le stelle sono meravigliose viste da quassù sono più evidenti, più brillanti non oscurate dai lampioni delle vie e della piazza, uno spettacolo da lasciare chiunque senza fiato.
La serata è perfetta nonostante la brezza autunnale che mi costringe a stringermi nella piccola felpa.
<<So che non è l'alba o il tramonto, ma è qualcosa no?>> mi domanda guardandomi, a mia volta lo guardo interrogativa, poi ricordo tutte le volte che gli ho sbroccato contro dicendoli quanto mi sentissi intrappolata. Non posso fare a meno di sorridere da orecchio ad orecchio.
<<Grazie, è un gesto molto carino>> affermo tornando a guardare le stelle meravigliose, con i piedi a penzoloni nel nulla. Tutto è molto silenzioso, qua su regna davvero la pace ed il silenzio è come essere in un teatro vuoto, è molto rilassante.
Continuo a stringermi nella felpa ma continuando a respirare a pieno quell'aria fresca, a riempire i miei polmoni di aria pulita e nuova. Sento sfiorarmi le spalle e spaventandomi mi giro di scatto notando che Caius mi stava posizionando nuovamente la sua giacca sulle spalle e non posso fare a meno di chiedermi dove abbia sbattuto la testa per comportarsi così con me ma, continuiamo a sorriderci per poi tornare a fissare la pace.

<<Se provo a fare una cosa....prometti di stare ferma?>> mi chiede facendomi spaventare, cosa voleva intendere? Era una trappola? Mi aveva portata li per farmi diventare una di loro sotto ordine di Aro?

Caius - J.C.B (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora