Raccontai tutto a Beth, ogni singolo dettaglio di quel sogno orribile e raccapricciante senza tralasciare nessun dettaglio. Ripercorrendo tutte le parti del sogno, sentivo li stessi brividi e le stesse emozioni di questa notte, il calore, l'ansia, la paura...percorrendo tutto nei minimi dettagli.
Beth sembra sempre più confusa non riesce a capire perché Asmodeo sia stato così vicino ad uccidermi ma allo stesso tempo non ne abbia approfittato dopo quello che le ho raccontato, alla fine come ha detto lei, devo ringraziare di avere il marchio di Caino.
Ad entrambe però ci frulla una domanda o, più che altro, lei ha fatto venire il dubbio a me: come è possibile che il marchio di Caino funzioni anche all'inferno se è un marchio demoniaco a tutti gli effetti?!
Ogni passo che facciamo, ogni passo che percorriamo per arrivare ad una risposta, ci seguono altri cento dubbi; di questo passo non arriveremo mai ad un punto fermo e non riusciremo mai a svelare cosa c'è sotto al famoso enigma trovato sulle sacre scritture.
Beth sparisce per cercare di avere risposte mentre io mi dedico al mio estenuante e noioso lavoro di tutti i santi giorni.
Anche io dal canto mio voglio delle risposte, perché Caius mi tratta male da ieri sera? Voglio affrontarlo, avere delle risposte e mettere i puntini sulle I, sarò pure una stupida mondana e sarò anche più debole di loro, ma di certo uno stupido vampiro non può trattarmi come vuole.
Ed ecco che inizio a parlare come lui.
Mi rimbocco le maniche e con mio grande istinto raggiungo a gran fatica il soffitto arrivando dinanzi la porta che dà sulla terrazza, la stessa porta della sera precedente. Noto che è socchiusa, faccio un grosso respiro profondo e cerco di aprirla con tutte le forze che posso.
Il sole è alto ed è forte e caldo, illumina quasi tutto il terrazzo tranne dove si trova la torre campanaria ed è proprio li che intravedo Caius, nella penombra della torre, in piedi a braccia conserte mentre guada il panorama davanti a se.
Metto un passo fuori e mi faccio riscaldare dal sole caldo e rimpolpante, respiro a pieni polmoni, poi mi avvicino verso Caius che stranamente sembra non essersi accorto della mia presenza, mi avvicino ma non ho il coraggio di parlare, respiro e deglutisco, faccio un altro passo ma ancora non ho il coraggio di esprimere nessuna parola.
In fondo cosa dovrei dirgli?
Codarda!
Faccio un passo indietro, decido di andarmene
<<Sento il tuo odore Madelaine!>> esclama senza girarsi continuando a guardare diritto di fronte a se, mentre io ero già quasi arrivata alla porta, maledico me stessa e mi riavvicino.
Arrivata alle sue spalle lui si gira e mi osserva <<E sento i tuoi battiti>> continua per poi tornare con lo sguardo difronte a se
<<Scusa è che....volevo parlarti>> pronuncio timidamente.
Codarda, codarda, codarda!
Perché ogni volta che mi avvicino a lui tutto ciò che provo si elimina?!
<<Come hai fatto a trovarmi?>> ringhia senza rivolgermi la ben che minima attenzione
<<Non so neanche io, ho avuto un sesto senso, sapevo di trovarti qui, come una specie di....calamita>> esprimo
<<Calamita>> sogghigna <<Certo che voi mondani ne raccontate di frottole>> ride ancora questa volta guardandomi, non sembra più nervoso o arrabbiato, sembra il Caius di ieri sera, quello dolce e gentile, quello che mi ha fatto provare mille emozioni in una frazione di secondo.
<<Si insomma...>> dico timidamente abbassando il capo e diventando paonazza <<Questo è...il tuo posto, giusto?>>
<<Giusto>> risponde, ci guardiamo per qualche secondo, in silenzio assaporando l'uno gli occhi dell'altro <<Hai finito di chiacchierare con il tuo nuovo amichetto?>> domanda tornando a fissare l'orizzonte
<<Amichetto?>> domando
<<Dominic!>> continua a non fissarmi, scoppio in una fragorosa risata
<<Sei per caso geloso Caius?>> domando ironicamente, mi fissa torvo questa volta, sembra arrabbiato
<<Geloso? Io? Ma mi hai visto bene!! Di cosa dovrei essere geloso, io sono uno dei tre capi, ho il potere, lui è solo un insulso allenatore! Non è neanche un vampiro per intero.>> È palesemente geloso <<Potete fare quello che volete, ciò non mi riguarda>> continua
<<Oh, quindi se lui entrasse in camera mia o viceversa, a te non dispiacerebbe?>> domando scherzando, mi fulminò con lo sguardo, scoppio a ridere...mi piace sapere che sia geloso di me
<<Scusa la tua faccia è troppo buffa scusami...possiamo parlare?>>
<<Ti ascolto>> proclama sedendosi e fissandomi senza esporre sentimenti o espressioni
<<In realtà voglio solo capire perché ti sei comportato in quel modo ieri sera, prima mi baci e 5 minuti dopo mi accusi e mi tratti male, perché fai così?>> domando, lui distoglie lo sguardo, non risponde, rimane in silenzio e tutto ciò mi manda in bestia.
Mi avvicino a lui e con un colpo secco giro la sua faccia dura e fredda verso di me, un ringhio fuoriesce dal suo petto e fa fuoriuscire i suoi denti bianchi come il gesso, mi spavento e mi allontano leggermente
<<Io non ti capisco!>>
<<Sei così ingenua che fraintendi tutto!>> esclama, si alza in piedi sempre con lo sguardo aspro
<<C'era Alec ieri sera che ci spiava...non voglio dare spettacolo di me, tutto ciò che è successo tra di noi deve rimanere tra di noi>>
<<Ah quindi io sarei il tuo passatempo?! Athenodora non ti basta che cerchi povere vittime innocenti! Sei davvero davvero patetico Caius Volturi!>> dico nervosa e correndo via, non mi farò prendere in giro un minuto di più da questi stupidi e insulsi vampiri.
Corro nella mia stanza e sbatto la porta, devo andare via da qui, la situazione sta davvero sfuggendo di mano, non amo più essere trattata così...quando è troppo è troppo.
I lividi sul mio corpo sono la prova lampante che hanno sempre esagerato ed io per puro egoismo rimango qui inerme senza riuscire a far nulla.
Troverò un altro modo per recuperare Valentina ma ora devo pensare a me, a scappare a chiedere aiuto...a vivere la mia vita breve o lunga che sia per quel che mi resta, non starò ad aspettare che mi trasformino in una succhia sangue sadica e perversa come loro. A me il potere non interessa, non è mai interessato!
Era meglio essere ignara di tutto, continuando a credere che il marchio fosse solo una voglia, continuare con la mia stupida vita e andare via da questo piccolo paesino nell'entroterra.
Ed ecco che torno a parlare come lui....maledizione!
Ora basta!
Dall'armadio prendo il mio vecchio e sgualcito borsone, ci caccio dentro alcuni indumenti comodi, qualche intimo di ricambio e alcune delle mie cose essenziali.
Infine mi cambio indossando dei jeans sui toni del bordeaux e un maglioncino a collo alto color carta da zucchero chiaro.
Bussano alla mia porta, allarmata nascondo in men che non si dica il borsone nel grande baule e mi siedo a velocità supersonica dinanzi il comò con lo specchio
<<Avanti>> pronuncio facendo finta di prepararmi posizionando il rossetto rosso intenso sulle mie labbra che tra l'altro non uso mai
<<Di solito non è mia intenzione bussare ma...data la nostra ultima conversazione....>>
<<Heidi ti prego, non girarci in torno, va diritta al punto!>> esclamo irritata facendo ancora finta di sistemarmi, scuotendo i capelli facendo cadere morbidi il mio mosso naturale sulle spalle
<<Ti aspettano tra 10 minuti nella sala di allenamento>> proferisce andandosene e sbattendo la porta.
È il momento di agire.
Prendo il borsone dal baule e dopo aver controllato che nessun vampiro fosse nei paraggi, silenziosamente, per quanto silenziosa potessi risultare alle orecchie di un vampiro, mi dirigo verso le scale dove alla fine controllo non ci fosse nessuno.
La via era libera ma ovviamente il mio piano di fuga non era dei migliori; scappare dalla porta principale sicuramente non è una buona idea, anzi forse è la più scontata e conoscendoli avranno messo delle guardie all'entrata o comunque un sistema d'allarme o qualcosa del genere.
Se ci sono altre vie d'uscita sicuramente io non le conosco, non sono ancora molto esperta di quest'enorme castello perciò mi toccherà indagare per quanto poco tempo avessi a mia disposizione.
Scendo l'ultima rampa di scale mi dirigo a sinistra portata lì dall'istinto notando che, al di sotto delle scale, si nascondono 2 porte color legno ciliegio, entrambe senza lucchetto o maniglie per poter vietare l'entrata. Senza pensarci due volte, apro la prima subito alla mia sinistra, non faccio molta forza per entrare e la richiudo subito alle mie spalle.
Scendo qualche scalino all'apparenza rovinato, è molto buio non si vede quasi nulla a parte la fioca luce che entra dalle piccole finestre che sicuramente danno sulla strada; non riuscirò mai ad arrampicarmi ed uscire da li.
Proseguo silenziosa portandomi dietro il mio borsone in una specie di corridoio sporco e stretto, l'odore forte di umidità mi penetra le narici facendomele leggermente bruciare. Un altro corridoio si propaga alla mia destra sembra più largo e meno macabro. Il freddo che fa qui sotto mi entra sin dentro le ossa facendomi rabbrividire e scommetterei qualsiasi cosa, se riuscissi a vedere ad ogni mio respiro uscirebbe una nuvoletta bianca dallo scambio termico col mio corpo ancora leggermente caldo.
Camminando più avanti noto delle sbarre sembrano delle celle, rabbrividisco. Una delle piccole finestre è all'interno dell'ultima cella più in fondo, illumina il centro lasciando la parete in fondo e gli angoli bui. Illuminati leggermente si intravedono dei piedi scalzi e sporchi, mi spavento e la mia schiena va a poggiarsi contro la parete più vicina, ho il respiro corto non so che fare.
Dall'oscurità si accendono due piccoli fari solitari sono due occhi, mi fissano ma non ne riesco a vedere il viso.
<<O mio dio!>> esclamo spaventata, quegli occhi continuano a guardarmi fissi senza proferire parola, il mio fiato è sempre più corto ed il cuore vorrebbe scappare ma le mie gambe sembrano inchiodate al pavimento, il marchio di Caino stranamente non brucia.
<<Madelaine!>> esclama una voce rauca bassa e all'apparenza debole. Come fa a conoscermi?
In quel momento sembra che le mie gambe si siano sbloccate e corro via ma alla fine del corridoio precedente, quello stretto e sporco, dei vampiri dalle tuniche bianche mi venivano in contro. Provo a scappare nella direzione opposta, ci trovo una porta in ferro la apro usando tutta la mia forza riuscendo nel mio intendo ma ahimè è murata. I vampiri dalle tuniche bianche mi afferrano, mi dimeno ma è inutile dimenarsi con esseri dalla forza sovraumana. Mi riportano di sopra, nel corridoio principale e da lontano vedo arrivare i 3 vampiri capi: Marcus-Aro e Caius.
Mi fissano silenziosi, Caius sembra incazzato nero, tanto per cambiare.
<<LASCIATEMII!>> Urlo continuando a dimenarmi.
<<Hai fatto un passo falso, giovane Madelaine>> pronuncia Aro con una voce stranamente calma.
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Caius - J.C.B (ITA)
FantasyIl passato di Madelaine è molto complicato. Il padre, un un mezzo demone, nipote di Asmodeo, principe degli inferi, e la madre una semplice mondana, bella ed affascinante. Madelaine resta orfana a soli due anni, cresce in orfanotrofio sommersa da in...