Capitolo 4. Tutte le storie sono vere.

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SPAZIO AUTRICE: Okey siamo già al quarto capitolo, spero che la mia storia vi stia entusiasmando anche se non vi vedo molto attivi. Detto questo spero che questo capitolo vi piaccia se è così fatemelo sapere con qualche commento e qualche like se vi va.
Aiutatemi a far crescere questa storia please.
Grazie mille a tutti ora vi lascio al capitolo, scusate eventuali errori grammaticali e/o di battitura. Grazie ancora buona lettura.

Il tragitto dalla biblioteca al negozio è stato molto silenzioso accompagnato dal sottofondo musicale della radio che fa scorrere le canzoni del momento.
Mi lascia difronte la porta in vetro opaca e, dopo averlo salutato, scendo dall'auto ed entro nel negozio, alcuni clienti sono immersi tra i pochi strumenti esposti e altri girovagano senza una meta precisa.

<<Buongiorno Sarah!>> esclamo andandole vicino, lei immersa come da giorni ormai nei suoi pensieri non si accorge neanche della mia presenza.
Proseguo dietro il bancone e lei ancora nulla, solo dopo che lascio la mia borsa sull'attaccapanni sul retro sobbalza per il rumore accorgendosi finalmente di me
<<Madelaine!>> esclama <<Qua...quando sei arrivata?>> mi domanda con viso pallido e leggermente balbettando; la fisso per un istante, i suoi occhi erano diventati più scuri e vuoti, oserei dire pieni di angoscia e terrore, il suo colore olivastro tendeva al bianco come se avesse visto un fantasma e le sue mani tramavano di poco, lei si sforza di controllarlo e nasconderlo ma per sua sfortuna io riesco a scorgere ogni minimo dettaglio
<<Ti senti bene?>> le domando andandole vicino e guardandola in modo interrogativo
<<Si, si no...non preoccuparti>> continua a balbettare, la guardo torva, mi sono stancata
<<No che non sto tranquilla, tu non stai bene. Cos'hai? Ti senti male? È successo qualcosa di strano a tuo figlia? A Valentina?>> domando ancora e al sentire il nome di Valentina, le sue pupille si dilatano e sgrana quasi gli occhi per darmi velocemente le spalle, guarda tutti i clienti uscire ma continua a non parlare
<<Sarah per favore, non ce la faccio a vederti così, sembri un morto che cammina e inizio a preoccuparmi.>> continua ancora a tenermi le spalle così decido di prenderla e girarla verso di me, i clienti erano usciti, era rimasta solo una coppia in lontananza
<<Bambina mia ascolta, Volterra non è più sicura>> mi sussurra, la guardo interrogativa, che significa ora questa sua affermazione.
Entrambe ci guardiamo, non capivo più nulla, troppe domande e troppe incertezze, troppi punti bianchi e vuoti.
<<Che vuoi dire?>> domando ancora ma lei non mi risponde si limita solo a guardare i clienti e a farmi capire che non era il momento per poterne parlare.

I clienti continuano ad entrare ed uscire, soprattutto turisti in cerca di souvenir ma il mio pensiero era a Sarah, qualcosa mi sta sicuramente nascondendo.
Sono ormai le 17:00 spaccate e i clienti iniziano a diminuire sempre più sino all'ora della chiusura.
Io sono come al solito in vetrina a pulire mentre Sarah in cassa a contare soldi e fare la chiusura, le mani le continuano a tremare
<<Vuoi una mano? Non ti vedo bene>> le chiedo andandole vicino e poggiando lo straccio sul bancone, lei mi guarda e mi sorride
<<Bambina ascolta, mi devi promettere che questa sera andrai dritta a casa e non ti volterai a guardare nulla>> esprime fissando i suoi occhi nei miei
<<Perché mi dici questo?>> sorrido nervosamente
<<Ti ho detto poc'anzi, Volterra non è più sicura.>> di nuovo quella frase, ma cosa vuole dire? Apre il cassetto di fianco la cassa e ci estrae un foglio piegato in quattro bianco
<<Prendi questo e nascondilo e fa come ti ho detto, va dritta a casa e non fermarti, quando arrivi a casa leggi questa con molta attenzione e capirai.>> me la porge ed io la infilo nella tasca posteriore dei Jeans.

A fine turno la saluto e mi incammino verso casa con mille dubbi e mille pensieri che mi girano per la mia testarda testa.
Il tragitto verso casa sembra più lungo e buio del solito, alcune luci provenienti dai lampioni in strada sembrano fare corto circuito, tutto inizia a sembrarmi troppo strano e, nella mia piccola testolina testarda, continuavano a mulinare le parole che Sarah mi ha ripetuto per ben due volte e con tono serio e preoccupato :"Volterra non è più sicura".

Caius - J.C.B (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora