Pov Caius.
Dico ad Athenodora di lasciarmi da solo e rimango li ad ascoltare musica classica o suono un po' cercando di non pensare a niente ma appena chiudo gli occhi le immagini dei loro sorrisi e dei loro sguardi mi passano davanti come un vecchio film.
Mentre suono quasi rompo il pianoforte, lancio gli spartiti all'aria, e sospiro.
Esco dalla stanza con l'intento di fare qualcosa di sensato qualcosa che mi aiutasse ad arrivare finalmente al potere ma non mi viene in mente nulla, troppo offuscata dalla rabbia.
Controllo il mio orologio da polso e il tempo sembrava essere volato in un soffio, era quasi mezzogiorno e a quest'ora Heidi o Alec saranno andati a prendere il pranzo di Madelaine così raggiungo l'anticamera della sala del trono dove trovo Alec con il vassoio dedicato alla mondana.
<<Alec, lo porto io tu per ora sei libero>> dico senza troppe spiegazioni, prendo il vassoio sotto gli occhi del ragazzino e mi dirigo alla biblioteca. Vi entro e c'è molto silenzio, un silenzio quasi tombale e di Madelaine nessuna traccia. Lascio su uno dei tavoli il vassoio contenente una poltiglia verde ed un insalata, credo, e mi dirigo tra i vari scaffali alti ed infiniti della biblioteca.
Sento il rumore della scala e mi dirigo guidato dal rumore al posto in cui si trova la rossa. La vedo in cima alla scala, in punta per riuscire a posizionare un libro all'apparenza molto pesante per lei dato che si sbilancia sui laterali della scala, il grande orologio della torre campanaria si fa sentire con i suoi rintocchi e fa sobbalzare Madelaine che perde l'equilibrio cadendo dalla scala, la prendo in tempo ed ora è tra le mie braccia.
Apre i suoi magnifici occhi color cioccolato e mi fissa. La tengo stretta tra le mie braccia tra quei rintocchi interminabili, i nostri visi sono vicini, silenziosi, non si sente alcun rumore tranne il vento al di fuori delle finestre che richiama l'autunno arrivato e i ticchettii impercettibili dell'orologio. I suoi occhi sono così ipnotizzanti che non ho la ben che minima voglia di distaccare lo sguardo da lei, sento qualcosa nel petto come se il mio vecchio e sgualcito cuore ormai immobile da millenni fosse tornato ad ardere, ma come è possibile!! Le sue guance iniziano a colorarsi prima di un rosa più intenso per poi diventare dello stesso colore dei suoi capelli e ciò mi fa sorridere, la faccio scendere dalla mia presa poggiandola per terra ma non lasciando la presa, sembra come se tutta la mia rabbia fosse svanita.
<<Sta attenta, non vorrai romperti un braccio!!>> esclamo sorridendole nuovamente, sembra come se non volessi togliere quella curva dal mio viso, lei è visibilmente imbarazzata ma rimane comunque incantevole
<<Si, sicuramente sarebbe successo se..>> inizia a parlare palesemente imbarazzata
<<Se non ci fossi stato io?>> rido <<Probabilmente>> rido ancora
<<Già>> ride a sua volta nascondendo il viso <<Cosa ci fai qui?>> mi domanda puntando i suoi occhioni su di me, rimango in silenzio per qualche secondo in realtà non sapevo neanche io il motivo così sparo la prima cosa che mi viene in mente
<<Beh, è mezzogiorno, voi mondani non mangiate a quest'ora?>> inizio a camminare conducendola verso il tavolo dove ho lasciato il vassoio poco fa, lei cerca di stare al mio passo e cammina a passo veloce al mio fianco facendo ticchettare i suoi tacchi a spillo sulla moquette. Parlando arriviamo al tavolo e lei rimane di stucco, mi rivolge un sorriso e si siede a degustare il suo pranzo. Cerco di lasciarle la sua privacy ma lei insiste nel volere che rimanessi li con lei a farle compagnia. Decido di rimanere e mi siedo difronte a lei; si crea un silenzio teso e all'apparenza, imbarazzante.
<<Allora, cosa farai oggi?>> le domando per smorzare la situazione anche se la risposta è più che ovvia
Mi guarda e sorseggia l'acqua dalla sua bottiglia per poi rispondermi
<<Beh, quello che faccio tutti i giorni da 5 mesi ormai>> mi sorride <<Studierò qualcosina e poi andrò a cambiarmi per "allenarmi" con il bell'imbusto che Aro ha fatto venire per massacrarmi>>, risposta ovvia e non posso fare a meno di ridere di gusto, cosa che fa sorridere anche lei.
<<Hai ragione perdonami. È buona quell'insalata?>> dico continuando a ridere cercando anche di cambiare argomento iniziando a stuzzicarla togliendole le posate dalle mani e ridendo di gusto con lei.
Si alza e viene vicino a me cercando di riprendere la forchetta, mi alzo in piedi e lei non arriva alla mia mano dato la sua bassa statura nonostante i tacchi, cerca di arrivarci ma senza successo, inciampa e mi cade addosso, la afferro prima che entrambi ci potessimo ritrovare sul pavimento
<<Scusa>> afferma seria ed imbarazzata
<<Ti ho salvata per la seconda volta nel giro di pochi minuti>> sogghigno e rilasso le braccia, lei ne approfitta per tornare a mangiare riprendendo la forchetta dalle mie mani. Continuo comunque a farle scherzi fino a che non finisce di mangiare e arriva il momento di levarmi di torno.
<<Oh...>> dico prima di uscire
<<Si?>>.......
Passano le ore, aro diventa impaziente mentre aspettiamo Madelaine per l'allenamento, io squadro Dominic, non mi convince, la porta si spalanca, la rossa ha evidentemente corso per arrivare fino qui dato il suo fiatone
<<Oh, sei arrivata! Temevo ti fossi persa!!>> Proclama Aro
<<Ho avuto molto da fare, scusatemi tanto>> enfatizza lei respirando profondamente. Il biondo prende dell'acqua e gli e la porge, studio ogni suo movimento senza tralasciare quelli della mondana.
I due si posizionano al centro della stanza ed inizia a spiegargli tutto ciò che dovranno fare, devo ammettere che vederla molteplici volte per terra mi fa sentire strano.
Finito tutto Madelaine chiede scusa ed esce tornando sicuramente nella sua stanza
<<Allora Dominic cosa ne pensi?>> domanda Aro
<<Non so Aro, sono confuso devo studiarlo meglio, è potente ma è ancora dormiente>> afferma il ragazzo per poi uscire anche lui dalla stanza.Sono giù sulle scale principali aspettando la rossa, ormai sono le 20:00 in punto e di lei nessuna traccia, cerco di mantenere il più possibile la calma, di stare tranquillo ma il suo ritardo mi fa scattare così mi dirigo verso la sua stanza infuriato più che mai.
Spalanco la porta ma non la trovo li, di lei nessuna traccia. Al di la della porta che porta verso il bagno la sua voce canticchia sotto il getto di acqua che scorre veloce, mi siedo sul suo letto ed aspetto, al suono della sua voce sembra come se tutti i miei pensieri e la rabbia svaniscano pian piano. Al suo rientro mi trova li e rimane di sasso; <<Caius!>> esclama imbarazzata, le sorriso e mi alzo in piedi
<<Ciao, scusami non volevo invadere la tua privacy>> ci ritroviamo molto vicini, il colore del suo viso diventa come le pareti e le lenzuola della stanza <<ho visto che non arrivavi e sono venuto a vedere se ti servisse qualcosa>> mento
<<Sono già le otto?>> sussulta <<O Dio, scusa. Ho perso la cognizione del tempo. Mi cambio immediatamente>> borbotta velocemente e visivamente imbarazzata.
Le sorrido nuovamente, ed esco dalla sua stanza lasciandole i suoi spazi. Dopo un paio di minuti finalmente esce, con il suo solito abbigliamento casual ma molto molto bella.
<<Andiamo?>> le domando porgendole un sorriso e precedendola dirigendomi alle scale. In men che non si dica siamo sopra, sul tetto, sono curioso di sapere quale sarà la sua reazione, lei si è sempre lamentata in questi mesi, di voler tornare alla sua vita e le voglio concedere anche se per qualche secondo, un momento da umana, non so se sto facendo la cosa giusta ma almeno voglio tentare. Mi volto e la vedo piegata su se stessa con fiato corto cercando di far entrare quanta più aria possibile nei suoi piccoli polmoni.
<<Oh, scusa Mad non ho controllato la velocità, non sono abituato ad avere a che fare con mondani>> pronuncio cercando di aiutarla
<<Tranquillo, allora??>> respira a fondo <<Dove mi porti?>> domanda curiosa, le sorrido e apro la porta scostando il vecchio chiavistello duro ed arrugginito spalancando successivamente la vista sull'ampio terrazzo. La vedo respirare affondo a pieni polmoni e godersi quell'aria fresca e pulita. Le prendo la mano non smettendo per un secondo di sorriderle, non so perché ma lei mi fa questo effetto, la porto verso il cornicione senza lasciarle mai le mani e faccio si che con cautela si sieda sul muretto alto. So che sarebbe rimasta entusiasta della vista da qua su, tutto è diverso qui, tutto è più chiaro e soprattutto si può ammirare tutta Volterra. Guardo il suo volto stupito e me ne compiaccio. Il venticello è piacevole ma noto che lei si stringe nella sua piccola e corta felpa lilla.
<<So che non è l'alba o il tramonto, ma è qualcosa no?>> mi domanda fissandola, mi guarda interrogativa per poi tornare su se stessa e mi sorride imbarazzata.
<<Grazie, è un gesto molto carino>> asserisce porgendo il suo sguardo alle stelle sopra di noi
<<Qui il silenzio è davvero una goduria, questo è il mio posto segreto per pensare>> dichiaro
<<Il tuo posto segreto?>> ride
<<Si, sai quando voglio stare da solo senza i miei fratelli che mi assillano o soprattutto che Athenodora mi assilli>> le mie parole fanno scattare una sua risata spontanea ma silenziosa, poi mi rivolge uno sguardo sincero e luminoso
<<Sono onorata che tu mi abbia portata nel tuo posto segreto allora>> afferma tornando a guardare le stelle. Noto che continua a stringersi nella felpa cercando di darsi calore, mi tolgo la giacca portandogliela sulle strette spalle, si gira di scatto quasi spaventata ma entrambi continuiamo a sorriderci. La fioca luce della luna illumina il suo volto perfetto e rosato circondato da poche ciocche di capelli che al buio sembravano scuri. Sento una sensazione forte ed impulsiva dentro di me che cresce ogni secondo che passa
<<Se provo a fare una cosa....prometti di stare ferma?>> Le domando, strano ed impaurito, lei è immobilizzata, la fisso ma rimane impietrita mi avvicino piano a lei, le prendo il mento con le dita e la porto verso di me attaccando poi le mie labbra alle sue, sono calde e carnose, morbide e lisce come un dolce cuscino. Il suo profumo particolare mi invade le narici e la stringo ancora più a me, lei si lascia andare e così inizia il nostro bacio lungo e passionale.
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Caius - J.C.B (ITA)
FantasiIl passato di Madelaine è molto complicato. Il padre, un un mezzo demone, nipote di Asmodeo, principe degli inferi, e la madre una semplice mondana, bella ed affascinante. Madelaine resta orfana a soli due anni, cresce in orfanotrofio sommersa da in...