Mi divincolo inutilmente mentre i due vampiri mi portano nella stanza blindata imposta da Aro.
I due capitanati da Jane non mi permettono neanche di mettere un piede per terra, schiacciano con le loro forti e dure mani gessose, i lividi presenti sulle mie gracili braccia procurandomene al tempo stesso altri che molto probabilmente sarebbero diventati di colore viola nel giro di pochi secondi a causa della mia pelle sensibile. Perché nei momenti come questi il marchio di Caino non si attiva? Forse perché non mi stanno attaccando ma solamente trascinando o, semplicemente loro ne sono immuni?
Dopo aver superato tre rampe di scale arriviamo in un corridoio al quale non avevo mai prestato attenzione le due volte in cui ci ero passata per arrivare in terrazzo, un corridoio stretto lungo e molto macabro.
Rispetto agli altri corridoi dell'enorme e infinito palazzo, questo, è molto spoglio non ci sono né mobili ne finestre solo qualche quadro scuoiato dai colori tetri, la carta da parati color avorio e la luce soffusa proviene da dei candelabri dall'aspetto molto antico. Il tutto sembra davvero molto molto macabro, triste, sinistro e solitario.
Mi trascinano ancora verso la fine del corridoio dove, anche qui, sono presenti molte porte; molte più porte di quelle presenti ai piani inferiori.
L'ansia si impadronisce di me, divampa in tutto il corpo come acqua ghiacciata e al solo pensiero "stanza blindata" rabbrividisco immaginandola come una stanza di un manicomio.
Arrivati alla fine del corridoio mi lasciano posare i piedi per terra ma senza lasciarmi le braccia o via di scampo, per quanto io potessi mettermi a correre mi avrebbero raggiunta in una manciata di microsecondi.
Jade prende delle chiavi dorate e lunghe, apre un lucchetto e di conseguenza sblocca le tre serrature di una porta argentea ma molto scura.
Jade si scosta facendo in modo che i due vampiri mi potessero trascinare all'interno, il mio cuore parte a mille.
<<Cosa volete farmi?>> domando lieve e tremolante, la paura si è impadronita anche della mia voce.
<<Sono ordini del maestro>> risponde Jane senza far trapelare emozioni
Alec che fino a quell'istante era stato in silenzio alle mie spalle, tanto in silenzio che non ero sono neanche resa conto della sua presenza fino a questo istante, mi fissa con aria triste, sa che non voglio stare lì ma, non avrebbe mai disobbedito agli ordini di Aro, tantomeno si sarebbe messo contro sua sorella.
I due vampiri finalmente mi mollano lasciandomi cadere sul pavimento fatto di parquet scuro come metà delle pareti della stanza.
<<Alec!>> esclamo ma Jane si interpone tra di noi richiudendo immediatamente la porta e serrandola nuovamente nello stesso modo in cui l'aveva aperta. Sono in trappola.
Mi accascio sulla porta cercando di aprirla ma invano
<<FATEMI USCIRE VI PREGO!>> urlo disperatamente per far si che Alec si ribelli e mi salvi ma, nessuno dall'altra parte della spessa porta mi da risposta o cenni, molto probabilmente sono già andati via o, se fossero stati ancora li, il mio debole orecchio umano non riuscirebbe a percepirne neanche una minima sfaccettatura da quelle pareti e quella porta così spessi che ne costituiscono una gabbia o meglio, una vera e propria fortezza impenetrabile.
Inizio a piangere, sbatto con ferocia i pungi contro la porta argentea facendomi più male di quanto mi aspettassi, non ho calcolato che la porta blindata è dura forse anche più di un vampiro.
Mi alzo in piedi e mi giro dando le spalle alla porta, la stanza è davvero molto macabra, le pareti sono di un grigio molto scuro che a contatto con quella lieve luce proveniente da due abatjour attaccate alla parete, sembrano nere, una piccola scrivania sulla destra, con uno specchio ovale all'apparenza arrugginito, sulla sinistra un armadio a due ante in legno scuro e consumato e, al centro della stanza, un letto stile barocco bianco con ghirigori argento e con lenzuola e cuscini color bordeaux; forse è l'unico oggetto che si salva in questa stanza degli orrori.
Sopra il letto, molto più in alto c'è una finestra ovale da cui entra una luce puramente grigiastra come se fuori ci fosse solo e perennemente brutto tempo.
Mi arrampico sul letto arrivando a malapena alla finestra in punta di piedi, sbircio e mi rendo conto che affaccia in un vicolo buio e spoglio, davanti a me solo un palazzo abbandonato da secoli e mai ristrutturato, praticamente decadente.
In pre dalla disperazione mi accascio sul letto facendo sgorgare dai miei poveri occhi stanchi e gonfi, questa è la mia fine, sono spacciata, sapevo che dovevo scappare quando ero ancora in tempo, dovevo cercare rifugio altrove.
Non incontrerò mai Valentina e magari, morirò nel giro di pochi giorni o addirittura ore.
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Caius - J.C.B (ITA)
FantasyIl passato di Madelaine è molto complicato. Il padre, un un mezzo demone, nipote di Asmodeo, principe degli inferi, e la madre una semplice mondana, bella ed affascinante. Madelaine resta orfana a soli due anni, cresce in orfanotrofio sommersa da in...