Capitolo 1. This is Me

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Da dove iniziare, non lo so neanche io.
Mi sono sempre sentita un po' fuori posto in questo mondo, non mi sono mai sentita in realtà accettata o al posto giusto.
La mia vita non è mai stata facile, se solo ricordassi qualcosa della mia infanzia, della mia adolescenza ricordo solo l'istituto circondato da grandi mura e recinti, un piccolo giardino incolto e la severità delle suore in abito nero.

Ora ho 23 anni e dopo aver preso la triennale in lingue straniere, ho deciso di intraprendere una nuova facoltà: Legge.
Oggi è una bellissima giornata di inizio Maggio, lo sento dagli uccellini che cinguettano aldilà della mia finestra ancora chiusa.
Qualche stanza più in là come ogni mattina Valentina, la mia coinquilina, si prepara canticchiando qualche canzoncina che le viene in mente o con le quali si risveglia.
Vivo a Volterra, un piccolo paesino in provincia di Pisa Toscana, dallo stile medievale almeno da quando ho memoria, e lei, è stata davvero l'unica ad accogliermi come una persona normale dopo aver compiuto 18 anni ed essere uscita da quell'incubo chiamato orfanotrofio.
Mi sveglio molto presto come al solito e spalanco le persiane grigio tortora della mia piccola e vecchia stanza respirando a pieni polmoni l'aria fresca del mattino appena arrivato.
Il sole stava sorgendo a poco a poco ma il cielo era chiaro e si prospettava si, una bella giornata soleggiata.

Mi dirigo verso il bagno e aprendolo lo trovo come sempre molto ordinato, lungo e stretto contornato da mattonelle color verde molto chiaro, una piccola doccia sulla sinistra e il lavandino con una placca in marmo, su di esso uno specchio molto grande e pieno di luci; dietro la porta, ad incastro, un piccolo scaffaletto che io e Valentina dividiamo con i nostri trucchi, spazzole, piastre e roba varia.
Come ogni mattina detergo e pulisco bene il mio viso prima di applicare la solita crema idratante per la mia povera pelle secca e, dopo essermi lavata ben bene, inizio a stendere una leggera base di fondotinta sulla mia pelle biancastra e continuo con un po' di cipria per cercare di dare almeno quel minimo di colore per non sembrare una morta vagante per finire il tutto con un po' di mascara e una rimpolpata alle sopracciglia con una matita marrone tendente all'arancio altrimenti sembra come se non le avessi.
Dopo aver finito la fase trucco cerco di domare i miei lunghi capelli color rosso fuoco in una coda alta lasciandoli cadere morbidi sulle spalle.
Mi guardai bene allo specchio e il risultato non era male.
Finalmente ritorno in camera mia prendendo successivamente dall'armadio un jeans blu scuro ed un maglioncino leggero color cipria, li indosso cercando di rendermi presentabile aggiungendo le mie solite e amate Vans nere; dopo aver finito di prepararmi e aver sistemato la stanza controllo l'orologio, ero ancora perfettamente in anticipo così mi fiondo in cucina dove Valentina sorseggia tranquillamente la sua solita tazza di caffè fumante. La osservo attentamente mentre legge tranquilla le notifiche dal suo smartphone, ha un leggins nero che le risalta le gambe muscolose e un top a strisce che le arriva quasi sopra l'ombelico, i capelli castano cioccolato sono raccolti in una coda alta che lascia intravedere il suo mosso naturale ed un leggero filo di trucco è sul suo viso, per avere trent'anni la ragazza sembra avere la mia età.

<<Buongiorno!>> esclamo entrando in cucina e prendendo il mio abituale yogurt greco alla pesca<<Buongiorno rossa, dormito bene?>> mi domanda come ogni mattina distaccando l'attenzione dal suo cellulare e puntando i suoi grandi occhioni verdi su di...

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<<Buongiorno!>> esclamo entrando in cucina e prendendo il mio abituale yogurt greco alla pesca
<<Buongiorno rossa, dormito bene?>> mi domanda come ogni mattina distaccando l'attenzione dal suo cellulare e puntando i suoi grandi occhioni verdi su di me
<<Si, grazie>> le sorrido sedendomi a tavola, lei successivamente si alza posando la tazza nel lavabo e prendendo da terra il suo borsone blu con le iniziali del suo nome in bianco;
<<Io vado in palestra e poi in negozio, ci vediamo li okey!?>> espone, io annuisco prendendo un'altra cucchiaiata di yogurt e lei sorride per poi uscire dalla porta color mogano.
Finisco la mia colazione e dopo aver preso la mia borsa e i libri di testo rigorosamente fotocopiati, esco anche io chiudendomi la porta alle spalle e scendendo le due rampe di scale sino a ritrovarmi nel porticato dove ad attendermi c'era la mia vecchia e scolorita Nissan Micra del 2005. Butto tutto sul sedile del passeggero e parto alla volta dell'Università, distante più o meno 20 minuti in auto, in un paesino poco fuori Volterra.

Caius - J.C.B (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora