Capitolo 27:

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Scusate l'enorme ritardo, cercherò di impegnarmi di più nello scrivere, lo giuro 💋✌🏻✌🏻 buona lettura 😘😘😘❤️

-NARRATORE-
La giornata era passata velocemente, il calare del sole era vicino e nella piazza dell'Angelo erano aperti numerosi portali. Da essi fuoriuscivano giovani cacciatori pronti a dare la loro vita per proteggere i mondani e il mondo in cui loro stessi vivevano e che, almeno in parte, amavano. I fratelli silenti preparavano la basiliade per i feriti che ci sarebbero stati e si assicuravano che tutti fossero in età da combattimento, ma soprattutto controllavano che fossero in buona salute, nessuno avrebbe potuto tirarsi indietro.

La massima autorità, ovvero Jia Penhallow, scrutava il tutto dal balcone del suo ufficio. Vedeva l'agitazione che i Nephilim si trasmettevano stando a contatto tra di loro, nessuno immaginava ciò che sarebbe accaduto da lì a poche ore, nemmeno lei stessa sapeva cosa sarebbe successo, forse l'unica cosa certa era che del sangue sarebbe stato versato e che ci sarebbe stato anche quello di Valentine Morgenstern.
La riunione del Conclave era stata lunga ed interminabile, era stata chiarita la posizione di Clarissa e lei ne era stata sollevata, almeno in parte. Era consapevole che probabilmente il giovane Herondale era stato l'ultimo a vederla prima della sua morte, ma sembrava che non gliene importasse. Quel ragazzo l'aveva sempre incuriosita, era sempre stato fuori dal comune ed ora sapeva per quale motivo, il sangue d'angelo che aveva in più nelle vene. Durante quella riunione era emersa tutta la verità, tutte le cose che erano state omesse negli anni precedenti adesso avevano avuto voce e nessuno ne era all'oscuro. Scosse la testa e scaccio tutti i pensieri, quella sera avrebbe passato una tranquilla serata con la sua famiglia, si sarebbe gustata ogni minuto di quella notte e avrebbe amato suo marito, avrebbe vissuto la notte come le precedenti nella comune credenza collettiva che sarebbe tornata a casa per cena il giorno dopo, ma in cuor suo il dubbio restava, lei non sapeva se sarebbe tornata o se i suoi famigliari sarebbero tornati ma per i cacciatori non esisteva un saluto prima della battaglia, per loro era così certo il ritorno...beh, lei avrebbe tanto voluto cambiare le regole.

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Jace era davanti al tavolo del suo salotto con accanto il padre. Entrambi affilavano le armi e preparavano le tenute da battaglia in religioso silenzio. Probabilmente tutti gli abitanti di Alicante lo stavano facendo, però lui non voleva essere come gli altri, non lo aveva mai fatto e non lo avrebbe permesso nemmeno questa volta. L'avrebbe salvata, l'avrebbe trovata e avrebbero combattuto fianco a fianco ed infine, avrebbero ucciso Valentine insieme, non le avrebbe permesso di lasciarsi morire e non avrebbe permesso a nessuno di lasciarla morire...aveva giurato a se stesso e a lei che sarebbe restato con lei fino alla fine ed intendeva fino alla morte, anche se per lui la morte era una cosa relativa, l'avrebbe amata anche dopo di allora. "Ti ama, tornerà" disse Stephen mentre manteneva lo sguardo sulla sua divisa, il ragazzo si voltò verso il padre e l'osservò. Probabilmente suo padre era proprio come lui da giovane, probabilmente tutti gli Herondale erano stati simili a lui. "Non lo so papà, mi ama ma non vuole che combatta" l'uomo fermo il movimento della mano e posò il lucido sul tavolo, prese sottobraccio il figlio e si sedettero sul divano.

"sai...tua madre, quando eravamo giovani, non voleva che mi fidassi troppo di Valentine...diceva che mi sarei fatto male" il cacciatore più maturo si sdraiò sullo schienale "aveva ragione, Valentine mi ha usato ed io glielo ho permesso. Ero giovane e stupido, ma l'errore più stupido che potessi fare è stato quello di non ascoltare tua madre e di lasciare che ti somministrasse sangue angelico, quindi ti dico una cosa ragazzo mio" prese fiato "non combattere con noi contro i demoni, va al lago e combatti con lei e fa si che torniate a casa entrambi" il ragazzino si alzò e si diresse verso l'uscita della stanza "lo farò, vado a dormire. Grazie papà..." L'uomo sorrise, era davvero troppo tempo che non si sentiva chiamare così dal figlio. Jace l'aveva detto per due motivi, il primo era perché voleva chiamarlo così perché lo voleva lui e secondo perché avrebbe regalato un sorriso a suo padre. Amava la sua famiglia, non aveva mai smesso di farlo e non avrebbe mai potuto. Jace voleva essere felice e lo sarebbe stato solamente con Clarissa accanto.

JUST A LITTLE GIRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora