Capitolo 1

3.3K 134 4
                                    

Capitolo 1:

Ed eccomi qui, a tirare pugnali contro il bersaglio che Luke mi ha appena sistemato su un albero. Non sono stata addestrata all'accademia,ma da mia madre e sono abbastanza brava, ma abbastanza non va bene...devo essere perfetta ed io non lo sono. È tutto come dieci anni fa, la neve cade a terra leggera, il cielo è grigio ed io sono qui in cortile ad allenarmi. Indosso solo una canottiera e un pantalone di pelle...bisogna saper resistere al freddo, sono in posizione d'attacco e lancio dei pugnali, faccio centro sul bersaglio. Ho i capelli completamente bagnati...proprio come quando Jonh se ne è andato....esattamente da quando sono rimasta sola, mi ha lasciata sola dopo un mese che mamma e papà se ne sono andati.

-Flashback-

"Clary? Dove sei? Devo darti una cosa da parte di Jon..." La voce di Luke è sconsolata..."arrivo!" Grido dal tetto. Il mio patrigno alza lo sguardo nello stesso momento in cui mi lascio cadere dal tetto, ha un espressione terrorizzata. "Non farlo mai più! Potevi ammazzarti" alzo gli occhi al cielo e gli sorrido lievemente "sto bene, questo è quello che conta." Annuisce e appena mi metto in equilibrio mi porge una lettera "è di Jonh?" Accenna un si "meglio se ti siedi" anche se non ho voglia entro in casa e mi siedo sul divano, inizio a leggere. «Alla mia dolce sorellina. Clary...probabilmente dopo che avrai letto questa lettera non vorrai più avere mie notizie, ma credimi non vorrei allontanarmi da te...solo che ne ho davvero bisogno. Devo crescere per potermi prendere cura di te. Quando leggerai sarò già lontano, cerca di impegnarti negli allenamenti, so che diventerai una cacciatrice formidabile, un bacio il tuo fratellone». Le lacrime scorrono lungo le mie guance. La rabbia ribolle nelle vene. Accartoccio il foglio e lo butto a terra, corro fuori e afferro il primo pugnale che porto alla cintura, lo tiro con tutta la forza e rabbia che ho dentro. Il bersaglio ha perso la testa ed io mi sento un po' meglio. "Hai ragione Jo, non voglio più vederti".

-fine flashback-

Solo per aver ripensato a ciò che è successo dieci anni fa il respiro accelera rapidamente, il cuore batte forte. Luke Mi posa una mano sulla spalla "devi calmarti, o potresti farti male... Soprattutto adesso che sono tornati " lo guardo in modo freddo " chi è tornato in città?" sospira "izzy, Alec e jace...so che Isabelle vuole venire a trovarti" stringo la mano sull'elsa "che venga, ma dille di non aspettarsi che io sia la stessa di due anni fa." annuisce rassegnato "vado a preparare la cena" annuisco e riprendo ad allenarmi. Una freccia colpisce l'albero davanti a me, un biglietto è attaccato ad essa, lo apro "sono qui sorellina, spero che tu voglia vedermi, se si rispondimi con un messaggio di fuoco" un grugnito esce dalla mia bocca "scordatelo" la mia voce è un ringhio "è troppo tardi per prenderti cura di me" urlo, so che mi ha sentito. La cena è stata veloce ed ho una strana sensazione che mi occupa la mente, credo che qualcuno mi stia osservando mentre passeggio nei dintorni della tenuta. Afferro un pugnale e lo lancio dritto su un albero, un gemito di dolore arriva alle mie orecchie e poco dopo davanti a me compare un ragazzo, lo capisco dalla forma delle spalle. "Perché mi stai seguendo?" Non vedo il suo volto, è immerso nell'ombra della notte "e tu perché mi hai colpito?" Mi rilancia il pugnale e lo afferro con una mano sola. "Qui le domande le faccio io, dimmi chi sei e perché mi stai seguendo" avanza e si leva il cappuccio dal viso. È alto, muscoloso, capelli biondissimi ed occhi verdi...è lui. "Non puoi evitarmi Clary, sono tuo fratello e quella è anche casa mia" gli rivolgo uno sguardo gelido "fai come ti pare Jonathan." Si avvicina con passo deciso "che ti prende?pensavo che fosse passata la fase 'odio mio fratello perché se ne é andato'. Devi crescere Clarissa" un grugnito esce dalla mia bocca "lo hai scritto tu stesso, probabilmente dopo che avrai letto questa lettera non vorrai più avere mie notizie -calco la frase alzando la voce- avevi ragione, infatti è proprio così." Resta spiazzato dalla freddezza del mio tono "Clary...ascoltami..." La mascella mi si irrigidisce " no, scordatelo. Non ti ascolterò. Puoi anche tornare a casa, ma non cercare di comportarti come il fratello che non sei stato." Detto questo mi volto e mi incammino verso casa ma mi prende il polso e mi volta verso di lui, per tutta risposta gli tiro un pugno sulla mandibola e lui lascia il mio polso imprecando "non toccarmi più" nel silenzio più totale mi allontano e rincaso.

-JONATHAN-

"Ragazzi io vado a casa, devo parlare con Clary" Iz sussulta "tranquilla, le sarà passata la fase 'odio tutti perchè tutti mi lasciano sola' sono passati due anni da quando avete litigato...la conosco, le sarà passata neanche dopo due ore dalla vostra litigata" cerco di convincerla, ma la realtà è che non la conosco più...sono anni che non vedo la mia sorellina e Luke mi ha detto che è cambiata molto. Esco dalla casa dei Lightwood e raggiungo la mia casa. Clary è appena uscita, si sta allenando con indosso solo una canottiera e un pantalone di pelle...si allena ancora come le ha insegnato nostra madre...credo che andrebbe molto d'accordo con Jace. La sto osservando da un po' dal tetto, Luke la guarda dalla veranda ma si alza velocemente quando Clary inizia a respirare freneticamente, le mette una mano sulla spalla "devi calmarti, o potresti farti male... Soprattutto adesso che sono tornati " lo guarda in modo freddo anche se si scorge l'affetto che prova per lui " chi è tornato in città?" sospira "izzy, Alec e jace...so che Isabelle vuole venire a trovarti" la rossa stringe la mano sull'elsa "che venga, ma dille di non aspettarsi che io sia la stessa di due anni fa." annuisce rassegnato "vado a preparare la cena" annuisce e riprende ad allenarsi. Prendo l'arco che tengo sulla schiena ed incocco la freccia, tendo la corda e la lascio andare, colpisce l'albero davanti alla mia sorellina, un biglietto è attaccato ad essa, lo apre e lo legge. Un grugnito esce dalla sua bocca "scordatelo" la voce è un ringhio "è troppo tardi per prenderti cura di me" urla, mi aspettavo che avrebbe reagito cosi, ma questa sera quando mi vedrà cambierà idea. Dopo gli allenamenti é tornata a casa per cenare, ora é in giardino a passeggiare, la seguo dal ramo di un albero, ad un certo punto si ferma e tira qualcosa, un pugnale i conficca nella mia gamba, un gemito esce dalla mia bocca mentre atterro al suolo, resto nell'ombra "Perché mi stai seguendo?" Non vede il mio volto, ma so che sta cercando di riconoscermi, avanzo di qualche passo mettendomi sotto la luce ma tenendo il cappuccio abbassato "e tu perché mi hai colpito?" le rilancio il pugnale e lo afferra con una mano sola. "Qui le domande le faccio io, dimmi chi sei e perché mi stai seguendo" resta immobile, avanzo ancora e tolgo il cappuccio dal viso. Mi fissa, un guizzo nel suo sguardo mi fa capire che mi ha riconosciuto "Non puoi evitarmi Clary, sono tuo fratello e quella è anche casa mia" le rivolgo uno sguardo serio "fai come ti pare Jonathan." Mi avvicino con passo deciso "che ti prende?pensavo che fosse passata la fase 'odio mio fratello perché se ne é andato'. Devi crescere Clarissa" un grugnito esce dalla sua bocca "lo hai scritto tu stesso, probabilmente dopo che avrai letto questa lettera non vorrai più avere mie notizie -calca la frase alzando la voce- avevi ragione, infatti è proprio così." Resto spiazzato dalla freddezza del suo tono "Clary...ascoltami..." La mascella le si irrigidisce " no, scordatelo. Non ti ascolterò. Puoi anche tornare a casa, ma non cercare di comportarti come il fratello che non sei stato." Detto questo si volta e si incammina verso casa ma le prendo il polso e si volta verso di me, per tutta risposta mi tira un pugno sulla mandibola e le lascio il polso imprecando "non toccarmi più" nel silenzio più totale si allontana e rincasa, non ho parole...é cosi diversa da come ricordavo...non e più la mia sorellina dolce e comprensiva, l'ho ferita...non sarà facile riavvicinarla. "Jonathan" mi volto "Luke...ciao" gli sorrido mentre entrambi ci avviciniamo, nel giro di qualche secondo lo abbraccio. É stato un bravo padre per Clary "ben tornato figliolo" mi lascia una pacca affettuosa sulla spalla prima di scostarsi "grazie". Entriamo in casa, è stata ricostruita esattamente com'era dieci anni fa..."non è cambiato nulla? Neanche le loro camere?" non li nomino, ma lui ha già capito "Clary ha voluto ricostruire tutto, non manca nulla" scrollo la testa "mi perdonerà mai?" entra in cucina "non lo so John, è difficile capirla ultimamente" annuisco "posso andare nella mia stanza a sistemare le mie cose?" sorride porgendomi una tazzina di caffè "é casa tua Jo, puoi fare tutto ciò che vuoi" prendo la mia borsa e salgo su per le scale, Luke è dietro di me "vai pure dentro, chiamami se ti serve qualcosa" scrollo la testa "sei Luke, un amico di famiglia, non un servitore" sorride e sparisce giù per le scale. Poggio le cose sul letto e prendo lo stilo con un foglietto, scrivo al mio Parabatai "Simon, sono a casa...credo sarà più difficile di quanto pensassi riavvicinarmi a Clary, l'ho ferita troppo andandomene...venite domani a casa mia, magari vedendoci tutti insieme si ammorbidirà un po" invio il messaggio ed esco in corridoio e mi fermo davanti alla porta della sua camera, è socchiusa. La apro, è più o meno come la ricordavo...solo che al posto di tutti i quadri che erano appesi ci sono parecchie armi.

JUST A LITTLE GIRLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora