Capitolo 9: -2.416, -2.500, -2.583

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Settembre

Toc

Dopo l'incidente con la maledizione del sangue, la Granger aveva deciso di lasciare l'ala degli ospiti per un'altra volta. Non perché non fosse in grado di gestirla - aveva fatto in modo di informare Draco di questo fatto - ma più che altro perché non poteva sopportare il suo raddoppiato stargli addosso dopo il suo sfortunato infortunio di quel primo giorno.

"Gli incidenti capitano, Draco", aveva insistito con uno sbuffo, facendogli segno di allontanarsi. Certo, lui si era soffermato piuttosto vicino, osservando come lei contemplava quale stanza poteva provare a entrare. "È una parte prevista addestrata di questo lavoro. Sono stato a gestire questo genere di cose". Una pausa, un sospiro. "Alleggerirebbe le sue teorie se invece affrontassi un'altra sala?"

"Non sono preoccupato".

Lei sgranò gli occhi. "Ovviamente no".

Ma da quel momento aveva abbandonato l'idea di tornare nell'ala degli ospiti. Invece, si spostò di nuovo verso la biblioteca, facendosi strada attraverso il corridoio adiacente. Mentre Draco si forzava di non starle troppo dietro, non se suo comunque a scrollarsi di disagio, mentre lui ne stava su un divano nel corridoio mentre lei lavorava in una delle stanze adiacenti.

Trasalì, spostandosi contro la stoffa della camicia; la chiusura sfregò comodamente contro una nuova bruciatura sul petto, dove un recente tentativo di rimuovere una cicatrice maledetta era fallito in modo spettacolare. Cancellò la melata dalla lista dei possibili ingredienti con eccessivo vigore, la punta della penna d'oca strappò la pergamena mentre il suo viso si contorceva, una brusca inspiration per una fitta di dolore.

Considerare diverse combinazioni di ingredienti era diventata la tecnica di distrazione preferita di Draco mentre la Granger si faceva strada attraverso il corridoio adiacente alla biblioteca e poi iniziava il secondo piano. Lui la seguiva, libro e pergamena in mano, leggendo e scarabocchiando, contemplando le sue opzioni e schivando le domande curiose di lei su ciò che lo affascinava così tanto.

Divenne un metodo utile per evitare le sue preoccupazioni che qualcos'altro in casa sua potesse attaccarla, e soprattutto per non pensare troppo a lungo allo sfortunato non-appuntamento che avevano condiviso il mese prima.

Sospirò quando un'ombra rubò la luce del sole che filtrava dall'enorme finestra da pavimento a soffitto accanto al suo divano, aggravando il suo processo di lettura. Fece una pausa, alzando lo sguardo quando capì davanti a quale stanza si trovava Granger. Aveva temuto questo momento.

Parlò proprio mentre lei dirigeva una delle sue rune diagnostiche sul rivestimento di legno della porta, lasciando che il colore si affondasse: viola.

"Anche se non posso parlare per le altre stanze del maniero", disse. "Posso assicurarti che non c'è niente di interessante per te lì dentro".

In un mondo immaginario e inventato, Granger l'avrebbe preso per buono, forse l'avrebbe ringraziato per averle fatto risparmiare del tempo prezioso, e sarebbe passata alla stanza successiva.

Quel mondo immaginario non conosceva l'impossibile curiosità e l'incessante testardaggine di Granger.

Si voltò verso di lui, stringendo gli occhi mentre batteva la bacchetta sulla coscia. Si impegnò in un'eccellente imitazione di un Legilimens che cercava di vedere attraverso di lui.

Lui avrebbe potuto sforzarsi di più, avrebbe potuto cercare di fermarla con uno sforzo reale. Invece, sospirò, posando il libro e la pergamena sul davanzale della finestra e si alzò. Fece un passo avanti e smontò le protezioni per lei. Non fu difficile; dopo tutto, appartenevano a lui.

Inizio e fine - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora