Novembre
Tic Toc Tic Toc
"Quindi è per questo che ti hanno fatto diventare la sua madrina? Assistenza gratuita ai bambini?"
Draco rimase in piedi, con le membra a disagio, preso tra il desiderio di rilassarsi e la sensazione di non poter fare una cosa del genere. Non gli piaceva molto abitare la casa di Potter senza che lui fosse presente. Né trovava che l'aggiunta di vari accessori per bambini migliorasse le già spettrali scelte di arredamento che gravavano su Grimmauld Place.
"Harry e Ginny non hanno avuto una serata tutta per loro da agosto. Non sono per niente dispiaciuta".
Hermione non aveva l'aria di essere depressa, fedele alla sua parola. Sembrava a suo agio, felice, mentre faceva rimbalzare un bambino in grembo e si sistemava in un grande e comodo divano.
Draco sbloccò le giunture, togliendosi finalmente dalle vicinanze generali del Floo, dove era rimasto da quando i Potter erano scomparsi attraverso di esso, proprio mentre Ginny gli lasciava cadere in mano una pergamena di indirizzi Floo di emergenza con un occhiolino e un sorrisetto.
Il suo generale disgusto per essere in casa di Harry Potter, fidato con suo figlio, si scontrava con un calore invasivo, che gli scorreva dritto nelle vene, ogni volta che guardava Hermione con il figlioccio. Si mise a lottare contro il suo disagio, lo allontanò con la forza e si unì a lei dove era seduta. Con la massima disinvoltura possibile, lasciò che il suo braccio si appoggiasse alla spalliera del divano, appena sopra le sue spalle. Con il giusto tipo di torsione del polso, un attento sfioramento delle dita, poteva toccarle la parte superiore del braccio. Senza un motivo per resistere, fece proprio così, trascinando leggermente le nocche contro la sua pelle.
Hermione sorrise al bambino in grembo, rilasciando una specie di sospiro soddisfatto.
"Non è certo una peste, comunque" disse, presumibilmente continuando la conversazione che lui aveva già dimenticato da tempo, fissato dalla consistenza della sua pelle. "Soprattutto se continua a dormire così". Lanciò un'occhiata a Draco, con il mento infilato dietro la spalla mentre alzava lo sguardo attraverso le ciglia. "Se comincia a piangere, lo affido a te, visto che sembra che tu abbia una specie di dono con i bambini".
Draco combatté la sensazione di sbollimento che lo invase, la testa inclinata mentre cercava di discernere il suo livello di serietà. La sua faccia si contorse, lo sentiva, e doveva sembrare esilarante perché Hermione dovette coprirsi la bocca, soffocando le risate.
"Era un complimento, Draco".
"Lo era? Sembra una cospirazione per incastrarmi a fare il babysitter. O una calunnia. Non ho deciso quale delle due".
"Sei ridicolo".
Lui sorrise, abbassandosi per farle cadere un bacio sullo zigomo.
Lei sospirò di nuovo: quello stesso suono soddisfatto che lui aveva creduto in precedenza che lei riservasse esclusivamente alle sue più sazie foschie post-coitali.
"È bellissimo" disse lei, con l'indice che percorreva la linea delle piccole sopracciglia di James.
La gola di Draco si contrasse, si seccò, una siccità dove avrebbe dovuto vivere la sua capacità di parlare. Deglutì; le sue dita in bilico sulla spalla di Hermione si spostarono, trovando il suo collo. Trascinò il pollice lungo un lato della spina dorsale di lei, poi l'altro, tenendo dentro il suo accordo.
"Draco?"
Canticchiò, la concentrazione persa da qualche parte in un etere composto da futuri indistinti.
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Inizio e fine - Traduzione Italiana
Fiksi PenggemarAnni. Spezzati in mesi, in settimane, in giorni, in ore, in minuti, in secondi, in momenti. Semplici da un lato, complessi dall'altro. Nell'esperienza di Draco, i momenti, anche se semplici, avevano l'abitudine di diventare irrecuperabili. I momenti...