Capitolo 23: -1.250, -1.333, -1.416

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Novembre


Tic Toc


Draco decise di fare una sciocchezza durante la cena. Sciocco: coraggioso secondo alcune definizioni, idiota secondo le sue. Non l'aveva pianificato, il che era peggio. Semplicemente scoppiò dopo essersi incancrenito e diffuso sotto la sua pelle per così tanto tempo. Un'occhiata di traverso di suo padre irritò una ferita che Draco aveva cercato di evitare. Nemmeno l'abbondante zuppa di porri di cui sua madre si vantava con tanta insincerità nel tentativo di controllare i convenevoli poteva distrarlo dal grattare la crosta.

"Non sono interessato a un fidanzamento" disse, con il sangue che gli correva alle orecchie.

Sua madre finì il cucchiaio di zuppa, posandolo delicatamente contro la porcellana.

Draco scosse la testa - a se stesso, a se stesso - e osò andare avanti.

"Volevo solo essere chiaro. Dopo la conversazione che abbiamo avuto un paio di mesi fa. C'è una ragazza. E non ho intenzione di abbandonarla per il bene di un accordo politico".

Nella periferia di Draco, vide la postura di suo padre irrigidirsi, una forza imponente a capotavola. Di fronte a Draco, sua madre si chinò, con una cauta curiosità.

"Chi è, tesoro?" chiese lei, piegando puntualmente il tovagliolo di stoffa e appoggiandolo sul tavolo, segnalando la fine del pasto.

La mascella di Draco si piegò. Sua madre incalzò.

"Abbiamo un'eredità da mantenere. Qualsiasi bella signora lo capirebbe. Sono sicura che chiunque lei sia, ha una sua eredità da considerare".

Draco rise, scoppiando di ironia. L'eredità di Hermione sarebbe stata più grande e migliore di tutte le loro; lo era già.

"Se solo sapessi" disse, azzardando un'occhiata casuale a suo padre. "Non ti dirò chi è perché tu possa cercare di pagarla, o qualsiasi piano tu abbia già in mente". Draco non sapeva se intendeva rivolgersi a sua madre o a suo padre con quelle parole, o forse a entrambi in qualche strano tandem. Con tutti i loro difetti, lavoravano bene come un'unità, reagivano ai problemi in modi simili ed efficienti.

"Evidentemente non sono stato chiaro, Draco".

Gli cadde il cuore alle parole di suo padre. Calme e fredde, lo attraversavano con un'efficienza brutale che diceva: ti ho fatto io, so come disfarti. E lui lo fece. Suo padre poteva non sapere più molto di Draco, ma conosceva le parti che contavano, quelle che lui aveva aiutato a costruire.

Draco strinse un pugno sotto il tavolo, la spina dorsale rigida mentre guardava sua madre.

"Non hai scelta," continuò Lucius. "Se i Greengrass non avessero rescisso il nostro contratto, tu staresti ancora sposando quella ragazza, indipendentemente dal casino che hai combinato. I tuoi doveri verso questa famiglia non sono opzionali".

Draco si godeva gli orari dei pasti con la sua famiglia, una routine familiare di colazioni e cene che li legava: due volte al giorno, ogni giorno.

Era tutto quello che riusciva a pensare mentre suo padre esponeva, con una chiarezza straziante, quello che ci si aspettava da Draco. Non vedeva l'ora di cenare con i suoi genitori, quando poteva raccontare loro la sua giornata, magari vantandosi di un nuovo trucco che aveva eseguito su una scopa. Sua madre gli faceva domande, lo coccolava. Lucius avrebbe sottinteso orgoglio, o orgoglio-aggressione se Draco avesse avuto la notizia giusta da condividere, forse i suoi punteggi in pozioni. E i suoi genitori parlavano l'uno con l'altro, di qualcosa di più dei loro arresti domiciliari, più della loro avversione per il Ministero. Più dello stato di un mondo che li aveva lasciati indietro.

Inizio e fine - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora