Capitolo 17: -1.750, -1.833, -1.916

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Tic Toc

In un'altra serie di eventi che Draco non avrebbe mai potuto immaginare prima di impegnarsi in una relazione con Hermione Granger, si trovò seduto in casa di Harry Potter nell'anniversario della battaglia di Hogwarts.

Stranamente, Draco aveva già visitato Grimmauld Place una volta, quando era molto giovane, accompagnando sua madre nella proprietà alla morte di sua zia Walburga. Narcissa aveva definito la casa inagibile e aveva messo gli occhi su proprietà più nuove in città, se avessero voluto investire nel settore immobiliare di Londra. Draco ricordò la sua sorpresa quando anche sua zia Bellatrix non reclamò mai la vecchia casa decrepita, lasciandola abbandonata fino a quando Harry Potter e la sua sempre giusta banda di Grifondoro non vi presero la residenza.

Seduto nella casa ora, Draco trovò lo scontro tra il classico arredamento aristocratico dei purosangue e quello che poteva solo supporre fosse il tentativo della donnola di rendere lo spazio meno, be', indurre all'incubo con una collezione di cuscini eccessivamente soffici, decisamente disorientante e inquietante.

Il nervosismo gli mordicchiava la pelle: un costante, pungente promemoria che non apparteneva a quelle persone, specialmente non in quel giorno. Hermione aveva insistito che sarebbe stata una piccola riunione, che a loro piaceva semplicemente passare del tempo insieme in un giorno difficile, mangiando del cibo, bevendo qualcosa. Sembrava incapace di capire che la sua presenza avrebbe dovuto essere offensiva e grottesca, che sarebbe stata sgradita. Le sue proteste si scontrarono inutilmente contro l'ottimismo che lei indossava come un'armatura.

Avrebbe potuto sentirsi orgoglioso di averla incantata così a fondo da farle ignorare la sua storia orribile, se non fosse stato per il fatto che quell'incantesimo lo aveva portato nel salotto di Harry Potter, a bighellonare in un angolo lontano e a cercare di rendersi il meno visibile possibile.

Una macchia dai capelli rosa si gettò sul bracciolo della sua sedia, con le mani minuscole che si aggrappavano per acquistarla, mentre Draco sentiva il respiro affannoso dell'impatto. Teddy Lupin alzò lo sguardo verso di lui, i capelli rosa che si fondevano in un inquietante bianco-blu.

"Perché sei nell'angolo? Chiese Teddy.

"Mi sto nascondendo".

Teddy corrugò il naso, guardando la porta come se si aspettasse che Andromeda apparisse da un momento all'altro per rovinargli il divertimento.

"È a causa delle verdure? Non posso più mangiare dolci finché non mangio le verdure. Lo dice la nonna".

Draco emise un rantolo di finto shock. "Ci sono anche le verdure? Un motivo in più per nasconderci, non credi?".

"Voglio giocare fuori".

"Sia tu che io, ragazzo. Una partita di Quidditch farebbe miracoli per il mio stress in questo momento".

Teddy rimbalzò contro il bracciolo, gli occhi spalancati dall'eccitazione.

"Tu giochi a Quidditch? Lo zio Harry gioca a Quidditch. È il migliore..."

"Non siamo precipitosi. Potter non è certo il migliore. È adeguato e incredibilmente fortunato".

"Tu parli in modo strano".

Draco sospirò, trasalendo.

"Scusa, non parlo con molti ragazzi. Voglio solo dire che non è il migliore. Ho giocato contro di lui a scuola".

"L'hai battuto?"

"Beh... c'è stata una volta..."

"C'è stata?" Chiese Potter dalla porta, le sopracciglia sollevate sopra i suoi stupidi occhiali.

Inizio e fine - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora