Capitolo 8: -2.500, -2.583, -2.666

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 Agosto

Tic

La guerra fredda, Draco aveva imparato da Theo che aveva imparato dalla Granger durante il loro pomeriggio a Diagon Alley insieme, era una specie di guerra senza combattimenti. Era una cosa babbana, aveva a che fare con i russi e gli americani. Draco non ci fece caso, concentrato sul fatto che Theo e Granger erano diventati amici. Così amici che si erano incontrati per pranzo a Diagon Alley e poi avevano passato un pomeriggio a fare shopping ea caccia di ragazzi.

L'ultima parte di certo non disturba affatto Draco. E certamente non provò alcun sollievo quando Theo chiarì che erano stati a caccia di un fidanzato per lui, senza fortuna, a quanto pare. Draco soprattutto non appena idea a capacitarsi dell' Hermione Gran non avere problemi a passare del tempo, in pubblico, con odore Nott.

"La gente non ti ha fissato?" Chiese Draco, riacquistando la sua compostezza dopo aver quasi sputato il suo vino sulla scacchiera tra loro.

Theo punzecchiò il suo cavaliere; sembrava a muoversi, forse del'un'imminente cattura da parte del castello di Draco.

"Un po'. Ma lei ha detto che la gente la fissa comunque. E non è che io non sia mai stato fissato prima, almeno una volta che qualcuno ha capito chi sono".

Il cavaliere finalmente si mosse, un viaggio a malincuore verso la sua nuova piazza.

"E non è stato scomodo?"

Draco catturò il cavallo, mettendo sotto scacco il re di Theo. Theo sospi, ma quando Draco lorò aveva la testa inclinata, l'inizio di un sorrisetto che gli storceva la bocca mentre batteva un frammento del cavaliere caduto sulla scacchiera.

"Queste domande non sono in alcun modo motivate dall'egoismo, vero?" Chiese Theo, muovendo un alfiere per proteggere il suo re.

No, non lo sono.

Certo che no.

Assolutamente assurdo.

"Perché se lo erano", Theo, del tutto indifferente quando Draco catturò il suo alfiere. "Avrei solo cose positive da dire".

Theo fece una pausa, la sincerità delle sue parole sembrò raggiungerlo, e poi fece una smorfia.

"Non farti male" disse Draco.

Theo lanciò un pezzo del suo alfiere frantumato verso Draco. "Ho appena sofferto di sincerità per te. Puoi almeno ammetterlo".

"Non so di cosa stai parlando". Ma il battito cardiaco di Draco era aumentato; lo sentiva nel collo, contro il colletto della camicia. Spostò il suo castello, liberando la strada per la sua regina. Scacco matto.

Dopo la biblioteca, la Granger ripulì l'intero corridoio che si allontanava dal salone dei Floo nel giro di pochi giorni. Al di fuori delle enormi biblioteche e degli elfi domestici che le consegnavano costantemente nuovi gingilli da esaminare, il suo lavoro poteva apparentemente essere svolto nelle aree meno colpite della sua casa di famiglia con relativa facilità.

Non era che fossero tornati alla loro guerra fredda - o qualsiasi altro paragone babbano lei volesse fare sullo stato del loro rapporto di lavoro - ma piuttosto che Draco semplicemente non riusciva a decidere come comportarsi con lei. Oscillava tra una pesante occlusione per eliminare ogni emozione indesiderata - sostanzialmente meno irritazione in questi giorni, e sostanzialmente più qualcos'altro - e sforzi concertati per avere conversazioni normali e civili con lei.

Era sia più comodo che significativamente meno fastidioso cercare di comportarsi come se non fossero Hermione Granger e Draco Malfoy quando interagivano. Ma non riuscì a mantenere quell'illusione quando si rese conto che lei aveva iniziato a indossare maniche lunghe, anche con il caldo, per coprire la sua cicatrice. Né poteva dimenticare queste cose quando lo stesso caldo gli faceva venire voglia di arrotolarsi le maniche, solo per ricordarsi dell'orribile marchio sul braccio. La cosa peggiore, però, erano le volte in cui sentiva un lampo di qualcosa di completamente inappropriato verso di lei, rendendo le finte gentilezze un'impossibilità da mantenere. Diventavano di nuovo Hermione Granger e Draco Malfoy: enfasi insormontabile.

Inizio e fine - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora