Nella notte.
È nella notte che i nostri incubi ci fanno visita, e ci rivelano chi siamo.
Nella notte, sempre lì, ad attenderci.
Il mio incubo arriva puntuale.
Chiudo gli occhi solo per un attimo, cercando di sfuggirgli.
Ma esso appare vivido nella mia mente, come se dovesse necessariamente riempire uno spazio vuoto.
Loro sono lì, i miei genitori, che mi guardano dall'auto bruciante. Urlano, mi chiamano e battono sul vetro mentre la loro carne viene divorata dalle fiamme. Cercano il mio aiuto.
Un aiuto che non posso dare.
L'albero arde dietro di loro con le sue fronde allungate verso di me come se cercasse di carpirmi. Da esso proviene una forza che mi riempie di terrore paralizzandomi.
Dietro la mia nuca, una voce profonda si alza al di sopra delle urla, e sussurra...
"Silenzio, parla la..."
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Lavorare di notte non è mai stato un problema.
Così, quando decisi che sarei divenuta una scrittrice e per giunta giornalista, non mi feci mai problemi a studiare anche fino a notte fonda o a fare turni notturni per lavorare.
Anche ora, che sono una stagista all' interno della gazzetta locale, lavorare nelle ore più buie finché tutto è pronto per la stampa, non mi pesa per niente.
Semmai lo è il dormire.
Da quando i miei sono morti sono passati cinque anni; portati via da un incidente stradale.
Mi sono ritrovata orfana all' età di diciassette anni, e venni immediatamente adottata dai miei zii.
Brave persone. Mi hanno sempre sostenuta negli studi e non mi hanno mai fatto mancare niente cercando di curare il trauma subito.
Ma gli incubi sono rimasti. Alcune volte spariscono per un bel po' ma poi ritornano sempre. Certo, ritrovarsi con la faccia per metà mangiata dalle fiamme non è stato piacevole; ci sono voluti un sacco d'interventi prima di riuscire ad avere una faccia decente, ma le cicatrici sono rimaste come un marchio.
Il marchio del fuoco.
Ogni mattina mi sveglio e vedo allo specchio parte del mio viso e tal volta mi domando se mi appartenga, se sono davvero io.
La notte invece, se mi sveglio e vado in bagno talvolta mi sembra di scorgere un mostro che mi fissa dallo specchio.
Le prime volte mi spaventavo e piangevo a dirotto per quello che quella faccia rappresentava.
Dicono che è normale, anche a distanza di tempo, a causa dello shock subito. Ad ogni modo, piuttosto che dormire e rivivere brutte esperienze preferisco lavorare sodo e sentire il suono dei tasti mentre scrivo. O magari della buona musica ed un buon libro.
La gazzetta in cui lavoro mi fa sgobbare, e di certo non per una paga eccellente. Questa notte dobbiamo consegnare un pezzo abbastanza merdoso: "La fiera della zucca".
La tipica festa di paese di cui si parla solo perché non si ha nient' altro da mettere su carta. Il giornalista a cui sono affidata, Pietro, mi rifila la correzione degli articoli ed ora sono qua a sistemare punteggiature e tempi scorretti.
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Il Sentiero Oscuro
Horror[storia completa] Nella notte. È nella notte che i nostri incubi ci fanno visita, e ci rivelano chi siamo. Nella notte, sempre lì, ad attenderci. Il mio incubo arriva puntuale. Chiudo gli occhi solo per un attimo, cercando di sfuggirgli. Ma esso ap...