Capitolo 25

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Appena mi sveglio una luce accecante mi colpisce il volto, dei suoni distanti ronzano nelle mie orecchie. Cos'è successo? Nelle mie narici sento ancora il profumo dei suoi vestiti mescolato al ricordo di ...

-Si è svegliata! Signora mi sente?!- La voce di un uomo mi desta completamente, peccato che senta dolore in ogni parte del corpo. Cosa diamine mi è successo?

- Signora? Se mi sente, la prego di rispondermi. – L'uomo è un soccorritore, lo riconosco dalla sua divisa. Continua ad incalzarmi puntandomi la luce negli occhi e costringendomi a chiuderli.

- Io prego lei invece di togliermi quella cosa da davanti! Chi siete? – Gli rispondo in tono stizzito e girando la testa per non dover osservare un minuto di più quella luce accecante.

- Abbiamo ricevuto una chiamata che parlava di una persona svenuta. Abbiamo trovato una donna bionda in stato confusionale e lei, signora. - Mi risponde lui con fare calmo e controllato.

Riapro gli occhi e mi ritrovo ad osservare il pavimento in legno; sono distesa su una poltrona una di quelle che sono nell' ingresso.

L'ingresso del castello è dove ho visto lei.

Io ho visto lei.

Cerco di alzarmi ed una ragazza mi ammonisce facendomi risedere.

- Signora, la prego di non agitarsi. Deve aver avuto un mancamento ed è svenuta, non sappiamo ancora quali siano le cause e se non ci permette portarla via...-

- No! -Urlo mentre le immagini di ciò che ho visto si rincorrono nella mia memoria. Era qui, Cristina era qui! Ed era viva! - Non posso andarmene mia figlia è qui! –

I due si guardano interrogandosi l'un l'altro con lo sguardo poi, il primo soccorritore. Si rivolge a me preoccupato

-Signora, oltre a lei non abbiamo trovato nessuno qui, oltre all' altra donna bionda e magra, ma non sembra ricordare nulla è forse lei sua figlia? È certa di non aver battuto la testa? L'abbiamo trovata in giardino sotto il tasso, forse ha ingerito qualcosa? – Scuoto la testa non è la descrizione di Cristina. È evidente che non mi credono ma, io l'ho vista, era qui con i suoi capelli neri e la sua pelle bianca vestita come, come una cameriera io...

- Era là dietro il bancone vi dico! Perché non volete credermi?! – gli chiedo cercando di alzarmi ancora una volta. Lui sta volta mi aiuta sorreggendomi ed assicurandosi che non cada.

- Perché abbiamo chiamato e cercato nell' atrio ma, nessuno ha risposto poi abbiamo cercato nelle stanze ma, nessuno si è fatto vivo oltre a lei e all' altra donna non c'è nessuno qui signora. –

La guardo spaesata e con le lacrime che mi puntellano gli angoli degli occhi, l'ho persa di nuovo? Oppure è stato un sogno? Ma, allora quel profumo che ho sentito? Era il suo o me lo sono...ricordata? Era un ricordo?

Notando la mi a confusione il soccorritore mi spinge verso l'uscita davanti alla quale c'è una barella per il trasporto dei pazienti, mi fanno sedere sopra e mi trasportano verso l'ambulanza parcheggiata fuori e mi fanno ancora qualche domanda misurandomi la pressione, dopo di che mi annunciano il loro verdetto.

- Signora non ne siamo certi ma, lei soffre di un problema cardiaco di qualche genere? Ci risulta che ha la pressione molto alta. Dobbiamo portarla in pronto soccorso per degli accertamenti. –

Lo guardo per un'attimo e mi chiedo se dovrò raccontare ancora della mia gioventù. Decido che è meglio essere chiari fin da subito per evitare problematiche ed imbarazzi futuri.

- Assumevo droghe da giovane. Il mio cuore è stato danneggiato e prendo delle medicine per questo. – Lui mi guarda con una faccia sorpresa, probabilmente dovuta al mio aspetto.

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