Capitolo 5

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La cena è arrivata puntuale con tanto di bottiglia di vino della casa. Tarciso è stato molto gentile e si è scusato di non avermi potuto assistere nell' esplorazione del castello, sperava che mi fossi divertita lo stesso.

Come no? Uno spasso.

Non ho ancora aperto il libro: l'ho messo in un cassetto della scrivania e mi sono dedicata ad altro, avevo troppa paura e volevo solo mettermi a scrivere la recensione. Ora ho gli occhi gonfi e la batteria del portatile è quasi scarica.

Mentre scrivevo ho analizzato ciò che mi è accaduto; La cosa non ha fatto altro che destabilizzarmi e distrarmi.

Mai fare due cose in contemporanea. Non ho nemmeno guardato a cosa stavo lavorando avevo iniziato con la recensione poi però, non sapevo nemmeno cosa stessi scrivendo; la mia testa vagava tra mille domande e dubbi.

Ad ogni modo, scrittura a parte, sono arrivata a due conclusioni; La prima è che ciò che dovrei veramente evitare di comportarmi come una ladra e di chiedere il permesso la prossima volta per entrare nella biblioteca.

La seconda non è neppure una conclusione ma una lista di domande senza risposta; Cosa ho visto per davvero?

Era veramente solo un miraggio? Uno scherzo della mia mente? In qualche modo il riflesso sulla teca di vetro era spaventoso ed allo stesso tempo famigliare, com'è possibile?

Ho cercato di ricordare la biblioteca quello che ho sfogliato quanto tempo ho impiegato a leggere la moltitudine di pagine passate sotto i miei occhi: Sembrava tutto coì surreale come se mi fossi ritrovata in un sogno. E poteva essere veramente un sogno se non fosse stato per il libro rinvenuto in camera mia.

L'unico a poterlo portare qui era Jack, ma perché? Non ha senso aveva detto di aver messo tutto a posto. Perché mai avrebbe dovuto farmi uno scherzo simile?

Forse è stato Tarciso? Certo, era un uomo gentile ma sembrava nascosto dietro a tutte quelle maniere eleganti. Però non avrebbe avuto motivo di farmi una cosa del genere? Inoltre, come avrebbe potuto sapere che ero entrata nella biblioteca? O che avevo visto ciò che avevo visto?

Cristina? Non le piaccio anche se non ne comprendo il motivo. Ma ancora non ho idea di come avrebbe potuto? Non sapeva che ero entrata in biblioteca.

Ma soprattutto cos'era accaduto realmente?

Già altre volte mi ero svegliata nel cuore della notte quando era appena successo l'incidente e vedere il mio volto riflesso nello specchio mi aveva provocato spavento. Magari era andata così anche stavolta.

Mi massaggio le tempie colta da un'improvvisa fitta, troppe considerazioni. Nonostante questo, la mia paura è stata sostituita da una piccola dose di curiosità.

Decido di leggere quel libro.

Finisco di cenare e mi metto comodamente a letto cominciando a sfogliare il volume con una certa delicatezza. Sembra davvero molto antico dalla copertina e le pagine emanano un odore strano, organico azzarderei a dire. Non è un odore sgradevole ma basta sfogliare un paio di pagine per comprendere da dove provenga: Nelle varie pagine oltre ad annotazioni e scritte vi sono cucite parti di piante, inoltre, l'inchiostro deve essere assai vecchio ed anch'esso di origine vegetale. Non mi metto a leggere subito e mi godo la sensazione della carta sottile sotto i miei polpastrelli.

Comprendendo di trovarmi di fronte ad un libro che non si presta ad una lettura lineare ma più ad una vera e propria enciclopedia nella quale sono racchiusi sia pensieri personali che riflessioni ed appunti scientifici.

Per esempio: In una pagina rimango sorpresa di vedere il disegno di una persona deformata da una malattia della pelle e in un altro osservo disegni di animali mai visti e volti di persone in pose tranquille e solari come se si stessero divertendo. La scrittura è antica ma, mi rendo conto che man mano cambia passando da forme più primordiali fino a scritture più complesse e comprensive come se avesse seguito un percorso di evoluzione Anche la forma delle lettere cambia come se man mano fossero stare aggiunte riflessioni e ricerche di persone diverse.

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